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Spoleto (Pg). Al teatro Caio Melisso il convegno “Sulle tracce dei Longobardi”, organizzato dall’Associazione Italia Langobardorum; due giorni di riflessione scientifica per condividere con il grande pubblico le nuove scoperte e conoscenze legate alla civiltà dei Longobardi

spoleto_teatro_convegno-sulle-tracce-dei-longobardi_locandina

sito-unesco-longobardi-in-italia_logoMercoledì 13 e giovedì 14 novembre 2024 al teatro Caio Melisso di Spoleto (Pg) il convegno “Sulle tracce dei Longobardi”, organizzato dall’Associazione Italia Langobardorum, ente di gestione del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia – I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Il convegno, a partecipazione libera e organizzato grazie alle risorse erogate dal ministero della Cultura a valere sulla legge 77/2006 dedicata ai siti UNESCO, rappresenta un importante momento di riflessione scientifica, che si rivolge non solo agli specialisti, ma a una platea ampia ed eterogenea, con l’obiettivo di condividere con il grande pubblico le nuove scoperte e conoscenze legate alla civiltà dei Longobardi. Dopo numerose iniziative di successo sui temi della promozione, della divulgazione conoscitiva e dell’educazione culturale, connessi alla valorizzazione del sito seriale UNESCO, l’Associazione Italia Langobardorum punta nuovamente i riflettori sui temi della ricerca coinvolgendo studiosi di rilevanza internazionale, con interventi che spazieranno dalla geopolitica del VI secolo alle pratiche funerarie, fino all’architettura religiosa longobarda, le forme di insediamento e la presenza dei Longobardi nei musei, presentando anche una serie di case studies focalizzati sui sette gruppi monumentali appartenenti al sito seriale UNESCO.

associazione-italia-langobardorumIl programma e il taglio scientifico del convegno sono stati messi a punto e definiti grazie al comitato scientifico composto da: Immacolata Aulisa (direttrice del Centro Studi Micaelici e Garganici dell’università di Bari Aldo Moro), Gian Pietro Brogiolo (già università di Padova), Angela Maria Ferroni (già ministero della Cultura), Paola Mercurelli Salari (direttrice museo del Ducato e Tempietto sul Clitunno), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva e Tourisma), Marcello Rotili (già università del Sannio), Marco Sannazaro (università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Donatella Scortecci (università di Perugia) e Luca Villa e al coordinamento tecnico scientifico di Francesca Morandini, Fondazione Brescia Musei e responsabile di progetto per l’Associazione Italia Langobardorum; Maria Stovali, Comune di Spoleto e responsabile di progetto per l’Associazione Italia Langobardorum; e Arianna Petricone, responsabile di progetto per l’Associazione Italia Langobardorum.

La prima giornata di studio, incentrata sul tema “I Longobardi in Italia. Un possibile quadro delle conoscenze”, vedrà gli interventi di sei specialisti che si concentreranno su argomenti trasversali della storia longobarda in Italia, tra storiografia, contesti funerari e integrazione etnica, architetture residenziali e religiose, produzioni artistiche, patrimonio museale, con lo scopo di fornire una panoramica completa e dettagliata dello stato della ricerca mantenendo, nel contempo, un taglio divulgativo capace di rendere la trattazione accessibile a un’ampia varietà di pubblico.

La seconda giornata di studio, dal titolo “Le sette componenti del sito seriale UNESCO. Stato delle ricerche e prospettive”, sarà invece impostata sulla trattazione di specifiche case studies riferite ai sette gruppi monumentali del sito seriale UNESCO e ai rispettivi territori, con l’obiettivo di fornire un quadro esaustivo non solo delle ricerche in atto, ma anche della programmazione a medio e lungo termine delle attività scientifiche e divulgative promosse da diversi attori nelle aree di pertinenza.

