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È morto il professor Sergio Donadoni, fondatore dell’Egittologia moderna in Italia, decano degli egittologi italiani, protagonista del salvataggio dei templi egizi di Abu Simbel. Il ricordo di chi l’ha conosciuto e della sua allieva più famosa, l’egittologa Edda Bresciani

L'egittologo Sergio Donadoni in una delle sue missioni archeologiche in Egitto

L’egittologo Sergio Donadoni in una delle sue missioni archeologiche in Egitto

L’Egittologia è in lutto. Uno dei suoi più autorevoli protagonisti del Novecento è venuto a mancare: l’archeologo Sergio Donadoni, decano degli egittologi italiani, rispettato e conosciuto in tutto il mondo scientifico non solo per le sue grandi capacità di studioso-ricercatore e di insegnante-accademico ma anche per la sua umanità, protagonista del salvataggio internazionale dei templi egizi di Abu Simbel dopo la creazione della diga di Assuan, è morto a Roma il 31 ottobre 2015 all’età di 101 anni. Era professore emerito di egittologia all’Università “La Sapienza” di Roma e accademico dei Lincei, nonché insegnante all’Université Libre di Bruxelles. I funerali si sono svolti lunedì 2 novembre, alle 11, nella chiesa romana dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Nato a Palermo il 13 ottobre 1914, figlio del critico letterario Eugenio, Sergio Donadoni aveva studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si era laureato nel 1935 con Annibale Evaristo Breccia. La sua formazione di egittologo la maturò alla scuola francese, studiando per due anni a Parigi dove appunto si specializzò in Egittologia, e nel 1948 nella capitale danese di Copenaghen. Donadoni ha insegnato nelle università di Milano, Pisa e infine Roma.

Il museo Egizio al Cairo: fu fondato nel 1902

Il museo Egizio al Cairo: fu fondato nel 1902

Chi scrive ha avuto l’onore di conoscere e frequentare il prof. Donadoni in una occasione speciale: le celebrazioni per il centenario del Museo Egizio del Cairo. Lui era il più grande tra i grandi egittologi convenuti sulle rive del Nilo, ma non lo ha mai fatto pesare. Tanto meno con i suoi interlocutori, anche i più modesti. Il prof. Donadoni aveva una risposta per ogni domanda gli venisse rivolta, anche quando la richiesta rivelava l’assoluta mancanza delle più elementari conoscenze sull’Antico Egitto. E quando si passeggiava per le strade del Cairo era tutto un saluto reverente e riconoscente “al professore” da persone, le più disparate, che erano state al suo servizio o comunque lo avevano conosciuto nei lunghi decenni di missione archeologica in Egitto. Sergio Donadoni era uomo colto e semplice, nonostante la sua statura scientifica. Come più volte ha avuto modo di testimoniare Paolo Renier, fotografo trevigiano ammaliato dall’Egitto in generale e della città di Abido sacra a Osiride in particolare, che a Donadoni si era rivolto per un consiglio sul progetto di valorizzazione e conoscenza del sito di Abido e si ritrovò come risposta la più bella presentazione mai avuta (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2015/04/24/lantico-egitto-a-vittorio-veneto-il-tempio-del-faraone-seti-i-ad-abido-nella-mostra-di-paolo-renier-alla-rotonda/ sul suo impegno e il suo lavoro fotografico nell’Osireion.

Una fase della ricostruzione del sito archeologico di Abu Simbel

Una fase della ricostruzione del sito archeologico di Abu Simbel

Sergio Donadoni ha diretto scavi in Egitto (Antinoe, Qurna), in Nubia (Ikhmindi, Sabagura, Tamit) e in Sudan (Sonki Tino, Gebel Barkal). Nell’ambito della collaborazione internazionale per il salvataggio dei templi egizi dovuto alla creazione della diga di Assuan, l’Italia partecipò con nove spedizioni condotte da Sergio Donadoni tra gli anni ’50 e ’60. Nel 1964 diresse la missione archeologica in Egitto e in Sudan dell’Università di Roma con scavi e ricerche in diverse antiche località, tra cui Tebe. A queste sono da aggiungerne altre quattro organizzate dal museo Egizio di Torino. Partecipò inoltre al salvataggio del tempio rupestre di Ellesija e a quello di Abu Simbel. Dal 1958 al 1969 esplorò sistematicamente con fini archeologi e architettonici, sei siti: Ikhmindi, Farriq, Kuban, Sabagura, Sonki e Tamit arricchendo di testimonianze e documentazioni la storia della Nubia. Sergio Donadoni è autore di una vasta bibliografia, che comprende, tra gli altri titoli “La civiltà egiziana” (1940), “L’arte egizia” (1955), “Storia della letteratura egiziana antica” (1957), “Le pitture murali della chiesa di Sonki Tino nel Sudan” (1968), “L’Egitto dal mito all’egittologia”. Era dottore honoris causa della Université Libre di Bruxelles. Socio dell’Accademia delle Scienze di Torino, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, dell’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi e dell’Institut d’Egypte. È stato insignito del Premio Feltrinelli per l’Archeologia nel 1975 ed era Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica (2000).

