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Pompei. All’anfiteatro degli Scavi, concerto di Max Gazzè, tributo alla band inglese, nel 50mo del film-concerto “Pink Floyd: Live at Pompeii”: gli spettatori in presenza e in streaming (visione gratuita sulla piattaforma ITsART) vivranno un’esperienza immersiva unica grazie a soluzioni digitali innovative basate sulla tecnologia 5G a onde millimetriche

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Un frame del video “Pink Floyd. Live at Pompeii” girato nell’anfiteatro nel 1971

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Il cantante Max Gazzè agli Scavi di Pompei (foto parco archeologico di pompei)

Cinquant’anni. Tanti ne sono passati da quel memorabile concerto a porte chiuse nell’anfiteatro di Pompei che vide esibirsi nel 1971 la storica band inglese per il film-concerto ‘Pink Floyd: Live at Pompeii’ diretto da Adrian Maben. Un evento irripetibile, certo. Ma in qualche modo evocabile. È quanto si propone Max Gazzè col concerto-evento immersivo tributo ai Pink Floyd. Venerdì 21 ottobre 2022, alle 20.30, l’Anfiteatro degli scavi di Pompei sarà infatti lo scenario di un concerto-evento capace di far vivere agli spettatori un’esperienza immersiva unica, generando suggestive interazioni tra la performance musicale, la scenografia e l’atmosfera magica del luogo grazie alle più avanzate tecnologie digitali. Protagonisti di questo spettacolo coinvolgente saranno Max Gazzè, che con un gruppo di eccezionali musicisti e voci si esibirà in un tributo ai Pink Floyd per rendere omaggio al film-concerto girato a Pompei nel 1971, e TIM che in collaborazione con Qualcomm metterà a disposizione del pubblico avanzate tecniche di Extended Reality e soluzioni digitali innovative basate sulla tecnologia 5G a onde millimetriche (mmWave). Il risultato di questo mix tra musica, luci e immagini speciali, sarà un concerto-evento che nell’atmosfera magica dell’Anfiteatro proietterà il passato nel futuro grazie alle più moderne tecnologie, realizzando un connubio tra reale e virtuale e arricchendo in questo modo lo spettacolo di forme e contenuti inediti. L’evento sarà fruibile sia in presenza, con prenotazione obbligatoria su piattaforma http://www.ticketone.it, sia in live streaming gratuito su ITsART, la piattaforma streaming dedicata all’arte e alla cultura italiana promossa dal ministero della Cultura, disponibile su Smart TV, PC, Smartphone e Tablet.

pompei_parco_concerto-max-gazzè_locandinaL’evento, di cui Magister Art ha curato la produzione artistica ed esecutiva, OTR Live quella artistica del concerto e GSNet la direzione tecnica dell’esperienza live, e del quale il Gruppo TIM è sponsor unico e partner tecnologico, si inserisce all’interno di ‘Pompeii Echoes’. Un format prodotto da Magister Art con la curatela di Ernesto Assante e nato per celebrare i 50 anni del film-concerto ‘Pink Floyd: Live at Pompeii’ diretto da Adrian Maben. Con questa iniziativa il parco archeologico di Pompei e il Gruppo TIM – in virtù di un accordo di partenariato pubblico privato – intendono proporre forme innovative di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso nuovi modelli di fruizione basati su applicazioni immersive in grado di offrire agli spettatori esperienze culturali e di intrattenimento dal vivo maggiormente coinvolgenti, con servizi di realtà aumentata e virtuale che sfruttano le potenzialità del 5G mmWave.

Il concerto-evento sarà la ricostruzione di un viaggio onirico sulle note dei 14 brani reinterpretati dai musicisti; al contempo 14 spazi virtuali in realtà aumentata, basati su simboli e architetture tra le più iconiche di Pompei, diventeranno parte attiva della scenografia e faranno da cornice al palco, restituendo una dimensione inedita del contesto storico e culturale dell’Anfiteatro. Grazie alla tecnologia TIM, gli spettatori presenti potranno ascoltare i brani musicali arricchiti di contenuti digitali 3D in realtà aumentata semplicemente inquadrando il palco con il proprio smartphone, fruendo di un’esperienza non godibile ad occhio nudo. Inoltre, da un’area dedicata e attraverso la tecnologia 5G mmWave, si potrà godere lo spettacolo con performance e qualità ancora migliori. Il 5G a onde millimetriche, infatti, grazie alla bassa latenza e ad un’elevata capacità di banda, consente di realizzare esperienze immersive uniche anche durante eventi con alta concentrazione di partecipanti. Anche coloro che guarderanno il concerto da casa in live streaming dalla piattaforma ITsART assisteranno ad uno spettacolo speciale: durante la visione, infatti, una telecamera dotata di specifici sensori per la realtà aumentata permetterà di creare una correlazione tra contenuti digitali ed elementi reali.

“Pompei chiude con quest’evento la serie di iniziative che sono state dedicate per tutto l’anno alla celebrazione dei 50 anni del concerto a porte chiuse dei Pink Floyd all’Anfiteatro”, spiega il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. “È stata un’occasione per ricordare che i luoghi di Pompei vivono in ogni tempo, attraverso il contemporaneo e varie forme d’arte, tra cui la musica. Ma soprattutto ci sta permettendo di sperimentare modalità differenti di fruizione, tecnologiche e immersive allo scopo di amplificare l’esperienza culturale e raggiungere un pubblico variegato”.

“Questo evento rappresenta un altro grande traguardo per TIM e ci consente di rafforzare la nostra leadership nelle soluzioni di nuova generazione per le Smart City, facendo vivere ai cittadini esperienze immersive in occasione di eventi culturali e di intrattenimento dal vivo”, interviene Claudio Pellegrini, responsabile Sales Local Government, Health & Education di TIM. “Siamo i primi sul mercato nazionale ed europeo a ideare e realizzare un concerto aperto al pubblico in cui il 5G ad onde millimetriche è l’abilitatore per esperienze uniche ed immersive. La forza delle connessioni di TIM trasformerà l’anfiteatro del parco archeologico di Pompei in un luogo unico dove la forma, le immagini evocative e i colori si integreranno con la musica per far vivere agli spettatori un’esperienza indimenticabile. Il nostro impegno è mettere a servizio le competenze di Gruppo per la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e artistico italiano attraverso tecnologie digitali. Vogliamo sempre di più consolidare la nostra presenza nel settore e diventare l’operatore di riferimento per accompagnare le organizzazioni pubbliche e private in questa direzione”. E Fabio Iaione, senior director, business development, Qualcomm Europe Inc., afferma: “Il concerto di Pompei Echoes sarà una straordinaria vetrina per dimostrare le capacità del 5G mmWave e i partecipanti potranno vivere un evento come mai prima d’ora che aggiungerà una nuova dimensione all’esperienza di andare al concerto. È un progetto entusiasmante e siamo orgogliosi di farne parte, non vediamo l’ora di vedere i risultati”.