In occasione di entrambe le giornate di studi, è prevista una sessione di flash talks, con una serie di interventi brevi in grado di ampliare la panoramica storico-archeologica offerta dal convegno anche a contesti e territori non compresi all’interno del sito seriale UNESCO dei Longobardi in Italia.

Oltre alle conferenze, il convegno sarà anche l’occasione per partecipare ad attività collaterali gratuite aperte al pubblico, quali le visite guidate alla mostra “Trame longobarde” (ottobre – dicembre 2024) al museo del Tessuto e del Costume e le attività laboratoriali sulla tessitura. In alcuni ristoranti sarà inoltre possibile gustare “piatti longobardi”, con cui scoprire sapori ispirati alle tradizioni alimentari di questo antico popolo.

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Danilo Chiodetti, presidente dell’Associazione Italia Langobardorum

“Questo convegno”, racconta Danilo Chiodetti, presidente dell’Associazione Italia Langobardorum, “vuole essere una finestra sul passato alla scoperta di una cultura, quella dei Longobardi, che tanto ha dato al nostro territorio e alla nostra società. Grazie agli studiosi e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, si avrà modo di analizzare in senso trasversale tematiche connesse sia alle sette componenti del sito seriale UNESCO, sia a contesti al di fuori di essi, ma relativi alla presenza longobarda nel nostro Paese. Auspico che questo convegno possa essere un’occasione di condivisione e di arricchimento ed accendere in tutti noi una rinnovata passione per la storia”.

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Angela Maria Ferroni, già ministero della Cultura

“L’archeologia è una disciplina in continua evoluzione perché lo stato delle nostre conoscenze, e le relative interpretazioni, dipendono in buona parte dalla casualità dei rinvenimenti”, spiega Angela Maria Ferroni, P.O. ministero della Cultura. “La candidatura del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-77 d.C.) ricomprese significativi complessi monumentali, su alcuni dei quali le opinioni degli studiosi non erano allora sempre concordi. Una rilettura delle stesse evidenze, a 13 anni dall’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale, e un confronto con i numerosi beni, che negli anni sono stati indagati anche in altre aree dell’Italia longobarda, appare quindi un momento significativo e doveroso, che non potrà che innalzare il livello della conoscenza su queste gentes che rinnovarono l’antichità classica, rafforzando i valori che hanno portato al riconoscimento UNESCO”.

IL PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 13 NOVEMBRE. Alle 9.30, saluti di apertura; 10.30, Inizio lavori, Angela Ferroni, Francesca Morandini, Associazione Italia Langobardorum. “I Longobardi in Italia: un possibile quadro delle conoscenze”: modera Gian Pietro Brogiolo (già università di Padova). 11, Federico Marazzi (università Suor Orsola Benincasa) “Perché i Longobardi entrarono in Italia? Geopolitica del VI secolo fra Europa e Mediterraneo”; 11.30, Caterina Giostra (università Cattolica del Sacro Cuore) “Verso l’al di là: le sepolture longobarde”; 12, Fabio Scirea (università degli Studi di Milano) “Architettura religiosa nella Langobardia: un profilo”. Modera: Marco Sannazaro (università Cattolica del Sacro Cuore). 15, Marco Valenti (università di Siena) “Insediamento in ambito rurale e urbano tra VII secolo e metà VIII secolo”; 15.30, Vasco La Salvia (università di Chieti e Pescara Gabriele d’Annunzio) “La presenza dei Longobardi nei musei”; 16, Marina Righetti (Sapienza Università di Roma) “Antichi e nuovi linguaggi: la sintesi dell’arte longobarda”; 17, Flash Talks: Roberto Farinelli (università di Siena) “I lambardi nei castelli della Toscana meridionale e il loro rapporto con gli arimanni di età longobarda”; Giorgio Postrioti (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio dell’Umbria), Gaia Battistini (libera professionista), Lorenzo Bigo (università Ca’ Foscari di Venezia), Jacopo Paiano (libero professionista), Lorenzo Passera (università di Udine), Federico Thaler (libero professionista) “La necropoli in località Cerbara di San Giustino (PG)”; Silvana Rapuano (università della Campania Luigi Vanvitelli) “Nuovi dati su Sant’Ilario a Port’Aurea di Benevento (VII-VIII secolo)”; Elena Stambuco (Sapienza Università di Roma) “Il reimpiego nella chiesa di Salvatore a Spoleto: da ipotetico tempio del culto imperiale a basilica cristiana”; Erika Bergamaschi (università Cattolica del Sacro Cuore) “L’evoluzione delle fibule longobarde tra mondo barbarico e mondo bizantino”.

