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Aquileia (Ud). Tre monete d’oro degli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio tra le scoperte più significative della campagna di scavo 2025 nell’ex Fondo Pasqualis (area del mercato tardo-antico) diretta da Patrizia Basso dell’università di Verona, in accordo con Sabap-Fvg, e la collaborazione scientifica e finanziaria della Fondazione Aquileia. Nuovi dati sull’antica banchina fluviale

Il gruppo di lavoro 2025 dell’università di Verona, diretto da Patrizia Basso con Diana Dobreva, con la funzionaria della Sabap Fvg Serena Di Tonto, il presidente Roberto Corciulo e il direttore della Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi (foto univr / sabap fvg)

Tre monete d’oro degli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio, custodite per secoli sotto il pavimento di un portico del mercato: forse doni imperiali, forse un piccolo tesoro nascosto nel tempo della paura. Sono una delle scoperte più significative della nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia, conclusa da pochi giorni, condotta da un’équipe dell’università di Verona – dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia e sulla base dell’accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, che fin dal 2018 sostiene generosamente i lavori. Le indagini si sono protratte per tre mesi e hanno coinvolto una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese e di altre università italiane e straniere, permettendo così di investigare più di 800 mq di terreno mai scavato in precedenza e di ottenere nuovi importanti dati per la storia del sito e dell’intera città. Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 14 giugno e il 27 settembre 2025 dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle arti E Paesaggio del Friuli Venezia-Giulia, il museo Archeologico nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.

Una delle tre monete d’oro portate alla luce con gli scavi del 2025 nell’ex Fondo Pasqualis ad Aquileia: solido di Valente (367-375 d.C.), coniato nella zecca di Costantinopoli (foto univr / sabap fvg)

Il rinvenimento più importante di questa campagna di scavo è stato quello di tre monete d’oro, rispettivamente coniate dagli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio, e quindi databili alla fine del IV sec. d.C.: si tratta di tre nominali diversi, molto rari, che probabilmente non erano monete in circolazione, ma forse doni dell’imperatore a qualche personaggio della corte, per celebrare ricorrenze particolari. Rinvenute sotto il piano pavimentale del portico di uno degli edifici del mercato, su cui continueranno in futuro le indagini, le monete potrebbero essere state tesaurizzate in un momento di grave pericolo e poi mai più recuperate.

Particolare da drone della fila di anfore pertinenti a una fase di frequentazione precedente al complesso commerciale del mercato tardo-antico di Aquileia (foto univr / sabap fvg)

Di particolare interesse e novità per la storia degli studi dell’areale è anche la complessa stratificazione emersa nel terreno con la campagna 2025. Quest’anno, innanzitutto, si è meglio chiarita la frequentazione dell’areale precedente alla costruzione del complesso commerciale, databile sulla base dei materiali raccolti alla fine del I sec. d.C.: si sono in effetti portate alla luce altre 19 anfore oltre alle 23 già evidenziate nel 2024, probabilmente funzionali a realizzare un sistema di drenaggio-rinforzo per migliorare la staticità del terreno in relazione a un vano lungo e stretto che, correlato ai pilastri analizzati nel 2024, sembra pertinente a uno o più magazzini. Con ogni probabilità si tratta di strutture di stoccaggio correlate alla prima banchina fluviale rinvenuta in area, relativa a un fiume molto più ampio dell’attuale. Questi rinvenimenti dimostrano che anche quest’area meridionale della città, di cui prima dei nostri scavi non era nota la funzione, ospitava una serie di approdi e scali per le merci che arrivavano dal mare tramite il fiume. Si può, dunque, desumere che il porto fluviale della città fosse più esteso rispetto al settore occidentale già ampiamente noto, seguendo a sud il corso del Natissa e anche qui andando a comprendere strutture per il ricovero delle merci.

La strada acciottolata individuata fra due degli edifici del complesso commerciale del mercato tardo-antico di Aquileia (foto univr / sabap fvg)

Per quanto concerne il grande complesso mercantile già noto dagli scavi degli anni precedenti, costituito da sei grandi edifici per lo stoccaggio e la vendita in particolare di prodotti alimentari (cereali, carni, verdure e frutta ecc.), nel corso della campagna 2025 si è portata alla luce nella sua interezza la strada acciottolata già in parte individuata nel 2023 e 2024 fra due degli edifici del mercato. Questo tracciato, staccandosi dal decumano posto a nord del complesso, permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano tali spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche i solchi lasciati dalle ruote sul suo piano di calpestio. Gli scavi 2025 hanno, inoltre, evidenziato un settore del crollo del portico occidentale di uno degli edifici del mercato, consentendo il recupero di altre numerose cariossidi di cereali combuste, oltre a quelle già raccolte negli scorsi anni di indagine: si tratta di dati di grande interesse anche per studiare l’alimentazione del tempo.