Pompei. Nell’anfiteatro “Lezioni di rock” con Gino Castaldo e Ernesto Assante per rivivere la musica unica e rivoluzionaria dei Pink Floyd in quadrifonia nel 50° anniversario del film-concerto “Pink Floyd: Live at Pompeii”. Evento gratuito, prenotazione consigliata

Gino Castaldo e Ernesto Assante nell’anfiteatro di Pompei per “Lezioni di rock” (foto parco archeologico di pompei)
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Locandina di “Lezioni di rock” all’anfiteatro di Pompei

Nel 50° anniversario del film-concerto dei Pink Floyd all’Anfiteatro di Pompei ecco “Lezioni di rock” con Gino Castaldo e Ernesto Assante per rivivere la musica unica e rivoluzionaria dei Pink Floyd in quadrifonia all’anfiteatro di Pompei. Un’esperienza unica, non replicabile altrove, “avvolti” dalla magia della musica dei Pink Floyd riproposta in quadrifonia nello spazio straordinario dell’anfiteatro di Pompei, dove nel 1971 la band registrò lo storico concerto a porte chiuse, divenuto poi un film. Il 18 luglio 2022 a 50 anni del film-concerto “Pink Floyd: Live at Pompeii”, che il parco archeologico di Pompei sta celebrando assieme al Gruppo TIM e Magister Art attraverso una serie di iniziative durante tutto il 2022, Gino Castaldo e Ernesto Assante, critici musicali di fama con le loro “Lezioni di Rock” (una produzione di Elastica) condurranno gli ascoltatori alla riscoperta quadrifonica di “The Dark Side Of The Moon” nell’anfiteatro di Pompei. La partecipazione all’evento è gratuita fino ad esaurimento posti e si inserisce nelle serate di valorizzazione previste dal ministero della Cultura. Si consiglia la prenotazione (attiva da giovedì pomeriggio) sul sito www.ticketone.it  (prevendita on-line 1,50 euro). 

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Un frame del video “Pink Floyd. Live at Pompeii” girato nell’anfiteatro nel 1971

 

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Adrian Maben segue le riprese del docufilm “Reliving at Pompeii” (foto Magister Art)

Nell’anfiteatro di Pompei, luogo straordinario, nel 1971 il regista inglese Adrian Maben realizzava un film-concerto passato alla storia, “Pink Floyd: Live at Pompeii”, con la leggendaria band composta da David Gilmour, Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright che si esibiva a porte chiuse, anticipando alcuni brani di quello che sarebbe stato il capolavoro di “Dark side of the moon” poi pubblicato nel 1973. Alcune parti dell’opera erano infatti state inserite dalla band e dal regista Adrian Maben nella parte documentaria di “Pink Floyd a Pompei”. L’album aveva una particolarità: era stato realizzato per l’ascolto in quadrifonia, tecnologia che prevedeva lo spostamento del suono non solo da sinistra a destra, come nella classica stereofonia, ma utilizzando quattro fonti diverse, creando un coinvolgimento particolare dell’ascoltatore, che era letteralmente “avvolto” dal suono della band. Era un esperimento estremamente innovativo per l’epoca. I brani erano riproposti in quadrifonia, dal vivo nei concerti della band inglese, l’ascolto quadrifonico non era un ‘trucco’, un ‘effetto speciale’ da imbonitori, ma parte integrante della musica stessa, elemento centrale della comunicazione. Oggi la quadrifonia, che peraltro ha avuto una scarsa diffusione anche negli anni Settanta, non è più disponibile nelle case.

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Ernesto Assante e Gino Castaldo in “Lezioni di rock” all’anfiteatro di Pompei (foto giacomo maestri / elastica)

La serata, condotta da Ernesto Assante e Gino Castaldo, sarà centrata sulla storia e l’evoluzione musicale della band, una “lezione di rock” con la visione di spezzoni di film e concerti della band, con la quale ricostruire l’avventura del gruppo fino alla creazione di “The Dark side of the moon”. Il cuore della serata sarà l’ascolto in quadrifonia dell’intero album nello spazio dell’Anfiteatro del parco archeologico di Pompei, un’esperienza sensoriale straordinaria, in grado di dare nuova luce ad un album fondamentale della storia della musica.

A cinquant’anni da quello straordinario concerto filmato, lo scorso 28 ottobre 2021 si è dato avvio alle celebrazioni con un evento live in diretta streaming sul canale tv del MiC ITsART.tv: http://pompeiisites.org/comunicati/50-pink-floyd-live-at-pompeii-un-docufilm-evento-per-le-celebrazioni-del-50-anniversario/. Nel corso del 2022 proseguiranno altre iniziative appositamente ideate e prodotte dal parco archeologico di Pompei, il Gruppo TIM e Magister Art che ne curerà la produzione. In particolare, il Gruppo TIM metterà a disposizione la sua capacità di innovazione in molteplici ambiti di applicazione, quali piattaforme di ‘live streaming’ in AR, il 5G, l’IoT e il Cloud, con un approccio da Tech-company integrata, per far rivivere le atmosfere e la straordinarietà di un luogo unico al mondo, qual è Pompei, in una modalità immersiva e digitale, da tutti fruibile. L’evento è realizzato anche grazie al contributo di Milestone, Samsung e Audiovisual.

“Reliving at Pompeii”, in live streaming gratuito su ITsART, è il docufilm del parco archeologico di Pompei e del Gruppo TIM omaggio allo storico film-concerto del 1971 del regista Adrian Maben “Pink Floyd: live at Pompeii” nel 50° anniversario dalle riprese nell’anfiteatro senza pubblico di Pompei

Locandina delle celebrazioni in live streaming del 50mo del film “Pink Floyd. Live at Pompeii”
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L’anfiteatro romano di Pompei durante le registrazioni del video dei Pink Floyd nel 1971

A 50 anni dalle riprese del film-concerto “Pink Floyd: Live at Pompeii” diretto da Adrian Maben, che vide la storica band inglese esibirsi nel 1971 all’anfiteatro di Pompei in un memorabile concerto a porte chiuse, il parco archeologico di Pompei e il Gruppo TIM inaugurano una partnership per valorizzare ulteriormente un patrimonio unico al mondo, attraverso l’adozione di tecnologie digitali. Il 28 ottobre 2021, alle 20, in esclusiva gratuita live streaming su ITsART – la piattaforma digitale promossa dal MiC, dedicata all’arte e alla cultura italiana – sarà trasmesso il docufilm ‘Reliving at Pompeii’ in diretta dall’Anfiteatro in una modalità immersiva e digitale, da tutti fruibile. Per assistere al live streaming dell’evento trasmesso in esclusiva su ITsART basterà registrarsi gratuitamente al sito https://www.itsart.tv/it/.  

