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Roma. Al museo del Foro Romano presentazione del catalogo di KORAI, la mostra personale di Mattia Bosco allestita nel Tempio di Venere e Roma

roma_museo-del-foro-romano_presentazione-catalogo-korai_locandinaMercoledì 10 Gennaio 2024, alle 10.30, il museo del Foro Romano ospita la presentazione del catalogo di KORAI, mostra personale di Mattia Bosco (Milano, 1976), allestita nei suggestivi spazi del Tempio di Venere e Roma. Il catalogo è edito da Giunti Editore. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Daniele Fortuna, curatore della mostra; Paolo Conti, giornalista; Emanuele Dattilo, scrittore; Mattia Bosco, scultore. Modera Rachele Mannocchi, Comin & Partners. Ingresso gratuito con prenotazione.

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Mostra KORAI: un’opera di Mattia Bosco al Tempio di Venere e Roma (foto PArCo)

Fino a domenica 3 marzo 2024 è possibile visitare la mostra personale di Mattia Bosco (Milano, 1976) intitolata Korai, nei suggestivi spazi del Tempio di Venere e Roma. Il progetto espositivo è a cura di Daniele Fortuna ed è promosso dal parco archeologico del Colosseo, dalla galleria d’arte Atipografia, diretta da Elena dal Molin, e da ArtVerona. La mostra nasce come esito della nona edizione del progetto Level 0, format di ArtVerona 2021 che ha invitato una selezione di musei e fondazioni private ad individuare ciascuno un artista presente in fiera da promuovere all’interno della loro programmazione futura. Mattia Bosco – rappresentato in Fiera da Atipografia – è stato scelto dal Parco archeologico del Colosseo per la realizzazione della mostra. Il progetto espositivo Korai prende vita da 12 sculture in marmo concepite appositamente per gli spazi del Tempio di Venere e Roma, il più grande Tempio della Roma antica, inaugurato nel 136 d.C. e rivestito in marmi preziosi provenienti da ogni parte dell’impero, spogliati nel corso dei secoli e oggi conservati solo in parte. Mattia Bosco reintroduce in forme nuove i preziosi materiali marmorei in uso nell’architettura romana di età imperiale nei resti dell’antico tempio: in profonda risonanza con il genius loci, vuole suscitare la sensazione di un rimosso che riaffiora, di antichi abitanti che tornano con sembianze diverse, rivelando però, dal loro modo di abitare lo spazio, di essere di casa. Il marmo Cipollino, il Portoro, il rosso Collemandina, il Paonazzo, il Fiordipesco e il bianco di Carrara – un tempo colonne, pavimenti intarsiati e rivestimenti parietali – ritornano qui come sculture, in una continuità materiale e temporale che unisce passato, presente e futuro. La sostenibilità rappresenta un elemento fondamentale nella pratica dell’artista. Bosco realizza le sue sculture partendo da pietre e da massi scartati dal lavoro di estrazione, perché privi di una forma adatta alla commercializzazione.

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Mostra KORAI di Mattia Bosco al Tempio di Venere e Roma (foto PArCo)

Protagonista attivo del progetto è il tempio, suddiviso in due spazi adiacenti: la cella dedicata alla dea Roma, incarnazione della Città Eterna, e la cella di Venere, divinità dell’amore e della bellezza, progenitrice della Gens Iulia. Nella cella di Roma, disposte in cerchio come danzatrici, si trovano nove sculture della serie intitolata Korai, dal greco κόρη, “ragazza”, termine che indica una statua votiva femminile. Le nove sculture, plasmate in marmi che mostrano l’azione del tempo sulle stratificazioni della pietra, sono così descritte dall’artista Mattia Bosco: “Le immagino celebrare, come vestali nel tempio, il culto più antico del mondo: il culto della materia di cui è fatto il mondo stesso, la stessa materia che costituisce anche noi. Nel tempio di Roma saranno disposte in cerchio nove sculture a grandezza umana, realizzate in marmi diversi ma con il medesimo impianto formale, al contempo simili e differenti tra loro”.