Uno degli inumati portati alla luce sopra i livelli di crollo del complesso commerciale del mercato tardo-antico di Aquileia (foto univr / sabap fvg)

Infine, nell’area del complesso commerciale, ma anche fra le due cinte murarie già indagate negli anni scorsi, si sono messe in luce evidenze che ci parlano della frequentazione dell’area dopo l’abbandono del mercato. Si tratta di resti di strutture abitative dotate di focolari, di vani produttivi e di una strada più tarda che continuò a correre sul tracciato della precedente, confermando che la vita qui è continuata anche dopo la distruzione del grande complesso commerciale. Inoltre, il rinvenimento di alcune sepolture di inumati, prive di corredo, su cui sono in corso analisi al C14 per le datazioni, testimonia ancora una volta la lunga frequentazione dell’area.

Aquileia (Ud). Chiusa la campagna di scavo 2024 dell’università di Verona nell’area ex fondo Pasqualis: nuove importanti informazioni sull’area del mercato di Aquileia tardo-antica. Ma non solo: ecco i risultati

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Il team dell’università di Verona impegnato nella campagna 2024 nell’area del mercato tardo-antica, ex fondo Pasqualis, ad Aquileia (foto fondazione aquileia)

L’area del mercato di Aquileia tardo-antica rivela ogni anno nuove informazioni importanti per la storia del sito e dell’intera città. Anche la campagna di scavo 2024 nell’area ex fondo Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia, dell’équipe dell’università di Verona, dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, conclusasi pochi giorni fa, non ha deluso le aspettative. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia e sulla base dell’accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, che fin dal 2018 sostiene generosamente i lavori. Le indagini si sono protratte per tre mesi – tra luglio a ottobre 2024 – e hanno coinvolto una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese, permettendo così di investigare più di 700 mq di terreno mai scavato in precedenza e di ottenere nuovi importanti dati.

Di particolare interesse e novità per la storia degli studi dell’areale è la complessa stratificazione emersa nel terreno con la campagna 2024. Quest’anno lo scavo ha in effetti raggiunto i più antichi livelli pavimentali finora evidenziati nel terreno e in particolare un solido battuto databile al I sec. d.C. e correlabile a poderosi pilastri.

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Aquileia, fondo ex Pasqualis: l’allineamento di anfore trovate nell’area del mercato dall’università di Verona (foto fondazione aquileia)

Si tratta di strutture il cui significato funzionale andrà definito con il prosieguo della ricerca, ma che risultano in fase con la prima banchina di sponda settentrionale di un fiume Natissa ben più ampio dell’attuale, messa in luce già in passato nel terreno di indagine. A queste fasi di frequentazione dell’area precedenti al mercato tardoantico, va attribuito anche l’allineamento di anfore poste in posizione verticale e segate all’altezza della spalla che era già cominciato a emergere nel 2023 e che quest’anno è arrivato a contare 23 esemplari.

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Aquileia, fondo ex Pasqualis: tratto di strada acciottolata trovata nell’area del mercato dall’università di Verona (foto fondazione aquileia)

Un altro dato di interesse della campagna 2024 relativamente al mercato è la messa in luce di un ulteriore, lungo tratto di strada acciottolata, già individuata nel 2023 fra due dei suoi sei edifici: staccandosi dal decumano posto a nord del complesso, essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche i solchi lasciati dalle ruote sul suo piano di calpestio.

Gli scavi 2024 hanno, inoltre, evidenziato un settore del crollo del portico occidentale di uno degli edifici del mercato, permettendo il recupero di altre numerose cariossidi di cereali combuste, oltre a quelle già raccolte negli scorsi anni di indagine: si tratta di dati di grande interesse anche per studiare l’alimentazione del tempo. Infine, va citato il rinvenimento di alcune strutture di età altomedievale che attestano la frequentazione dell’area dopo l’abbandono del mercato: si tratta dei resti di due piccole strutture abitative, dotate di focolari, con muri realizzati reimpiegando nelle fondazioni elementi costruttivi del mercato e alzati lignei.

Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 15 giugno e il 28 settembre 2004 dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia-Giulia, il museo Archeologico nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.