Adrian Maben segue le riprese del docufilm “Reliving at Pompeii” (foto Magister Art)
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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, durante le riprese del docufilm “Reliving at Pompeii” (foto Magister Art)

Il docufilm ‘Reliving at Pompeii’ è stato realizzato con la regia di Luca Mazzieri, Magister Art, e la supervisione di Adrian Maben, che è ritornato per ripercorrere le tappe più significative del viaggio dei Pink Floyd a Pompei negli anni ’70. Alla narrazione filmica, audiovisiva, sonora e multimediale e a spezzoni del film originale, si aggiungono innovative soluzioni digitali rese disponibili dal Gruppo TIM, quali l’augmented reality, il light mapping dell’anfiteatro e la virtual reality, che consentiranno di vivere un’esperienza immersiva a tutto tondo da remoto. Il Gruppo TIM, partner tecnologico esclusivo e promotore dell’evento insieme al parco archeologico di Pompei, ha reso possibile questa iniziativa grazie alla sua capacità di innovazione in molteplici ambiti di applicazione, quali piattaforme di ‘live streaming’ in AR, il 5G, l’IoT e il Cloud.

“Il concerto a porte chiuse del 1971 segnò un momento importante per la band, ma anche per il sito di Pompei e l’anfiteatro che, attraverso la musica, hanno raggiunto nuovi pubblici”, dichiara Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco. “Si trattò di un connubio di arte, musica e monumento, di una potenza enorme. A 50 anni il Parco vuole celebrare quello che fu un evento straordinario, attraverso la sinergia con un partner come TIM in grado di fornire strumenti avanzati e innovativi. Inoltre, la diffusione di questo primo docufilm attraverso la piattaforma ministeriale ITsART, ci consente di garantire una fruizione ampia del patrimonio culturale”. Claudio Pellegrini, responsabile Sales Local Government, Health & Education di TIM: “Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione le nostre competenze e tecnologie in questa iniziativa con il Parco Archeologico di Pompei e il MiC, che conferma l’importante ruolo che TIM può svolgere per accelerare la diffusione di servizi digitali innovativi nel campo della cultura e del turismo. Si tratta di soluzioni appositamente sviluppate grazie alle piattaforme 5G, Edge cloud e alle competenze delle aziende del Gruppo TIM, come Olivetti e Noovle. Siamo convinti che l’utilizzo di queste tecnologie possa favorire l’adozione di nuovi modelli di fruizione del nostro immenso patrimonio artistico e culturale, valorizzandolo ulteriormente, e dare così impulso al processo di digitalizzazione del Paese”.

‘Reliving at Pompeii’ è un docufilm inedito declinato in 5 brevi episodi che ripercorre i momenti creativi del regista in un viaggio intimo dentro i luoghi del parco archeologico e della città di Pompei, per andare alle origini di quella intuizione concretizzata con il primo ciak del famoso film-concerto di cinquant’anni fa. Contenuti audiovisivi e multimediali di alta qualità, un allestimento scenografico contemporaneo e tecnologico d’avanguardia, intervallati da interventi e interviste condotte da Ernesto Assante, firma giornalistica storica ed esperto di musica, nonché della band, costituiranno l’evento della serata che ha la direzione artistica e creativa di Magister Art e quella tecnica di GSNET.

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Alessandra Sorrentino nel docufilm “Reliving at Pompeii” (foto Magister Art)

Gli episodi narrano la genesi del film, realizzato ancora prima del clamoroso successo di “The Dark Side of the Moon” – divenuto poi “di culto” – contestualizzandolo ai giorni nostri rivolti ad un pubblico nuovo nel 2021. Conclude l’evento la proiezione del film “Pink Floyd: Live at Pompeii” ideato e realizzato da Adrian Maben nel 1971. Interpreti e personaggi principali: Adrian Maben, Giulio Cristini, Alessandra Sorrentino, Gabriel Zuchtriegel. L’ambientazione del contesto sarà altrettanto evocativa e in linea con l’identità dell’evento celebrato: l’Anfiteatro ospiterà solo un monolitico schermo, in assenza di pubblico, fedele al concetto anti-Woodstock del film originale, concentrato di iconiche immagini e di musica nella sua pura essenza: fu uno spostamento epocale, sperimentato per la prima volta, del modello di esecuzione della musica rock dal vivo.

Un frame del video “Pink Floyd. Live at Pompeii” girato nell’anfiteatro nel 1971

“Pink Floyd: Live at Pompeii” (Francia, Belgio, Germania, 1972; 80’) è un film-concerto diretto da Adrian Maben, incentrato sulla musica del gruppo rock inglese dei Pink Floyd e sulla loro storica esibizione tra le rovine di Pompei. Magistralmente registrata di giorno nell’arena immersa nel sole, e di notte tra gli affascinanti resti della distruzione vulcanica, questa live session senza pubblico, girata nell’arco di quattro giorni nell’ottobre 1971, include i brani: Echoes (diviso in 2 parti), Careful with that axe, Eugene, A saucerful of secrets, One of those days, Set the controls for the heart of the sun, Mademoiselle nobbs (Seamus).

Napoli. Tre nuovi video per la rubrica “I Gladiatori ti aspettano al Mann” sui social del museo Archeologico nazionale: Paolo Patriota sulla scenografia di Gladiatorimania, Antonio Ernesto Denunzio sulla partnership tra Mann e Intesa Sanpaolo, Caterina Serena Martucci sulle pitture perdute dell’anfiteatro di Pompei

La locandina della mostra “Gladiatori” fino al 6 gennaio 2022 al museo Archeologico nazionale di Napoli

Tre nuovi video della rubrica “I Gladiatori ti aspettano al Mann” proposta sui canali social del museo Archeologico nazionale di Napoli per illustrare la mostra “Gladiatori” aperta nel Salone della Meridiana e “Gladiatorimania” nel Braccio nuovo fino al 6 gennaio 2022.

Nel nono appuntamento lo scenografo Paolo Pariota spiega come si costruisce e progetta la scenografia della sezione “Gladiatorimania”. “Tutto l’allestimento scenografico”, ricorda Pariota, “nasce da un attento ragionamento sviluppato a seguito di uno studio dei materiali dei set cinematografici sul tema del mondo romano. La scenografia inizia con due grandi portali posti all’ingresso fino a proseguire all’interno del cavedio dove sono ricreati oggetti utilizzati dai gladiatori durante i loro allenamenti. La scenografia all’entrata è realizzata totalmente in legno, e rappresenta una sorta di entrata in un anfiteatro, con mattoni e travertino: una sorta di arco a tutto sesto e una grata che rende la scenografia ancora più reale. Per la scenografia nel cavedio, è importante ricordare che tutti i gladiatori venivano sottoposti a un intenso e duro allenamento quotidiano utilizzando delle sagome di altezza naturale oppure delle armi fittizie. E venivano introdotti gradualmente all’arte della lotta fino poi a raggiungere un livello professionale che doveva adattarsi allo spettacolo. Pertanto la scenografia del cavedio è quella di andare a ricreare questo momento attraverso la riproduzione di questi oggetti: c’è la sabbia sul pavimento che serviva ad attutire la caduta e soprattutto ad assorbire il sangue dei gladiatori durante il combattimento. Ci sono due pali di allenamento e la botola che serviva come fuoriuscita degli animali durante la lotta. E infine dei contenitori con dei “gladio” fittizi, dei “gladio” in legno, usati durante l’allenamento per evitare un’eventuale ribellione da parte dei gladiatori. Spero che tutto l’allestimento riesca a catturare il pubblico e soprattutto a far rivivere i momenti di pathos e di antagonismo che avvenivano tra i gladiatori durante i loro combattimenti”.

