Pompei incanta Madonna: l’artista – in visita privata nel giorno del suo compleanno – finanzia “Sogno di volare”, il progetto teatrale degli adolescenti del territorio promosso dal parco archeologico, e ne incontra un gruppo alla Casa del Menandro. Zuchtriegel: “Ringrazio Madonna per la sua generosità, visione e umanità”

Madonna nel Teatro Grande di Pompei nel giorno del suo compleanno, il 16 agosto 2024 (foto ricardo gomes)
Madonna per una sera regina di Pompei che, nella notte dalle magiche atmosfere, incanta la famosa pop-star, cancellando in un attimo giorni di polemiche tra “party sì-party no”, e via dicendo. Avvolta in un abito bianco lungo leggerissimo in tulle, impreziosito da inserimenti e finiture di pizzo, su un top nero, con orecchini e collane in oro e pietre preziose dalle fogge orientalizzanti, Madonna ha visitato l’area archeologica di Pompei, nella sera di venerdì 16 agosto 2024, giorno del suo compleanno, dove ha incontrato un gruppo di adolescenti e bambini che partecipano al progetto “Sogno di Volare”, promosso dal parco archeologico di Pompei con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale nella vita culturale del sito Unesco. Un incontro che ha coinvolto profondamente Madonna. E proprio durante l’incontro ha annunciato di voler sostenere il progetto, che vede i giovani impegnati in un percorso creativo che culmina nella messa in scena di una commedia classica nel Teatro Grande della città antica, finanziando tutto l’anno 2024-‘25, il quarto dall’avvio dell’iniziativa, tramite la sua fondazione “Ray of Light”. Il budget annuale del progetto ammonta a circa 250mila euro. Quello che poche settimane fa ha avuto inizio come un’ipotesi di una visita serale, si è così trasformato in una partnership che mette al centro il futuro del sito archeologico e della sua “heritage community”.

Esibizione dei ragazzi e dei bambini di “Sogno di Volare” davanti alla Casa del Menandro a Pompei 8foto parco archeologico pompei)
I ragazzi hanno dato una piccola prova del loro lavoro all’uscita dalla casa del Menandro, visitata insieme al direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel, che ha fatto da guida. La tappa successiva è stata la casa dei Ceii, famosa per il grande affresco nel giardino con rappresentazioni di animali esotici e paesaggi idilliaco-sacrali, prima di approdare al Teatro Grande, scenario di altre performance artistiche e di un rinfresco a conclusione dell’itinerario. “Sogno di volare, il progetto sostenuto così generosamente da Madonna, è strategico per Pompei”, ha dichiarato il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, “perché si rivolge alle persone che vivono in questo territorio meraviglioso e complesso, in particolare ai giovani, e li rende protagonisti di un’esperienza con la quale abbiamo voluto dimostrare che l’arte e la cultura veramente possono cambiare le nostre vite. Certo, mai avrei immaginato, quando abbiamo iniziato nel 2021 tra mille difficoltà, che saremmo arrivati a questo, ma evidentemente sognare di volare funziona davvero: ringrazio di cuore Madonna per la sua generosità, visione e umanità che sarà una grande fonte di ispirazione per andare avanti. Da Madonna le ali per Sogno di volare e per i ragazzi che vi partecipano, un bellissimo regalo che ci ha fatto nel giorno del suo compleanno. Vi invitiamo sin d’ora allo spettacolo che realizzeremo grazie al suo contributo e che andrà in scena a maggio 2025 nel Teatro Grande”.
“Sogno di Volare”, negli ultimi tre anni, ha coinvolto circa trecento ragazzi e bambini dell’area vesuviana, dove è ancora sentito il rischio di dispersione scolastica, disoccupazione ed emigrazione giovanile, che hanno partecipato come attori, musicisti e sceneggiatori agli spettacoli “Gli Uccelli”, “Acarnesi: Stop the War” e “Pluto: God of Gold”, riscritture da Aristofane con la regia di Marco Martinelli, musica Ambrogio Sparagna, costumi Roberta Mattera. Ideata da Gabriel Zuchtriegel, l’iniziativa ha fatto incontrare adolescenti e bambini da Pompei, Scafati, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco, Boscoreale e Napoli all’interno di un percorso creativo e artistico che li ha portati anche fuori: dopo la prima nel Teatro Grande di Pompei, una tournée li ha visti sui palchi di Bologna e Ravenna; per questo autunno è in programma un’esibizione a Vicenza.