IL PROGRAMMA DI GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE. 9.45, “Le sette componenti del sito seriale UNESCO: stato delle ricerche e prospettive”: modera Piero Pruneti (Archeologia Viva); 10, Luca Villa, Annalisa Giovannini (civico museo Archeologico di Romans d’Isonzo) “Longobardi a Cividale, Romans d’Isonzo e nel ducato friulano”; 10.30, Fabio Saggioro (Università degli Studi di Verona), Andrea Breda (già Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia): Brescia e il suo territorio in età longobarda. Lo stato dell’arte”; 11, Sara Masseroli (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Como Lecco Monza-Brianza Pavia Sondrio e Varese), Stefano Aiello (direzione regionale Musei nazionali Lombardia) “Castelseprio e il suo territorio – Il castrum e il borgo: novità, aggiornamenti e prospettive future”; 11.30, Donatella Scortecci (università di Perugia), Giorgio Flamini, Massimiliano Bassetti (Alma Mater Studiorum università di Bologna), Antonio Ciaralli (università di Perugia) “Riflessioni su un decennio e oltre di studi sul San Salvatore di Spoleto e il Tempietto sul Clitunno (2011-2024)”; 12.10, Paola Mercurelli Salari (museo nazionale del Ducato di Spoleto) “Nuovi percorsi per il Museo nazionale del Ducato di Spoleto”. Modera Marcello Rotili, già università della Campania Luigi Vanvitelli. 15, Simone Foresta (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento) “Studi e ricerche recenti su Benevento longobarda”; 15.30, Alessandro Lagioia, Marcello Mignozzi (università di Bari Aldo Moro) “Dalle testimonianze scritte a quelle pittoriche: recenti acquisizioni sul Santuario micaelico”; 16, Flash Talks: Francesca Pandimiglio (liceo Classico e Linguistico “Buratti” VT) “Testimonianze dei luoghi di vita e di morte in età longobarda: il sito rupestre di Santa Cecilia a Soriano nel Cimino e la necropoli di Santa Lucia a Bagnoregio”; Lucina Caramella, Pierluigi Piano (Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varese) “Alcune considerazioni sulla diffusione del culto micaelico nella Diocesi di Milano e il San Michele di Golasecca”; Andrea Santolini (Associazione Longobardia) “L’anima longobarda nell’odierna Europa”; Tetyana Shyshnyak (Associazione culturale internazionale Orbisophia), Matthew Peattie (University of Colorado Boulder) “Il patrimonio sonoro dei longobardi. Vecchi Neumi alle nuove tradizioni. L’antico canto beneventano nel XXI secolo”; Gabriele Zorzi (Associazione La Fara) “Raccontare i Longobardi attraverso la ricostruzione e la didattica immersiva”; 17.30, conclusioni: Danilo Chiodetti, presidente Italia Langobardorum; 18, chiusura lavori.