Nel decimo appuntamento Antonio Ernesto Denunzio, vicedirettore Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, illustra le caratteristiche della partnership con Intesa Sanpaolo: insieme per promuovere il nostro patrimonio culturale. “La partecipazione di Intesa Sanpaolo a questa preziosa importante iniziativa”, sottolinea Denunzio, “rientra in un rapporto di collaborazione più ampio che abbiamo già da diversi anni con il museo Archeologico nazionale di Napoli. E che ruota all’intorno a due argomenti fondamentali: innanzitutto la presenza nelle collezioni di Intesa Sanpaolo di una raccolta di oltre 500 reperti di vasi attici e magnogreci provenienti per la gran parte da Ruvo di Puglia. Questa circostanza ha consentito una serie di iniziative realizzate in collaborazione con il Mann, non solo iniziative di carattere espositivo ma anche momenti di approfondimento di grande rilievo. In particolare ricordo la recente pubblicazione del catalogo dei vasi a figure rosse apuli del Mann sostenuta da Intesa Sanpaolo. C’è poi un altro progetto intorno a cui ruota la collaborazione tra il Mann e Intesa Sanpaolo ed è il progetto Restituzioni, il programma di restauri che la banca dedica al patrimonio nazionale, al patrimonio pubblico. E mi piace ricordare che in occasione della XVI edizione di Restituzioni, nel 2013, a Palazzo Zevallos Stigliano, la sede di Intesa Sanpaolo a Napoli, delle Gallerie d’Italia di Napoli di Intesa Sanpaolo, vennero esposti proprio due porzioni di affresco che rappresentano dei trofei e armi gladiatorie provenienti dal quadriportico del Teatro Grande di Pompei, un luogo dove sappiamo da una serie di graffiti ritrovati proprio su questi affreschi e che nel 2013 vennero restaurati per l’occasione, il luogo dove i gladiatori erano soliti allenarsi e ritrovarsi. Ed è un compendio veramente di tutte le armi gladiatorie che troviamo impilate su queste aste verticali – scudi, spiedi, tridenti, elmi – veramente tutti gli accessori che erano soliti utilizzare i gladiatori nei loro combattimenti”.

Nell’undicesimo appuntamento Caterina Serena Martucci, dell’Ufficio Comunicazione del Museo, presenta un focus sulle pitture ormai perdute dell’Anfiteatro di Pompei: in mostra, è possibile ammirare le tempere di Francesco Morelli, uniche testimonianze della bellezza del ciclo pittorico andato distrutto nel 1816. E nell’allestimento, grazie al video di Altair4Multimedia, la tecnologia ci permette di fare un viaggio nel tempo, ammirando gli affreschi dell’Anfiteatro proprio come dovevano essere. “Nei mesi scorsi sui nostri canali social abbiamo atteso l’arrivo dei gladiatori con foto e anticipazioni di curiosità. Oggi”, annuncia Caterina serena Martucci, “vi portiamo in mostra per mostrarvi come dalla documentazione di archivio si possa ricostruire quello che il tempo e l’incuria hanno lasciato perdere. In mostra c’è il modello dell’anfiteatro di Pompei scavato tra il 1813 e il 1815. Tra le altre cose vennero fuori delle meravigliose pitture che decoravano il parapetto che separava le gradinate degli spettatori dall’arena dove combattevano i gladiatori. Quelle pitture oggi sono perdute. Nel 1816 a causa di atti vandalici e delle gelate le pitture andarono distrutte, ma ci resta la documentazione a tempera eseguita dal pittore Francesco Morelli. E quei disegni sono conservati nell’archivio del Mann. Proprio partendo da questi disegni la curatrice della mostra Valeria Sanpaolo e Altair4Multimedia hanno ricostruito l’ordine esatto delle scene riprodotto in mostra in un’ellisse che ripropone la forma dell’anfiteatro e nel filmato che ricostruisce tridimensionalmente il sito. Ai lati della stretta porta di accesso si riconoscono due reziari con il tridente poi una serie di pannelli con squame bipartite alternate a finti marmi, statue di vittorie, candelabri, sei pannelli di cacce o combattimenti tra animali, e finalmente il grande pannello centrale che riproduce in maniera sintetica, come in presa diretta, come in un fumetto, anche con qualche incongruenza, quella che è la scena di apertura di un munus, cioè dei giochi gladiatori. Riconosciamo al centro l’editor dei giochi, o forse piuttosto l’arbitro, il summa rudis, che ha la bacchetta, il grande corno con cui si dava inizio ai giochi, e un gladiatore con alti schinieri, un altro con lo schiniere basso, la manica di protezione, due attendenti che riparano un elmo, insomma tutto insieme come in un piccolo riassunto la scena che sarebbe di lì a poco cominciata”.

Pompei riapre il 27 aprile: dal martedì alla domenica fino al 7 giugno, poi tutti i giorni. Entrate contingentate, percorsi in sicurezza. Ecco le modalità di visita, e cosa si può visitare

Si torna a visitare gli scavi di Pompei in sicurezza (foto parco archeologico di Pompei)
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Alcune indicazioni per visitare in sicurezza l’area archeologica di Pompei in tempi di coronavirus

Il sito archeologico di Pompei riaprirà martedì 27 aprile 2021, dopo l’ultima chiusura di questi mesi, nelle modalità già attuate nelle precedenti aperture. Per gli altri siti del parco archeologico di Pompei saranno fornite successive comunicazioni in merito alle riaperture. L’accesso al sito di Pompei sarà possibile dal martedì alla domenica nei consueti orari estivi (Pompei 9 – 19, con ultimo ingresso 17.30), con giorno di chiusura il lunedì fino al 7 giugno 2021. Dal 7 giugno 2021 per tutto il periodo estivo e fino a nuova comunicazione il sito resterà aperto tutti i giorni. Il sabato e la domenica la prenotazione per l’ingresso sarà possibile esclusivamente con acquisto on line sul sito www.ticketone.it, da effettuarsi il giorno precedente. L’accesso e l’uscita per l’area archeologica di Pompei saranno possibili dal varco di Piazza Anfiteatro e di Piazza Esedra. La visita si svilupperà lungo un percorso consigliato da apposita segnaletica all’interno del sito e sull’app di supporto My Pompeii, allo scopo di assicurare una visita in sicurezza e nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid. I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner. Resta obbligatorio l’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e aperti a prescindere dalla distanza interpersonale. Tutte le informazioni relative alle misure di sicurezza del contenimento del contagio da SARS-COV 2 e alle modalità di visita saranno fornite ai visitatori attraverso i monitor presenti agli ingressi e la cartellonistica. La visita avverrà nel pieno rispetto delle misure di distanziamento previste dal Comitato Tecnico Scientifico, anche con il supporto di segnaletica direzionale appositamente installata dal Parco. Saranno garantiti dispenser di gel igienizzante all’ingresso e presso i servizi igienici a disposizione dei visitatori.