Aquileia. Bilancio della campagna di scavo diretta da Patrizia Basso (università di Verona) appena conclusa al Fondo ex Pasqualis: accertata l’esistenza di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici. Emersa una parte della banchina fluviale

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Campagna di scavo 2023 al Fondo ex Pasqualis dell’università di Verona (foto univr / fondazione aquileia)

L’area del mercato dell’Aquileia tardoantica prende sempre più forma. E con l’ultima campagna di scavo a Fondo ex Pasqualis, si è accertata l’esistenza di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici. Inoltre è emersa una parte della banchina fluviale esistente già prima dell’area commerciale. Un’équipe dell’università di Verona – dipartimento Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha da pochi giorni concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità Sud-Orientale di Aquileia. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

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Gruppo di lavoro dell’università di Verona con le professoresse Patrizia Basso e Diana Dobreva e il direttore di Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi (foto univr / fondazione aquileia)

“Si è trattato di una campagna particolarmente importante”, spiegano gli archeologi dell’ateneo veronese: “sulla base dell’accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, cui è conferita l’area archeologica e che fin dal 2018 sostiene generosamente i lavori, si è convenuto di allungare il periodo di scavo e di orientare la ricerca anche in funzione della futura valorizzazione del sito. Le indagini si sono protratte per due mesi e hanno coinvolto più di una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’università di Verona, permettendo così di investigare tre nuove vaste aree e aprendo pagine di grande interesse da verificare con il prosieguo della ricerca”. Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 17 giugno e il 23 settembre 2023 dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il museo Archeologico nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.

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Fondo ex Pasqualis ad Aquileia, campagna di scavo 2023: il lastricato del nuovo edificio di mercato portato alla luce a est degli altri (foto univr / fondazione aquileia)

Innanzitutto, nel corso dei lavori di quest’anno è venuto alla luce un quarto lastricato, oltre ai tre già noti dagli scavi degli anni Cinquanta del Novecento e dalle nostre recenti indagini. Quest’ultimo è ubicato a Est degli altri e a una quota più alta, perché probabilmente si adeguava al naturale andamento del terreno. “Tale scoperta – continuano – indirizza verso l’ipotesi di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, ognuno caratterizzato da un’area scoperta attorniata da portici e botteghe: si tratterebbe di un mercato davvero straordinario per monumentalità e ampiezza, unico nell’Impero, almeno allo stato attuale delle conoscenze, e quindi tale da attestare con particolare evidenza la vitalità di Aquileia come centro di scambi e commerci nel Tardoantico”.

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Fondo ex Pasqualis ad Aquileia, campagna di scavo 2023: la strada acciottolata emersa fra due degli edifici del mercato, in corso di scavo (foto univr / fondazione aquileia)

I quattro edifici dovevano essere composti in modo modulare (due a due), lasciando uno spazio intermedio fra loro, ove nello scavo di quest’anno è stata individuata una strada acciottolata, che dal decumano posto a nord del mercato e quindi dall’area della basilica portava al grande centro commerciale: essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche le tracce individuate sul suo piano di calpestio. Come dimostrato nel corso degli scavi condotti in questi anni, al mercato si accedeva anche dal fiume, attraverso una serie di ingressi aperti sul più esterno dei due muri di cinta urbani portati alla luce a sud delle stesse piazze e correlati a rampe per il trasporto delle merci.

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Fondo ex Pasqualis ad Aquileia, campagna di scavo 2023: la fila di anfore rivenute presso il muro perimetrale di uno degli edifici del complesso commerciale (foto univr / fondazione aquileia)

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Fondo ex Pasqualis ad Aquileia, campagna di scavo 2023: la scalinata acquea correlata alla banchina sul fiume di una fase precedente al mercato emersa in un approfondimento di scavo molto complesso per l’abbondante acqua di falda (foto univr / fondazione aquileia)

Infine, fra le scoperte di quest’anno si segnala il rinvenimento lungo un muro perimetrale di uno degli edifici di una decina di anfore poste in posizione verticale, segate all’altezza della spalla e quindi mancanti del collo e dell’orlo. La loro funzione andrà chiarita con il seguito dei lavori, ma esse già da ora risultano riferibili a una fase precedente alla realizzazione del mercato, quando nell’area esisteva una banchina fluviale e altre strutture ancora individuate solo parzialmente, perché in gran parte coperte dalle piazze. Di questa banchina nella campagna 2023 è stata messa alla luce una scalinata acquea composta da 4 gradini in arenaria che era funzionale proprio alla discesa verso il fiume.

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Copertina del libro “Aquileia. L’area delle mura e del mercato tardoantichi. Lo scavo negli archivi” di Patrizia Basso e Diana Dobreva

Parte integrante del lavoro sul campo è stato anche quello svolto negli archivi del museo Archeologico nazionale di Aquileia con la possibilità di riesaminare la documentazione grafica, fotografica e manoscritta lasciata dagli archeologici che hanno indagato l’area prima di noi. Alcune delle loro intuizioni sono state confermate dai nostri scavi, mentre per altre è stato necessario un’attenta lettura dei dati d’archivio. I risultati di queste ricerche hanno trovato spazio in un primo volume di prossima uscita, in cui si raccontano le vicissitudini di più di un secolo di scoperte archeologiche nell’area.