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Mostra KORAI: un’opera di Mattia Bosco al Tempio di Venere e Roma (foto PArCo)

Le due Sezioni Auree, situate nella cella di Venere sono tempo allo stato solido: un libro con le pagine saldate le une alle altre, la cui chiusura è vinta dalla scultura, che rompe la barriera e svela l’essenza segreta e luminosa della materia. Entrando nella pietra, si apre la porta verso il regno dell’immaginazione: la superficie opaca si trasforma in una superficie riflettente e affascinante, svelando la profonda bellezza che scorre attraverso ogni elemento come un filo d’oro. Lo Stonegate scavato nella pietra rappresenta un confine, una porta d’ingresso, un passaggio verso un’altra dimensione che collega il qui e l’altrove, il passato e il presente.

Riforma Franceschini: nominati i dieci nuovi direttori di musei e parchi archeologici. Sono italiani, archeologi e storici dell’arte, con esperienza internazionale

Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali, plaude alle scelte della commissione

Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali, plaude alle scelte della commissione

Archeologi e storici dell’arte chiamati per la Riforma Franceschini dalla commissione presieduta da Paolo Baratta, con Lorenzo Casini (ordinario di diritto amministrativo della Scuola IMT Alti studi di Lucca), Keith Christiansen (storico dell’arte e curatore capo del Department of Eurepean Paintings del Metropolitan Museum of Art di New York), Claudia Ferrazzi (consigliere di Amministrazione del Louvre-Lens) e Michel Gras (archeologo e direttore di ricerca del Centre national de la recherche scientifique di Parigi): con la selezione internazionale per i direttori dei 10 grandi musei e parchi archeologici italiani si è infatti conclusa la seconda fase della riforma, che ha interessato il museo Nazionale romano, il complesso monumentale della Pilotta a Parma, il museo della Civiltà di Roma, il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, il museo storico e il parco del Castello di Miramare a Trieste, il parco archeologico dei Campi Flegrei a Napoli, il parco archeologico dell’Appia antica a Roma, il parco archeologico di Ercolano a Napoli, il parco archeologico di Ostia antica a Roma, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Due dei 10 nuovi direttori rientrano in Italia dopo un’esperienza professionale all’estero: si tratta di Andreina Contessa, scelta per il Castello di Miramare di Trieste, che arriva dal Nahon Museum of Italian Jewish Art di Gerusalemme, e Simone Verde scelto per dirigere la Pilotta a Parma, che viene dal Louvre di Abu Dhabi. Sei dei nuovi direttori sono archeologi e quattro storici dell’arte, mentre sei, tre funzionari e tre dirigenti, provengono dal Mibact. “Con queste 10 nomine di grande levatura scientifica”, interviene il ministro Franceschini, “sono state riconosciute le eccellenze italiane, con particolare riferimento all’archeologia e alla storia dell’arte. La commissione ha fatto un grande lavoro e ha offerto al direttore generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, e a me la possibilità di scegliere in terne di assoluto valore. I nuovi direttori sono italiani con elevata professionalità nella direzione del patrimonio culturale, con alcuni che tornano nel nostro Paese dopo importanti esperienze all’estero”. Il ministro ha scelto il direttore del museo nazionale Romano, mentre il dg Soragni ha scelto i direttori degli altri 9 musei e parchi archeologici. Vediamo le dieci schede.

Daniela Porro, neo direttore del museo nazionale Romano

Daniela Porro, neo direttore del museo nazionale Romano

MUSEO NAZIONALE ROMANO (ROMA): Daniela Porro, storica dell’arte. Entrata nel 1985 al Mibact dove dal 2009 è dirigente storico dell’arte. Dal 2012 al 2015 ha diretto la soprintendenza speciale per il Patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Roma. Dal 2015 è segretario regionale del Lazio. È considerata tra i dirigenti più esperti nel settore museale.

Simone Verde, neo direttore del Complesso della Pilotta

Simone Verde, neo direttore del Complesso della Pilotta

COMPLESSO MONUMENTALE DELLA PILOTTA (PARMA): Simone Verde, storico dell’arte. Dal 2014 è responsabile della ricerca scientifica e della produzione editoriale del Louvre-Abu Dhabi negli Emirati Arabi, dove ha anche coordinato l’equipe scientifica dell’Agence France-Muséums. Curatore di mostre e docente, è autore di noti saggi nel settore del patrimonio culturale.