Il dromos di ingresso all’anfiteatro di Pompei (foto parco archeologico di Pompei)
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La locandina della mostra “VENUSTAS. Grazia e bellezza a Pompei” alla Palestra Grande di Pompei dal 31 luglio 2020 al 31 gennaio 2021: prorogata

Sarà possibile passeggiare all’interno dell’Anfiteatro, accedere alla Palestra grande e alla mostra “Venustas. Grazia e Bellezza a Pompei”.  Si potranno visitare i Praedia di Giulia Felice e spostarsi su Via dell’Abbondanza con accesso alle principali domus, ma anche attraversare la necropoli di Porta Nocera, l’Orto dei fuggiaschi, arrivare al quartiere dei teatri e al Foro triangolare. Da Via dell’Abbondanza, inoltre, si potrà raggiungere il Foro con tutti i suoi edifici pubblici e religiosi, visitare lo spazio esterno delle Terme Stabiane o risalire Via Stabiana fino a Via del Vesuvio dove ammirare la casa di Leda e il cigno. L’ingresso di Piazza Esedra è consigliato per chi volesse accedere immediatamente all’Antiquarium di Pompei, di recente inaugurato nel suo nuovo allestimento. L’elenco completo degli edifici visitabili è consultabile sul sito www.pompeiisites.org.

Danilo Ragona e Luca Paiardi sulla loro carrozzina attraversano una strada di Pompei sui passaggi pedonali sopraelevati (foto parco archeologico di Pompei)
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L’abbonamento POMPEI 365 consente di entrare nel sito archeologico tutte le volte che si vuole per un anno intero

Il biglietto di ingresso al sito sarà acquistabile sul sito  www.ticketone.it, unico rivenditore online autorizzato o presso le biglietterie di Piazza Anfiteatro e di Piazza Esedra e consentirà l’ingresso al sito sia da Piazza Anfiteatro sia dal varco di Piazza Esedra. Il sabato e la domenica il biglietto potrà essere acquistato esclusivamente on line sul sito www.ticketone.it, con acquisto il giorno precedente come da DPCM del 2 marzo 2021 art.14. Dal martedì al venerdì l’acquisto sul sito è possibile anche nella stessa giornata fino a esaurimento disponibilità. Costo del biglietto: Pompei: intero 16 euro, ridotto 2 euro, gratuità e riduzioni come da normativa. Al momento dell’acquisto on-line il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 500 persone ogni 15 minuti, fino alle 13. Dopo le 13, l’ingresso consentito è per un massimo 300 persone per turno. Il biglietto dovrà essere mostrato all’ingresso, direttamente su smartphone/tablet (QRcode) o già stampato a casa su carta e poi conservato per registrarlo sul tornello in uscita. È tollerato un ritardo di 10 minuti massimo rispetto all’orario della fascia oraria indicata, tanto per i visitatori quanto per le guide. Per i possessori della card Pompei365, la validità dell’abbonamento sarà prorogata per il numero di giorni, corrispondenti a quelli di chiusura imposti dall’emergenza sanitaria. Da Piazza Anfiteatro è possibile, inoltre, usufruire del percorso “Pompei per tutti”, senza barriere architettoniche, con possibilità di ritorno in uscita a Piazza Anfiteatro o eventualmente da Piazza Esedra, utilizzando l’ascensore dell’Antiquarium. Presso l’ingresso di Piazza Anfiteatro e Piazza Esedra sarà possibile richiedere un servizio visite guidate, dalle 9 alle 13. I gruppi potranno accedere secondo le seguenti indicazioni: gruppi di visitatori autonomi, massimo 5 persone; gruppi accompagnati da guide turistiche, massimo 10 persone (max 25 persone se il gruppo è dotato di auricolari/whisper usa e getta).

Campania “gialla”. Così lunedì 18 gennaio riaprono il sito di Pompei e il museo di Stabia “Libero d’Orsi” dal lunedì al venerdì. Visita lungo un percorso segnalato nel rispetto delle norme anti Covid: ecco cosa si può vedere

L’home page del sito del parco archeologico di Pompei annuncia la riapertura del sito di Pompei e del museo “Libero Orsi”
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Una sala del nuovo museo Archeologico di Stabiae “Libero d’Orsi” (foto parco archeologico di Pompei)

Era la notizia che si attendeva da settimane: i musei possono riaprire nelle Regioni “gialle”, cioè con moderato rischio di contagio. La Campania da domenica 17 gennaio 2021 sarà “gialla”. E il parco archeologico di Pompei non ha perso tempo. Il sito archeologico di Pompei e il museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” nella Reggia di Quisisana lunedì 18 gennaio 2021 riaprono al pubblico dopo la chiusura di questi mesi. In ottemperanza alle indicazioni ministeriali e fino al ulteriore comunicazione i  siti saranno aperti dal lunedì al venerdì nei consueti orari (Pompei 9 – 17, con ultimo ingresso alle 15.30; museo “Libero D’Orsi” 9 -17, con ultimo ingresso alle 16), con chiusura il sabato e la domenica. In questa fase di graduale riapertura l’accesso e l’uscita per l’area archeologica di Pompei saranno possibili dal varco di piazza Anfiteatro. La visita si svilupperà lungo un percorso segnalato all’interno del sito e sull’app di supporto My Pompeii allo scopo di assicurare una visita in sicurezza del sito e nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid.

La palestra grande e l’anfiteatro di Pompei (foto di Pier Paolo Metelli)
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Le colonne nel foro di Pompei (foto parco archeologico di Pompei)

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L’allestimento della mostra “VENUSTAS. Grazia e bellezza a Pompei” alla Palestra Grande di Pompei (foto parco archeologico di Pompei)

Sarà possibile passeggiare all’interno dell’Anfiteatro, accedere alla Palestra grande e alla mostra “Venustas. Grazia e Bellezza a Pompei”.  Si potranno visitare i Praedia di Giulia Felice e spostarsi su via dell’Abbondanza con accesso alle principali domus, ma anche attraversare la necropoli di Porta Nocera, l’Orto dei fuggiaschi, arrivare al quartiere dei teatri e al Foro triangolare. Da via dell’abbondanza, inoltre, si potrà raggiungere il Foro con tutti i suoi edifici pubblici e religiosi, visitare lo spazio esterno delle Terme Stabiane o risalire via Stabiana fino a via del Vesuvio dove ammirare la casa di Leda e il cigno. L’elenco completo degli edifici visitabili è consultabile sul sito www.pompeiisites.org. Il biglietto di ingresso ai due siti è  acquistabile esclusivamente on-line sul sito www.ticketone.it, unico rivenditore ufficiale autorizzato. Tariffe: Pompei intero: € 14.50 (+ € 1.50 su prevendita online), ridotto: € 2 (+ € 1.50 su prevendita online); Quisisana € 6 (+ € 1.50 su prevendita online), ridotto: € 2 (+ € 1.50 su prevendita online). Gratuità e riduzioni come da normativa.