Non è ancora stato scelto il testo del quarto anno, anche se certamente sarà di nuovo una commedia di Aristofane, rielaborata dagli stessi ragazzi per dare voce, oltre alla realtà del mondo antico, alle loro esperienze in un miscuglio di classicità, contemporaneità e battute in napoletano che hanno conquistato i pubblici di Pompei, Bologna e Ravenna. Il primo anno di attività è raccontato nel documentario “Sogno di Volare” (2022), regia Marcello Adamo, disponibile su Sky e Prime Video (vedi Pompei. “Sogno di volare”, la prima produzione teatrale del parco archeologico di Pompei, diventa un docufilm visibile DeAKids, Sky on demand e Prime Video | archeologiavocidalpassato).
Pompei. Al Teatro Grande il maestro Riccardo Muti dirige il concerto “Le Vie dell’Amicizia. Ravenna-Jerash-Pompei”, terzo appuntamento del progetto di Ravenna Festival
“Amo Pompei più di Parigi”, scrisse Herman Melville nel suo diario di viaggio; forse perché l’autore di Moby Dick sapeva riconoscere la bellezza che intreccia visibile e invisibile, mito e storia. Quella bellezza che, martedì 11 luglio 2023, alle 21.30, accoglie nel Teatro Grande di Pompei, il concerto diretto da Riccardo Muti con cui quest’anno si corona il viaggio delle Vie dell’Amicizia, il progetto di Ravenna Festival che dal 1997 visita città simbolo della storia antica e contemporanea. Quello al Teatro Grande dell’antica Pompei è infatti il terzo appuntamento dopo i concerti del 7 e 9 luglio 2023, rispettivamente a Ravenna e Jerash, la “Pompei d’Oriente” in Giordania. Biglietti: primo settore 90 Euro, secondo settore 42 Euro; ridotti over 65 e under 30 primo settore 82 Euro, secondo settore 38 Euro. Biglietteria Ravenna Festival Tel. 0544 299244 – tickets@ravennafestival.org; online www.vivaticket.com; punto vendita a Pompei: Agenzia Paradisi Perduti, via Parroco Federico 5 – Tel. 081 0203443. Il progetto Le vie dell’Amicizia è sostenuto dal ministero della Cultura e dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale; l’appuntamento all’antica città di Pompei – organizzato grazie alla collaborazione con il parco archeologico di Pompei e con RAI Cultura, che riprenderà il concerto per trasmetterlo sulla prima rete – è interamente finanziato da Caruso, A Belmond Hotel di Ravello. “Siamo felici che quest’anno si rinnovi il legame di sincera amicizia che unisce il Maestro Riccardo Muti e la sua eccellente Orchestra Cherubini a questi territori”, sottolinea il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “E ci tengo a sottolineare che l’appuntamento è possibile grazie alla sponsorizzazione di un’azienda del territorio come il Caruso, A Belmond Hotel di Ravello. Una circostanza che non solo significa sostenibilità e capacità di autofinanziamento, cioè quanto anche il ministro ci invita a rafforzare, ma contiene anche un messaggio etico: i valori di fratellanza e dialogo e il significato storico-culturale di Pompei sono condivisi dalla società, creando sinergie e relazioni che fanno emergere le qualità positive di un territorio unico al mondo”.

