Roma. Aperture straordinarie della piramide di Caio Cestio con visite guidate per tre domeniche, tra febbraio e aprile. Ecco la storia di uno dei monumenti più fotografati della Città eterna

La piramide di Caio Cestio innalzata a Roma lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C. (foto ssabap-roma)
È tra i monumenti più fotografati della Città eterna e dopo il Colosseo è il più iconico. Una piramide a Roma desta stupore e meraviglia anche millenni dopo la sua costruzione. Eppure non era la sola, ma è l’unica superstite di una serie di costruzioni similari presente a Roma nel I sec. a.C., sulla scia della moda egizia che si diffuse dopo la conquista del paese dei Faraoni avvenuta nel 31 a.C. La soprintendenza speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, si impegna per la tutela e la conservazione dell’edificio e per offrire opportunità di visita rivolte ai cittadini. In quest’ottica, si inserisce il piano di aperture straordinarie, curato dalla responsabile dell’Ufficio Valorizzazione Angelina De Laurenzi e dal responsabile del sito, l’archeologo Renato Sebastiani, che si terranno da marzo ad aprile 2023. L’iniziativa è supportata da Anvideas e costituisce un esempio di dialogo positivo tra pubblico e privato. Tre domeniche, tre turni di visita (alle 9.30 – 10-30 – 11.30) per un massimo di venti partecipanti per gruppo, una guida pronta a rispondere a tutti i dubbi e le curiosità sulla Piramide. Le visite guidate gratuite si terranno nelle mattinate di domenica 19 febbraio, domenica 26 marzo e domenica 16 aprile. La prenotazione è obbligatoria compilando l’apposito modulo.

La piramide di Caio Cestio fu inglobata nelle mura Aureliane realizzate tra il 272 e il 279 (foto ssabap-roma)
Tutto è straordinario nella storia del monumento che caratterizza il paesaggio urbano contemporaneo. Infatti, Caio Cestio, uomo politico romano, membro del collegio sacerdotale degli epuloni, dispose nel testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide, avvenisse in 330 giorni. La tomba fu innalzata lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C., cioè tra l’anno di promulgazione della legge contro l’ostentazione del lusso che impedì di porre all’interno della cella alcuni pregiati arazzi, e quello della morte di Agrippa, genero di Augusto, menzionato tra i beneficiari del testamento. La piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano e, sfidando il tempo, è giunta intatta fino ai giorni nostri. In anni recenti, l’edificio è stato sottoposto a un importante restauro che ha fatto tornare a splendere il candido marmo. Il progetto è stato finanziato da un mecenate nipponico che ha chiesto e ottenuto che l’intervento fosse concluso entro 330 giorni richiamando la vicenda del testamento di Caio Cestio.
Roma. Apertura straordinaria dell’area archeologica di Grottarossa al VI miglio della via Flaminia che presenta una grande concentrazione di edifici funerari

Area archeologica di Grottarossa sulla via Flaminia: un mausoleo “a torre” (I secolo a. C.-I secolo d. C.), trasformato in fortilizio a controllo del Tevere nel Medioevo (foto ssabap-roma)
Visite guidate e aperture straordinarie a settembre nei luoghi più affascinanti della via Flaminia. Con una vera novità per settembre 2022: l’apertura straordinaria dell’area archeologica di Grottarossa. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, ha infatti attivato un progetto di valorizzazione di alcuni dei siti meno conosciuti del XV Municipio curato dall’archeologo responsabile Roberto Narducci e dalla responsabile dell’ufficio valorizzazione Angelina De Laurenzi. Posta al VI miglio dell’antica via Flaminia, che riemerge in più punti tra gli edifici moderni, la piana di Grottarossa presenta una grande concentrazione di edifici funerari, alcuni dei quali di straordinaria monumentalità forse per la vicinanza con l’abitato di Rubrae e con grandiose ville residenziali situate sull’altopiano omonimo. Le indagini compiute dalla Soprintendenza tra il 1980 e il 1989 hanno individuato diversi edifici funerari, un grande complesso residenziale, un impianto tardo antico ed un lungo tratto della via consolare che corre tra i mausolei in parte ancora visibili. Questi sono del tipo “a torre” (I secolo a. C.-I secolo d. C.), trasformato in fortilizio a controllo del Tevere nel Medioevo, a tamburo cilindrico (seconda metà del I secolo a. C.) ed un sepolcro del tipo a “tempietto” (metà II secolo d. C.). Più a nord, sullo stesso lato della Flaminia, si succedono altri monumenti funerari, tra cui quello “a nicchie” per olle cinerarie delimitato da un recinto in laterizio (I secolo d. C.). L’angolo sinistro del frontone del sepolcro “a tempietto” in laterizi sagomati, coronato da una raffinata cornice marmorea, è stato recuperato e ricomposto nell’Antiquarium di Malborghetto che accoglie alcuni materiali testimonianza della ricchezza dell’area e della sua lunga frequentazione fino nel Medioevo, quando il sito divenne una cava per materiali da calcinare. Le visite si terranno sabato 17 settembre 2022 in tre turni: alle 10, alle 11.30 e alle 13 per un massimo di trenta partecipanti. Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo. Prenotazioni al link https://bit.ly/3QpXL6a.
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