L’affresco con Leda e il Cigno, rinvenuto negli scavi della Regio V alla fine del 2018, è una delle più importanti scoperte recenti a Pompei (foto parco archeologico Pompei)

Al momento dell’acquisto on-line il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 500 persone ogni 15 minuti, fino alle 13. Dopo le 13 l’ingresso consentito è per un massimo 300 persone per turno. Il biglietto dovrà essere mostrato all’ingresso, direttamente su smartphone/tablet (QRcode) o già stampato a casa su carta e poi conservato per registrarlo sul tornello in uscita. È tollerato un ritardo di 10 minuti massimo rispetto all’orario della fascia oraria indicata, tanto per i visitatori quanto per le guide. La prenotazione sarà possibile anche nella stessa giornata fino a esaurimento disponibilità.

Dal 1° gennaio 2020 arriva l’abbonamento POMPEI 365 per entrare nel sito archeologico tutte le volte che si vuole per un anno intero

Per i possessori della card Pompei365, la validità dell’abbonamento sarà prorogata per il numero di giorni, corrispondenti a quelli di chiusura imposti dall’emergenza sanitaria. È inoltre  in corso la promozione al 50% sull’acquisto dell’abbonamento fino al 28 febbraio. Solo per gli abbonamenti in proroga,  l’acquisto in promozione entro il 28 febbraio, avrà validità annuale dalla data del primo utilizzo. Il biglietto gratuito per l’accesso singolo, di volta in volta, dovrà essere richiesto sul sito www.ticketone.it. I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner. Resta obbligatorio l’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e aperti, a prescindere dalla distanza interpersonale. Tutte le informazioni relative alle misure di sicurezza del contenimento del contagio da SARS-COV 2 e alle modalità di visita saranno fornite ai visitatori attraverso i monitor presenti agli ingressi e la cartellonistica.

Alcune indicazioni per visitare in sicurezza l’area archeologica di Pompei in tempi di coronavirus

La visita avverrà nel pieno rispetto delle misure di distanziamento previste dal Comitato Tecnico Scientifico, anche con il supporto di segnaletica direzionale appositamente installata dal Parco. Saranno garantiti dispenser di gel igienizzante all’ingresso e presso i servizi igienici a disposizione dei visitatori. I visitatori con difficoltà motoria potranno seguire da piazza Anfiteatro il percorso facilitato “Pompei per tutti”, con ritorno in uscita a piazza Anfiteatro o eventualmente usufruire dell’uscita di piazza Esedra¸  utilizzando l’ascensore dell’Antiquarium. Presso l’ingresso di piazza Anfiteatro (fino a nuova comunicazione) sarà possibile richiedere un servizio visite guidate, dalle 9 alle 13. I gruppi potranno accedere secondo le seguenti indicazioni: gruppi di visitatori autonomi, massimo 5 persone; gruppi accompagnati da guide turistiche, massimo 10 persone (max 25 persone se il gruppo è dotato di auricolari/whisper usa e getta).

Pompei. Il parco archeologico riapre il 26 maggio con un percorso prestabilito in sicurezza. Ecco quello che si può vedere con alcune novità in anteprima

Riapre il parco archeologico di Pompei con percorsi in sicurezza (foto parco archeologico di Pompei)

L’annuncio “generico” qualche settimana fa: Pompei pronta alla riapertura. Ora c’è la data. Si parte il 26 maggio 2020 con una prima fase di due settimane che consentirà una passeggiata lungo le strade della città antica, per tornare ad ammirare i luoghi più rappresentativi del sito e godere delle loro atmosfere uniche, secondo un percorso prestabilito, su fasce orarie, e con le necessarie misure di distanziamento previste dal Ministero della Salute. Già in questa prima fase sarà possibile accedere ad alcune case dotate di ampi spazi, e scoprire alcune novità in anteprima, come la Domus di Cornelio Rufo dal bel peristilio (giardino colonnato) che ingloba il florido giardino, di recente restaurata. Dal 9 giugno 2020 seguirà una seconda fase, con due itinerari accessibili dagli ingressi di Porta Marina e Piazza Anfiteatro, con l’apertura di ulteriori spazi inediti e domus, dotate di ingresso e uscita separate, e con il supporto della tecnologia per organizzare e monitorare i flussi.

Il peristilio con florido giardino della domus di Cornelio Rufo a Pompei (foro parco archeologico di Pompei)

La casa degli Amorini Dorati a Pompei (foto parco archeologico di Pompei)

“Siamo lieti di annunciare finalmente la riapertura di Pompei”, dichiara il direttore generale Massimo Osanna, “e di consentire il riavvio delle attività turistiche, che daranno respiro a tante categorie che di cultura e turismo vivono. Le attività di manutenzione, grazie al lavoro dei tanti restauratori, operai e tecnici del Parco, non si sono mai fermate in questo periodo, al fine di garantire la tutela e la salvaguardia del sito ed essere pronti alla ripartenza. Riapriamo nel pieno rispetto della normativa, ma anche con novità che arricchiranno gli itinerari, trasformando le limitazioni di una visita con percorsi contingentati e obbligati, in un’opportunità di approfondimento. Sarà una Pompei da godere senza fretta e con maggiore tranquillità. Inoltre, già nella prima fase sarà possibile attraversare tutta la città, dall’Anfiteatro al Foro, anche con possibilità di seguire un itinerario del verde dei giardini pompeiani. Dai Praedia di Giulia Felice, agli Amorini dorati, alla Casa di Cornelio Rufo, riaperta dopo lungo tempo, ai giardini della Palestra grande e alla stessa necropoli di Porta Nocera o al vigneto dell’orto dei fuggiaschi. La prima fase sarà occasione, soprattutto, per le comunità dell’area vesuviana di tornare in un luogo, Pompei, che più di ogni altro rappresenta l’identità di un territorio e che si trasforma in un vero Parco urbano. Dalla seconda fase speriamo di poter accogliere visitatori da più parti di Italia e riprendere le numerose iniziative in programma, dalle mostre alle riaperture di ulteriori domus restaurate, ma anche di proseguire in maniera spedita con i vari cantieri in corso e avviare i nuovi progetti di scavo”.

La pianta dell’area archeologica di Pompei con i percorsi in sicurezza alla riapertura dopo il lockdown

La palestra grande di Pompei (foto di Pier Paolo Metelli)

Il biglietto di ingresso in questa prima fase, avrà un prezzo agevolato di 5 euro (fino all’8 giugno) e sarà acquistabile esclusivamente on-line sul sito http://www.ticketone.it ( gratuità e riduzioni come da normativa). Gli orari di visita saranno i seguenti: 9-19 (ultimo ingresso alle 17.30), con un giorno di chiusura settimanale, il lunedì. La prenotazione sarà possibile anche nella stessa giornata, fino a esaurimento disponibilità. Al momento dell’acquisto on-line il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 40 persone per turno. Il biglietto dovrà essere mostrato all’ingresso, direttamente su smartphone/tablet (QRcode) o già stampato a casa su carta. L’abbonamento Pompei365 sarà prorogato per il numero di giorni, corrispondenti a quelli di chiusura connessi all’emergenza sanitaria. Il biglietto gratuito per l’accesso singolo dovrà essere richiesto sul sito http://www.ticketone.it I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner e dovranno indossare la mascherina obbligatoriamente anche durante tutta la presenza nel sito, oltre rispettare la distanza fisica di 1 m all’aperto e 1,50 al chiuso, nel sito e al suo esterno.