 

A Tourisma 2019 protagonisti i Longobardi con il progetto “Longobardi in vetrina” dell’associazione Italia Langobardorum, 15 mostre a creare la prima grande mostra diffusa per valorizzare i siti Unesco e le realtà museali con tesori longobardi

Fibula aurea a disco, tipica della produzione artistica dei longobardi

Il logo del progetto “Longobardi in vetrina”

I Longobardi protagonisti della seconda giornata di Tourisma 2019, il salone di archeologia e turismo culturale in programma al Centro congressi di Firenze dal 22 al 24 febbraio 2019. Sabato 23 febbraio, in sala Verde, dalle 9 alle 13.30, l’associazione Italia Langobardorum presenta il progetto “Longobardi in vetrina. 15 Mostre per conoscere un popolo”, un progetto ambizioso ideato e coordinato da Francesca Morandini (Brescia), Maria Stovali (Spoleto), Arianna Petricone (associazione Italia Langobardorum), che gode del patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività culturali e ha ottenuto il contributo del Mibac. “Longobardi in vetrina” propone la diffusione della conoscenza della cultura longobarda attraverso la valorizzazione delle realtà museali presenti nei sette singoli complessi monumentali, parte integrante del sito UNESCO, ma anche di quelli espressione dei territori coinvolti dal passaggio dei Longobardi. La collaborazione e la sinergia tra i musei sono favorite da scambi temporanei di reperti, articolati in esposizioni tematiche, tra musei della rete e luoghi del sito Unesco (museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli, l’antiquarium di Castelseprio, il museo di Santa Giulia di Brescia, il museo nazionale del Ducato di Spoleto, il tempietto di Campello sul Clitunno, il museo Diocesano di Benevento, i musei Tecum di Monte Sant’Angelo) ed altri sette musei presenti sul territorio nazionale.

L’auditorium del Palacongressi di Firenze stracolmo per Tourisma, il salone di Archeologia e Turismo culturale (foto Graziano Tavan)

Il logo dell’associazione Italia Langobardorum

Tourisma 2019. I lavori, moderati da Cinzia Dal Maso, direttore di Archeostorie, aprono alle 9 con i saluti di Laura Castelletti, presidente di Italia Langobardorum; alle 9.10, introduzione di Angela Maria Ferroni, funzionario archeologo Ufficio Unesco MiBAC; alle 9.25, Filippo Maria Gambari, direttore del museo delle Civiltà di Roma, parla de “Il valore della rete”. Chiudono, alle 9.40, questo primo blocco di contributi, Francesca Morandini, Maria Stovali, Arianna Petricone, responsabili progetti Associazione Italia Langobardorum, con “Longobardi in vetrina: genesi e realizzazione di un progetto nazionale”. Alla narrazione di Maria Angela Galatea Vaglio è affidata la suggestione dei temi emersi dalle singole mostre, accompagnate ciascuna da una tavola illustrata di Tommaso Levente Tani. Gli scambi tra i musei, le mostre temporanee e le attività culturali di supporto sono potenziate anche da una mostra virtuale online realizzata con MOVIO (www.longobardinvetrina.it) e da un catalogo unico, caratterizzando questo progetto come la prima mostra diffusa a livello nazionale, intesa come insieme di mostre sulla cultura Longobarda; la più grande per estensione territoriale e coinvolgimento di istituzioni e di patrimonio storico-archeologico.

Il castrum nell’area archeologica di Castelseprio

La tomba 43 con il cavallo dalla necropoli di San Mauro, conservata al museo Archeologico nazionale di Cividale