Aquileia. Nuove scoperte nell’area del mercato tardoantico nella campagna di scavo 2021 nel fondo ex Pasqualis dell’università di Verona diretta da Patrizia Basso

Un momento dell’open day del 25 settembre 2021 nell’area del mercato tardoantico nel Fondo ex Pasqualis ad Aquileia (foto univr)

Nuove scoperte nell’area del mercato dell’Aquileia tardoantica. Un’équipe dell’università di Verona – dipartimento Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso, coadiuvata da Diana Dobreva, ha da pochi giorni concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-occidentale di Aquileia. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia-Giulia e con la collaborazione e il sostegno economico della Fondazione Aquileia. Lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno veniva coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti con le indagini, i due open day organizzati il 19 giugno e il 25 settembre 2021 dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio del Friuli Venezia-Giulia.

I vari livelli di pavimentazione della strada a Nord del complesso commerciale tardoantico nel Fondo ex Pasqualis ad Aquileia emersi dagli scavi dell’università di Verona (foto univr)

Lo scavo 2021 si è concentrato sul nuovo edificio del mercato tardoantico della città, portato alla luce nel 2020: dell’edificio si è in particolare messo in luce il possente muro di limite settentrionale, ampiamente spoliato e impostato su una struttura precedente, che in questa fase dei lavori (ma si attendono i risultati dell’analisi dei materiali) sembra inquadrabile in età altoimperiale. Fra il muro e la piazza si è individuato un duplice accesso porticato, probabilmente destinato rispettivamente ai carri (di cui restano tracce dei solchi prodotti dalle ruote nella pavimentazione in cocciopesto) e ai pedoni. Tale accesso era in diretto collegamento con la strada che si è portata alla luce immediatamente a nord del muro e che costituiva uno dei cardini della città, oggi riproposto dalla via Patriarchi: l’indagine di scavo ne ha messo in luce vari livelli di preparazione pavimentale sovrapposti, a partire probabilmente da età altoimperiale fino all’odierna. Per quanto il lavoro sia ancora in progress, le indagini fin qui condotte evidenziano con sempre maggiori dettagli l’assoluto interesse di questo articolato complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, ognuno caratterizzato da una piazza attorniata da portici e botteghe: si tratta infatti di un complesso davvero straordinario per monumentalità e differenziazione delle aree di vendita, che non trova confronti nell’Impero e attesta con particolare evidenza la vitalità come centro di scambi e commerci dell’Aquileia tardoantica.

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Il team dell’università di Verona impegnata nella campagna di scavo ad Aquileia nel 2019 (foto univr)

Al mercato, come si è detto, si accedeva da Nord e quindi dall’area della basilica, ma anche dal fiume, come hanno dimostrato le aperture sul più esterno dei due muri di cinta urbani portati alla luce a Sud delle stesse piazze e le rampe correlate a queste aperture individuate con gli scavi dell’università di Verona nel 2018-19. Il fiume, infatti, per quanto ridimensionato nell’alveo, doveva costituire ancora nel tardoantico una via di comunicazione importante e, anzi, è probabile che proprio qui a meridione della città si fossero venute a creare in quell’epoca nuove aree di attracco, in sostituzione del porto fluviale più antico, a quel tempo ormai in disuso. Scale di discesa verso il fiume erano in effetti già emerse nel corso di scavi della soprintendenza nella braida Pasqualis condotti negli anni Novanta del Novecento.

Strutture di una fase di frequentazione dell’areale precedente alla costruzione del mercato tardoantico ad Aquileia; in sezione sotto le lastre di una delle piazze sono visibili gli spessi strati di sabbia di riporto funzionali a tale costruzione (foto univr)

Al di sotto dei livelli di costruzione del complesso commerciale, formati da cospicui riporti sabbiosi, probabilmente funzionali a rialzare la quota d’uso per isolarla dall’umidità del terreno, si sono individuate, oltre al muro già citato, altre strutture pertinenti a fasi di vita precedenti dell’areale e attribuibili con buona probabilità a un grande edificio pubblico, la cui funzione allo stato attuale della ricerca non è determinabile. Lo scavo 2021 ha anche permesso di capire che la costruzione del mercato avvenne in un momento unitario, per quanto poi i portici e le botteghe laterali abbiano conosciuto nel tempo almeno due importanti rifacimenti, in particolari evidenziati da diversi livelli pavimentali.

Scavo della tomba a inumazione emersa nel 2021 nell’area del mercato tardoantico ad Aquileia (foto univr)

Va ricordato, infine, che nell’area si sono portate alla luce tracce delle fasi posteriori alla defunzionalizzazione del complesso, caratterizzate in particolare da attività artigianali, di cui restano scorie di lavorazione e un rozzo basamento forse da incudine, e da un’ulteriore tomba a inumazione, oltre alle due rinvenute l’anno scorso.