La palestra grande e l’anfiteatro di Pompei (foto di Pier Paolo Metelli)

Tutte le informazioni relative alle misure di sicurezza del contenimento del contagio da COVID-19 e alle modalità di visita saranno fornite ai visitatori attraverso i monitor presenti agli ingressi e la cartellonistica. La visita avverrà nel pieno rispetto delle misure di distanziamento previste dal Comitato Tecnico Scientifico, anche con il supporto di segnaletica direzionale appositamente installata dal Parco. Saranno garantiti dispenser di gel igienizzante all’ingresso e presso i servizi igienici a disposizione dei visitatori. L’ingresso unico sarà quello di Piazza Anfiteatro, con possibilità di uscita, attraverso il tempio di Venere, da Piazza Esedra o da Porta Marina. La visita si svilupperà lungo un percorso a senso unico, segnalato all’interno del sito. Sarà possibile passeggiare all’interno dell’Anfiteatro, nel giardino della Palestra grande e nei Praedia di Giulia Felice, ma anche attraversare la necropoli di Porta Nocera, l’Orto dei fuggiaschi, arrivare al quartiere dei teatri e al Foro triangolare. Da via dell’abbondanza, inoltre, si potrà raggiungere il Foro con tutti i suoi edifici pubblici e religiosi, visitare lo spazio esterno delle Terme Stabiane o risalire via Stabiana fino a via del Vesuvio dove ammirare la casa di Leda e il cigno, la domus gli Amorini Dorati e le Terme centrali. Presso l’ingresso di Piazza Anfiteatro sarà possibile richiedere un servizio visite guidate, dalle 9 alle 13, a cura delle guide della Regione Campania e nazionali. I visitatori con difficoltà motoria potranno, entrando dall’ingresso di piazza Anfiteatro, seguire il percorso facilitato “Pompei per tutti”. In questa fase, è previsto il ritorno, rispettando le distanze e le precedenze di visita, verso il varco di piazza Anfiteatro, unica uscita in questa fase.

Parco archeologico di Pompei. Al ministro Franceschini in visita presentato il bilancio del Grande Progetto Pompei: conclusa la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III. Risultati raggiunti e scoperte in cifre

Il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini con il direttore generale Massimo Osanna a Pompei (foto parco archeologico Pompei)

Pompei, obiettivo raggiunto: si è conclusa con la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III il piano straordinario di salvaguardia delle strutture archeologiche della città antica, avviato nel 2014 con il Grande Progetto Pompei. In cinque anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai 5 piani di intervento previsti dal Grande Progetto Pompei, di cui 51 per il piano delle opere (interventi su strutture archeologiche), 8 per il piano della conoscenza, 2 per il piano della sicurezza, 7 per il piano della capacity building, 8 per la fruizione e comunicazione. 75 sono gli interventi conclusi, di cui su 5 cantieri sono in corso le fasi di collaudo. Resta in via di conclusione il cantiere “di intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo” (GPPM), ovvero dei 3km di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei. Di questo grande cantiere è stato già portato a termine l’intervento sui fronti di via del Vesuvio, di recente restituita alla fruizione con l’apertura della casa di Leda e il cigno, e nell’area del cosiddetto “cuneo”, dove sono venute in luce due domus di pregio con suggestivi affreschi, mosaici e reperti e il vicolo dei balconi, che ha ricongiunto il vicolo delle Nozze d’argento con l’arteria principale di via di Nola. Il totale della spesa al 30 gennaio 2020 è di 92 milioni di euro. “Pompei è una storia di rinascita e riscatto, un modello per tutta Europa nella gestione dei fondi comunitari”, commenta Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, in visita ufficiale nell’area degli scavi. “Un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno contribuito ai risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti e che sono motivo di orgoglio per l’Italia“. E il direttore generale Massimo Osanna: “A Pompei non è più il tempo delle emergenze. Abbiamo davanti a noi nuove e importanti sfide per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione degli scavi e del territorio”.

Il grande cantiere di via dell’Abbondanza a Pompei dove si affacciano le sei domus restaurate (foto parco archeologico Pompei)

Messa in sicurezza nelle Regiones I, II e III. Il cantiere diretto da un team di architetti, archeologi, ingegneri e restauratori si è concluso dopo quindici mesi di lavoro, interessando una vasta area – le Regiones I e II nel quadrante sud orientale della città e la Regio III, solo parzialmente scavata, che si sviluppa tra via dell’Abbondanza a Sud e via di Nola a Nord, comprendente le botteghe e i numerosi thermopolia lungo la via Stabiana, le domus poste tra via dell’Abbondanza e via di Castricio, le grandi dimore urbane di Octavio Quartio e Giulia Felice, la casa del Triclinio all’aperto e il Foro Boario con gli annessi vigneti fino all’Anfiteatro. I lavori hanno attuato interventi specifici di restauro strutturale delle murature, messa in sicurezza degli apparati decorativi e rifacimento delle coperture, oltre che nella messa in opera controllata di presidii per salvaguardare situazioni specifiche di instabilità delle strutture murarie. In particolare, l’utilizzo di presidii statici sempre più snelli e sofisticati ha consentito di liberare le strade e le antiche strutture da ingombranti puntelli. Il rifacimento dei battuti dei pavimenti ha poi migliorato il livello di fruizione delle aree. Resta in via di completamento il grande intervento di consolidamento dei fronti di scavo, con i 3 chilometri di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei con il cosiddetto cuneo nella Regio V. Già alla fine del 2018, lungo via del Vesuvio, la restituzione alla fruizione della strada ha permesso di rendere visibile per la prima volta al pubblico la domus di Leda e il cigno, uno dei ritrovamenti più recenti e suggestivi dei nuovi scavi della Regio V.

Il Grande Progetto Pompei doveva essere ultimato entro il dicembre 2019

Pompei in cifre. Ecco alcuni dati che danno un’idea dell’impegno e della misura degli interventi nel cuore del parco archeologico di Pompei che, in questi anni, ha visto crescere progressivamente il numero di visitatori, dai 2.668.178 del 2014 ai 3.937.468 del 2019, pari a un +47,5%. Il Grande Progetto Pompei ha contato su un importo complessivo di 105 milioni, il 75% del quale coperto da un cofinanziamento Ue e il 25% da una quota nazionale, con il quale sono stati finanziati 76 interventi. La messa in sicurezza del sito archeologico ha interessato 50 km di colmi murari, con 30mila mc di murature e 10mila mq di intonaci. E la messa in sicurezza ha interessato 2,7 chilometri di fronti di scavo, con l’indagine archeologica di oltre 2mila mq, noti come il “cuneo”. Per il GPP sono state coinvolte 781 imprese. E oggi, nell’ambito del progetto “Percorso Pompei per tutti”, sono disponibili 4 chilometri di itinerario facilitato per persone con difficoltà motoria.