Il maestro Riccardo Muti nella direzione della Chicago Symphony Orchestra (foto Todd Rosenberg Photography 2014)
Anche a Pompei, la direzione di Muti unisce l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro Cremona Antiqua, preparato da Antonio Greco, a musicisti giordani nel II atto da Orfeo ed Euridice di Gluck con il controtenore Filippo Mineccia, in Casta diva dalla Norma di Bellini con il soprano Monica Conesa e nel Canto del destino di Brahms. A queste pagine si intervallano momenti musicali le cui radici affondano nel Medio Oriente, affidati agli artisti siriani Mirna Kassis e François Razek-Bitar e alle voci giordane Ady Naber e Zain Awad; si completa così l’omaggio allo spirito di fratellanza del popolo giordano, che nell’ultimo decennio ha accolto centinaia di migliaia di profughi, soprattutto dalla Siria. Lo Schicksalslied op. 54 che Brahms modellò su versi di Hölderlin, già parte del programma dell’ormai storico primo concerto dell’Amicizia a Sarajevo, è una meditazione sul destino, sul divino e sul mistero della morte. Il dubbio insolubile si fa musica anche nella partitura dell’Orfeo ed Euridice di Gluck e attraversa la preghiera di Norma alla luna. Una risposta si leva forse nell’estatica luce che chiude il canto di Brahms, quasi un messaggio di redenzione e di speranza. Ombre e luci, rapimento e preghiera si intrecciano anche nei brani proposti dai cantanti siriani e giordani. Apparve fluttuante, tradizionale canto arabo del genere poetico-musicale muwashah, è una contemplazione della bellezza della persona amata, mentre l’amore per la terra natia è al centro di Raccontami del mio paese dei fratelli libanesi Assi e Mansour Rahabani. La compositrice Dima Orsho ha creato I dimenticati sulle rive dell’Eufrate su un’antica poesia siriana tramandata oralmente nella regione di Jazeera, fra Tigri e Eufrate.

“Acarnesi. Stop the War!” al Teatro Grande di Pompei: applausi a fine spettacolo (foto parco archeologico pompei
Da quando, nel 1997, giunse la chiamata da una Sarajevo sfigurata dalle bombe, Le vie dell’Amicizia affida il proprio messaggio al linguaggio universale della musica: anno dopo anno, il Maestro Muti sale sul podio di orchestre e cori italiani a cui si uniscono musicisti delle città meta del viaggio. Nel 2020 il progetto aveva raggiunto Paestum, gemellata con il sito di Palmira, per ricordare il popolo siriano, quello stesso popolo che, costretto alla diaspora, ha trovato in Giordania straordinaria accoglienza. Nell’anno in cui il Festival ha colto l’occasione del centenario della nascita di Calvino per intitolare la propria XXXIV edizione Le città invisibili, il fil rouge del comune passato romano e del patrimonio archeologico lega due città a lungo sepolte – l’una dalla cenere del Vesuvio, l’altra dalle sabbie del deserto – a Ravenna, il cui porto di Classe l’imperatore Augusto scelse per la flotta del Mediterraneo orientale. Il dialogo del Festival con il Parco archeologico ci ha già regalato, nello stesso Teatro Grande, il debutto di Acarnesi Stop the War!, altro inno alla pace e alla fratellanza fra i popoli, nell’ambito del progetto Sogno di volare.
Pompei. Al Teatro Grande in scena “Acarnesi. Stop the war!” riscrittura da Aristofane per la regia Marco Martinelli: seconda esperienza del progetto “Sogno di volare” con gli studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano
Sabato 27 e domenica 28 maggio 2023, 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con gli “Acarnesi. Stop the war!”. Guidati dalla regia esperta di Marco Martinelli, accompagnati dalle musiche di Ambrogio Sparagna e con il disegno luci di Vincent Longuemare, professionisti della scena teatrale di fama internazionale. Un parco archeologico può diventare un luogo dove gli adolescenti del territorio indagano le proprie capacità esibendosi, con artisti professionisti, in uno spettacolo antico? Riescono ragazze e ragazzi di 15-17 anni a mettere in crisi il racconto di un territorio come quello intorno a Pompei, “difficile” e “debole” secondo i soliti indicatori socioeconomici, sorprendendo i grandi con il loro incredibile entusiasmo e la loro creatività? Dopo il primo anno di “Sogno di Volare” – progetto volto a coinvolgere i ragazzi e le scuole del territorio e a stabilire un legame concreto con il patrimonio culturale di appartenenza, attraverso l’arte e il teatro – la risposta nel secondo anno dell’iniziativa, può essere un “sì” un po’ meno timido. In scena, alle 21, “Acarnesi. Stop the War!”, riscrittura da Aristofane, drammaturgia e regia Marco Martinelli, musiche Ambrogio Sparagna, spazio e luci Vincent Longuemare. Produzione Parco archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Giffoni Film Festival. Cofinanziato dalla Direzione generale Spettacolo e da American Express. Biglietti: 5 euro on-line su vivaticket.it alle biglietterie Teatro Mercadante e Teatro San Ferdinando e alla biglietteria degli scavi (piazza Esedra) la sera dello spettacolo.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, con i ragazzi dello spettacolo (foto parco archeologico pompei)