Filippo Maria Gambari, neo direttore del museo delle Civiltà

Filippo Maria Gambari, neo direttore del museo delle Civiltà

MUSEO DELLE CIVILTÀ (ROMA): Filippo Maria Gambari, archeologo. Dirigente dal 2009 del Mibact dove è entrato nel 1979. Soprintendente per i beni archeologici dell’Emilia Romagna dal 2010 al 2014, della Lombardia dal 2014 al 2016, e poi della Sardegna. Archeologo con una vasta esperienza sul campo e dall’alto profilo scientifico.

Valentino Nizzo, neo direttore del museo etrusco di Villa Giulia

Valentino Nizzo, neo direttore del museo etrusco di Villa Giulia

MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA (ROMA): Valentino Nizzo, archeologo. Dottore di ricerca in Archeologia, dal 2010 funzionario archeologo della soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna. Ha all’attivo numerose attività di scavo e ricognizione archeologica antecedenti all’ingresso nel Mibact. Autore di diverse pubblicazioni.

Andreina Contessa, neo direttore del Castello di Miramare

Andreina Contessa, neo direttore del Castello di Miramare

MUSEO STORICO E PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE (TRIESTE): Andreina Contessa, storica dell’arte e curatrice museale. Dal 2009 è direttore del Nahon Museum of Italian Jewish Art a Gerusalemme. Dal 1994 ha insegnato storia dell’arte in Europa e negli Stati Uniti. Autrice di numerose pubblicazioni, ha curato diverse mostre, realizzando direttamente anche documentari e altri prodotti multimediali.

Adele Campanelli, il neo direttore del parco dei Campi Flegrei

Adele Campanelli, il neo direttore del parco dei Campi Flegrei

PARCO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI: Adele Campanelli, archeologo. Dirigente archeologo Mibact dove è entrata nel 1980. Soprintendente per i Beni archeologici delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta dal 2010 al 2014. Dal 2015 al 2016 è stata soprintendente Archeologia della Campania e, poi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio dal 2016. Vanta una lunga esperienza sia nella tutela del territorio, sia nella gestione e nella direzione di istituti e luoghi della cultura.

Rita Paris, neo direttore del parco dell'Appia antica

Rita Paris, neo direttore del parco dell’Appia antica

PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA: Rita Paris, archeologo. Funzionaria del Mibact dal 1983. Responsabile dei monumenti e delle aree archeologiche dell’Appia antica dal 1996, cura, dal 2006, anche l’Archivio Cederna. È studiosa molto apprezzata in Italia e all’estero.

Francesco Sirano, neo direttore del parco di Ercolano

Francesco Sirano, neo direttore del parco di Ercolano

PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO: Francesco Sirano, archeologo. Funzionario Mibact dal 1999, ha maturato importanti esperienze nella gestione e nella tutela delle aree archeologiche della Campania. Autore di numerose pubblicazioni, è abilitato all’insegnamento come professore universitario in Italia e in Francia.

Fabrizio Delussu, neo direttore del parco di Ostia antico

Fabrizio Delussu, neo direttore del parco di Ostia antico

PARCO ARCHEOLOGICO DI OSTIA ANTICA: Fabrizio Delussu, archeologo. Direttore e curatore del museo Archeologico di Dorgali, in Sardegna, dal 2012 al 2016. Docente e ricercatore all’università di Sassari dal 1998, vanta una decennale esperienza nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, con specifico riguardo alla archeologia.

Andrea Bruciati, neo direttore di Villa Adriana

Andrea Bruciati, neo direttore di Villa Adriana

VILLA ADRIANA E VILLA D’ESTE (TIVOLI): Andrea Bruciati, curatore e storico dell’arte. È stato direttore artistico di ArtVerona e di BJCEM 2015, la biennale di giovani creativi dell’Europa (Milano 2015). Ha all’attivo numerosi progetti curatoriali e numerose pubblicazioni su riviste di settore.