Massimo Osanna, direttore generale del parco archeologico di Pompei, illustra gli scavi nell’area mai indagata della Regio V (foto parco archeologico Pompei)

Mappa dell’area mai indagata della Regio V di Pompei: è il cosiddetto cuneo

Scoperte nella Regio V. È stata portata in luce un’ulteriore parte della città antica, con vicoli e domus, rivelando apparati decorativi (affreschi, mosaici) di grande pregio oltre a numerosi reperti (tra cui diversi oggetti di uso quotidiano) e a ritrovamenti di vittime dell’eruzione. Nell’area del cosiddetto cuneo, posto tra la casa delle Nozze d’argento e il vicolo di Marco Lucrezio frontone sono emerse 2 domus e “il vicolo dei balconi”, che ha permesso di ricongiungere la grande arteria di via di Nola, già alla luce e visitabile dai turisti, con il vicolo delle Nozze d’argento, finora non interamente riportato in luce. Durante l’intervento sono stati rimossi 30mila mc di materiale di scavo (lapilli, cenere e terreno), con la scoperta di 1167 cassette e 168 colli di reperti archeologici (tra frammenti di intonaci, marmi, gocciolatoi, vasi in vetro, oggetti in bronzo e altro ), 73 anfore di cui 52 integre, 7 ricomponibili e 14 tagliate e riutilizzate per altri scopi. Nelle ricerche sono stati coinvolti archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, geologo, vulcanologo, antropologo, paleobotanico, zooarcheologo. E nei cantieri di scavo sono state utilizzate tecniche di rilievo (Drone, asta telescopica, laser scanner, georadar); Indagini di conoscenza delle strutture e tecniche murarie (endoscopia, prove soniche, prelievo di campioni di malte nella fase immediatamente successiva allo scavo); indagini sui reperti durante le attività di scavo (indagini paleobotaniche sui reperti rinvenuti nei giardini, analisi morfologiche e chimico fisico per la determinazione dei materiali utilizzati, analisi palinologiche); analisi antropologiche.

Musica e archeologia a Pompei. Per la prima volta l’anfiteatro romano apre alle rockstar con il pubblico: il 7 e 8 luglio David Gilmour, il 12 Elton John. E nelle gallerie – divenute sede espositiva – una mostra fotografica ricorda l’evento del 1971 “Pink Floyd. Live at Pompeii”

L'anfiteatro romano di Pompei durante le registrazioni del video dei Pink Floyd nel 1971

L’anfiteatro romano di Pompei durante le registrazioni del video dei Pink Floyd nel 1971

Il manifesto del concerto di David Gilmour a Pompei il 7 e 8 luglio 2016

Il manifesto del concerto di David Gilmour a Pompei il 7 e 8 luglio 2016

La piramide realizzata nell'anfiteatro di Pompei per la mostra "Rapiti alla morte" sezione di "Pompei e l'Europa"

La piramide realizzata nell’anfiteatro di Pompei per la mostra “Rapiti alla morte”

L’anfiteatro romano di Pompei si prepara a vivere un’estate a tutto rock: il 7 e 8 luglio 2016 con il concerto di David Gilmour e il 12 luglio con la performance di di Elton John. E nelle sue gallerie è pronto ad ospitare la suggestiva mostra fotografica “Pink Floyd. Live at Pompeii. The exhibition by Adrian Maben”. Grandi eventi, ma di conseguenza anche grandi lavori per preparare l’anfiteatro ad accogliere nel modo migliore le migliaia di appassionati di musica e archeologia. È questo il motivo per cui la soprintendenza speciale di Pompei ha chiuso in questi giorni l’anfiteatro: niente visite fino al 25 per “consentire gli interventi di disallestimento della Piramide, sede temporanea della mostra Mito e Natura che fino al 15 giugno ha visto in esposizione reperti organici e affreschi di Nature Morte”. L’anfiteatro riaprirà regolarmente al pubblico il 26 giugno in attesa delle rockstar. Il 7 e 8 luglio Gilmour sarà il primo artista a tenere un concerto rock con pubblico nell’anfiteatro. Nel 1971, infatti, i Pink Floyd furono sì i primi a suonare in questo luogo storico registrando “Pink Floyd: live at Pompeii”, con riprese in quattro giorni, ma senza pubblico ad assistere. E Gilmour, che faceva parte della storica formazione rock, potrà avere, come ha dichiarato, “l’onore di tornare e vivere nuovi indimenticabili momenti ma questa volta in maniera ancora più speciale perché ci sarà il pubblico presente”. E proprio per ricordare e rivivere quello storico evento, il 21 giugno, in occasione della Festa della Musica, indetta dal Ministero per i beni e le attività culturali e il Turismo in tutti i siti statali e museali oltre che in piazze e parchi d’Italia, sarà aperta in anteprima la mostra “Pink Floyd. Live at Pompeii. The exhibition by Adrian Maben”, in una location speciale e dal significato altamente evocativo: le gallerie, che con questo evento diventano sede espositiva permanente anche per manifestazioni future.

Un frame del video "Pink Floyd. Live at Pompeii" girato nell'anfiteatro nel 1971

Un frame del video “Pink Floyd. Live at Pompeii” girato nell’anfiteatro nel 1971

David Gilmour con i Pink Floyd nel 1971 a Pompei

David Gilmour con i Pink Floyd nel 1971 a Pompei

Proprio quell’ottantina di metri di gallerie dell’anfiteatro romano più antico e visitabile, finora mai rese accessibili ai visitatori, furono aperte solo nel 1971 per il concerto della band e nel 1984 per le esigenze di scena durante le riprese del film “Gli Ultimi giorni di Pompei” di Peter Hunt tratto dal romanzo storico del 1834 di Edward Bulwer-Lytton. Due settori dedicati quindi a Pompei e alla musica: quella del mitico 1971 (nel braccio sinistro) e alla Pompei dei tempi moderni (a destra), alla sua lenta rinascita tra restauri, interventi di valorizzazione e eventi nel sito. Più di 250 foto, tra scatti di scena ed immagini inedite raccontano quei quattro giorni di inizio ottobre dal 4 al 7 del 1971 che divennero leggenda. Scatti originali di Jaques Boumandill, il cameraman di allora; il video del film, con le di interviste che Maben, il regista realizzò negli studi londinesi di Abbey Road mentre David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright erano alle prese con le registrazioni dell’album “The Dark Side of the Moon”, ma anche un video che raccoglie tagli di registrazione di chiacchiere in libertà della band, le cosiddette “Chit Chat with Oysters”. E ancora, filmati di alcuni tra i tanti gruppi attuali ispirati alla mitica formazione. E ad immettere nell’atmosfera di quei giorni la musica della band che accompagna i visitatori lungo i passaggi sotterranei di questa sede espositiva unica e suggestiva.