Superate alcune barriere iniziali di carattere burocratico e culturale, mettendo insieme scuole, istituzioni culturali, artisti e i funzionari del ministero della Cultura, il parco archeologico di Pompei ha creato un modello: dopo l’anno zero, che ha visto il primo spettacolo pompeiano approdare anche a Ravenna e Bologna (con sale esaurite), si spicca il volo e si amplia il progetto. “Per noi vuol dire che ci sono altri che credono come noi che la cultura può cambiare la vita delle persone, come l’abbiamo potuto toccare con mano nel primo anno, che ha superato i miei più audaci sogni, e questo ci riempie di gioia”, sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Pompei è un sito che parla ai giovani di oggi, premesso che diamo a loro lo spazio per sentirlo e non ci sovrapponiamo con preconcetti e finte certezze alla loro sensibilità”.

Prove dello spettacolo “Acarnesi. Stop the War!” al Teatro Grande di Pompei per il progetto “Sogno di volare” (foto parco archeologico pompei)
Non più solo teatro ma anche cinema e racconto documentaristico con la collaborazione di Giffoni experience e Giffoni Innovation hub, ma soprattutto cresce la partecipazione delle scuole, dopo il liceo “E. Pascal” di Pompei, l’istituto superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, entrano il liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata e l’istituto superiore “R. Elia” di Castellammare di Stabia. Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, comincia a camminare sulle proprie gambe: oltre a un contributo della Direzione generale Spettacolo, una parte cospicua delle spese viene coperta da uno sponsor, American Express. E sempre nell’ottica di far emergere il magico rapporto tra il sito archeologico e i giovani, c’è un progetto di formazione al linguaggio cinematografico e al racconto documentaristico in collaborazione con Giffoni experience e Giffoni Innovation hub che coinvolge gli studenti del liceo Artistico “Giorgio De Chirico” di Torre Annunziata, con l’obiettivo di produrre e distribuire dei mini documentari e raccontare – con il supporto di professionisti del settore, che li guideranno anche attraverso delle masterclass dedicate – le peculiarità di un posto unico al mondo, raccontando 6 cantieri in corso nel sito archeologico: Scavo IX – Insula 10, Casa del Larario di Achille – Vicolo dell’Efebo, Insula Occidentalis – Casa della Biblioteca, Casti Amanti, Casa di Pansa e Domus del Larario – Regio V.

Il regista e attore Paolo Ruffini intervenuto alla presentazione dello spettacolo (foto parco archeologico pompei)
“Acarnesi. Stop the war!”. Il fluido vitale dell’adolescenza, la scoperta del teatro e della propria voce, la forza dirompente dei classici convergeranno in questo progetto, che non è solo uno spettacolo, ma un percorso di consapevolezza e crescita personale di una generazione contemporanea al confronto con temi quanto mai attuali e attraverso il contatto vivo con la bellezza di un patrimonio culturale che gli appartiene. Gli “Acarnesi” è la prima commedia, scritta da Aristofane poco più che adolescente: Diceopoli, vecchio contadino ateniese, non sa convincere i concittadini a smetterla con la guerra, e decide per una “tregua separata” con gli Spartani. Così se ne torna nel suo podere a celebrare Dioniso mentre la città è in fiamme. Gli Acarnesi gli si oppongono, ma Diceopoli (“il giusto cittadino”) spiegherà loro che servire la patria significa cercare la Pace. Un inno scenico quanto mai attuale, in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra.
Il regista Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è noto per la sua esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021. Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dallo scorso anno, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.
Commenti recenti