Il presbiterio della basilica di San Salvatore a Spoleto

Quindici mostre per conoscere i Longobardi. Ben 15 sono le mostre realizzate contemporaneamente e 7 i temi trattati con il progetto “Longobardi in vetrina”: a Tourisma vengono presentate a blocchi seguendo questi sette approfondimenti. Alle 10, Angela Borzacconi del museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli presenta “Animali totemici dell’immaginario longobardo”, sviluppato in tre sedi: Cividale del Friuli (Ud) con la sepoltura di cavallo e cavaliere (necropoli di San Mauro, T43), Povegliano Veronese (Vr) con la sepoltura di cavallo acefalo e cani (necropoli dell’Ortaia, T s.n.), Spilamberto (Mo) con le sepolture di cavalli acefali (necropoli di Ponte del Rio, T 63, 66, 67). Alle 10.15, Sara Masseroli, direttore del parco archeologico di Castelseprio, e Anna Provenzali, conservatore del civico museo Archeologico di Milano, presentano “Flavia Sebrio. Castelseprio longobarda, presidio militare e città regia” a Castelseprio (Va) col castrum, e a Milano con le monete della zecca sepriese. Alle 10.30, Paola Mercurelli Salari, direttore Rocca Albornoz, museo nazionale del Ducato di Spoleto e Tempietto di Campello sul Clitunno, presenta “Reimpiego e recupero dell’antico in area spoletina in età longobarda” col recupero tardoantico del Tempietto a Campello sul Clitunno (Pg) e della basilica di San Salvatore a Spoleto (Pg). Alle 10.45, ancora Paola Mercurelli Salari e Francesca Manuela Anzelmo, storica dell’arte museo delle Civiltà di Roma, illustrano “L’intelligenza nelle mani: produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda” allestita a Spoleto (Pg) e a Roma con oggetti in metallo provenienti dalle necropoli di Nocera Umbra (Pg) e Castel Trosino (Ap), realizzati utilizzando tecniche diverse: fusione a stampo, cloisonné, punzonatura, filigrana, agemina, e niello.

Ricostruzione dell’equipaggiamento di un guerriero longobardo (ass. Italia Langobardorum)

Armi longobarde esposte al museo di Santa Giulia di Brescia

Prezioso corredo da una tomba femminile dalla necropoli gota-longobarda di Collegno, esposta al museo delle Antichità di Torino (foto soprintendenza Archeologia del Piemonte e delle Antichità Egizie)

Dopo la pausa, “Longobardi in vetrina” riprende sempre in sala Verde. Alle 11.50, mons. Mario Iadanza, direttore biblioteca Capitolare e museo Diocesano di Benevento, e Pasquale Palmieri, architetto del Comune di Benevento, illustrano “Scritture in-colte: testimonianze di mezzi e strumenti per la comunicazione” a Benevento tra museo e biblioteca. Alle 12.05, Immacolata Aulisa dell’università di Bari “Aldo Moro”, Marilina Azzarone per i musei TECUM Santuario di San Michele Arcangelo, e Gabriella Pantò direttore museo di Antichità dei Musei Reali di Torino, presentano “Le armi e il potere”, a Monte Sant’Angelo (Fg) con la riproduzione delle iscrizioni nel santuario di Monte Sant’Angelo, e a Torino con un corredo della necropoli di Collegno. Alle 12.20, Francesca Morandini archeologo della Fondazione Brescia Musei, e Ilenia Bove storica dell’arte Museo delle Civiltà di Roma, presentano “L’ideale guerriero” a Brescia con le molte necropoli scoperte in più di un secolo, e a Roma con i sepolcreti di Nocera Umbra (Pg) e Castel Trosino (Ap). Alle 12.35, Caterina Giostra dell’università Cattolica del Sacro Cuore (Mi) si sofferma su “Le origini dei Longobardi: migrazioni, clan, culture attraverso il Dna”. Chiude l’intensa mattinata, alle 12.50, la scrittrice Galatea Vaglio con “Raccontare i Longobardi”: “Quella dei Longobardi – scrive – è più che una storia, è una parabola. Scesi dall’oscuro Nord in cerca di terre migliori e di bottino, sono i più barbari dei barbari: un marasma indefinito di tribù e di uomini, tenuti insieme solo dal bisogno o dall’ambizione. Entrano nel giardino dell’impero come chi vuole prendere, ma alla fine ne sono presi. I Goti in Italia erano rimasti Goti, i Franchi un giorno scenderanno, ma restando sempre Franchi. I Longobardi no. Loro si trasformano, si adattano, si mimetizzano, si definiscono come popolo, e come comunità, tanto che al crollo del loro regno non sarà più possibile distinguerli se non per i nomi”.