Il professor Sergio Donadoni, fondatore della moderna egittologia in Italia

Il professor Sergio Donadoni, fondatore della moderna egittologia in Italia

Il ricordo più intenso del professor Sergio Donadoni, fondatore dell’Egittologia moderna in Italia, è stato scritto dalla sua allieva più famosa, la professoressa Edda Bresciani, professore Emerito dell’Università di Pisa, una degli altri grandi egittologi italiani del Novecento. La biografia di questi due studiosi è strettamente incrociata e descrive molta parte della storia dell’Egittologia a Pisa e in Italia. Questa disciplina nacque infatti proprio all’Università di Pisa nel 1826, quando Leopoldo II di Lorena decise di istituire una cattedra di egittologia affidandola al ventiseienne pisano Ippolito Rosellini. Alla sua morte, nel 1843, l’insegnamento fu chiuso e per oltre un secolo tacque sia a Pisa che in Italia. Tornò quindi ad essere attivato nell’Ateneo pisano dall’anno accademico 1950-’51, con un incarico affidato proprio al professor Donadoni, allievo della Scuola Normale e laureato nel 1934 con il grande egittologo Annibale Evaristo Breccia, docente dell’Università di Pisa, di cui fu anche Rettore dal 1939 al 1941. Con il trasferimento del professor Donadoni all’Università di Milano nel 1959, la cattedra passò alla sua allieva Edda Bresciani – la prima laureata italiana in Egittologia – che nel 1968 sarebbe diventata ordinario della disciplina all’Università di Pisa. Scrive Edda Bresciani: “Ho parlato al telefono con Sergio Donadoni il 13 ottobre scorso per augurargli, come ogni anno in questo giorno, un gioioso anniversario. Mi rispose con la consueta urbanità, la voce forse un po’ fievole è vero, ma intatto l’eloquio elegante ironico ma insieme affettuoso. Perché il mio maestro ed io ci volevamo bene; anche se aveva l’abitudine di riferirsi a me come “quel diavolo di ragazza”… Adesso nessuno più mi chiamerà così. È morto nei suoi 101 anni, dopo una vita splendida dedicata alla ricerca, ricca di soddisfazioni private, scientifiche, pubbliche. Universalmente conosciuto e ammirato, la sua assenza avrà per anni avvenire il suono del dolore. Non credo che sia il caso qui che elenchi i libri, gli articoli, i contributi i Sergio Donadoni che hanno dato le linee fondamentali dell’egittologia non solo italiana ma mondiale. Io adesso non riesco a comporre altre frasi oltre all’espressione di un vuoto che non saprà essere colmato; adesso piango la grande persona che ci ha lasciati, piango il maestro, piango lo studioso. Alla famiglia, alla moglie Annamaria, antica amica, ai suoi figli ai nipoti che tanto amava, l’espressione della partecipazione sincera al loro dolore”.

A Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale e professore emerito dell’università di Pisa, il premio “Campano d’Oro” riservato ai migliori ex allievi dell’ateneo pisano

L'egittologa Edda Bresciani in missione nel sito di Medinet nell'oasi del Fayyum

L’egittologa Edda Bresciani dell’università di Pisa in missione nel sito di Medinet Madi in Egitto

Dal Cairo a Luxor, da Alessandria d’Egitto ad Assuan, da Siwa a El-Fayyum, e dici Edda ti rispondono “la professoressa Bresciani”. Edda Bresciani è un’istituzione dell’Egittologia, non solo italiana: una vita dedicata allo studio e alla conoscenza dell’Antico Egitto, partendo dall’ateneo di Pisa e approdando sulle rive del Nilo, tanto che lei “lucchese doc” si è trovata nella vita a diventare – ha sottolineato – “anche un po’ pisana e un po’ egiziana”. Nei giorni scorsi l’università di Pisa ha conferito a Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale e professore emerito dell’Università di Pisa, il “Campano d’Oro” 2014, il prestigioso riconoscimento che l’Associazione laureati dell’Ateneo pisano (ALAP) assegna ogni anno a illustri personalità che si sono laureate a Pisa. La cerimonia di conferimento, che si è tenuta nei saloni del Bastione Sangallo, è stata aperta dai saluti del rettore Massimo Augello. Dopo aver ricordato che la professoressa Bresciani è la seconda donna a ricevere il Premio in 43 edizioni, il professor Augello ha ripercorso le tappe più significative della biografia scientifica della premiata, dai primi anni di insegnamento nell’Ateneo pisano alla fondazione della rivista “Egitto e Vicino Oriente”, dalle missioni archeologiche in territorio egiziano alla costituzione delle collezioni egittologiche dell’Ateneo. “Erede della grande tradizione pisana nell’Egittologia – ha concluso il rettore – la professoressa Bresciani è riuscita, con progettualità e lungimiranza, ad aggiornare e sviluppare quel glorioso passato, contribuendo a fare della Scuola egittologica un vanto per l’Università di Pisa e un punto di riferimento per gli studi del settore, sia a livello italiano che internazionale”.

La consegna del "Campano d'Oro" a Edda Bresciani

La consegna del “Campano d’Oro” a Edda Bresciani

Il premio “Campano d’Oro” è stato istituito nel 1971 come riconoscimento in onore di ex allievi dell’Ateneo pisano che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell’industria e delle professioni. Fra gli illustri premiati delle scorse edizioni, vi sono l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, cui il “Campano” fu attribuito quando era governatore della Banca d’Italia, Carlo Rubbia, Giuliano Amato, Marcello Pera, Tiziano Terzani, Remo Bodei, Antonio Cassese, Andrea Bocelli e, lo scorso anno, Vando D’Angiolo, tra i più importanti imprenditori italiani del settore lapideo.

La professoressa Edda Bresciani alla cerimonia del Campano d'Oro al Bastiano Sangallo di Pisa

La professoressa Edda Bresciani alla cerimonia del Campano d’Oro al Bastiano Sangallo di Pisa

Nella Laudatio, la professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi, collega di Facoltà e amica della premiata, ha descritto il profilo di Edda Bresciani anche attraverso vicende personali, ricordando “le mail che Edda sovente mi invia di prima mattina e alle quali affida pensieri, citazioni e immagini spesso riferiti al mondo egiziano cui ha brillantemente dedicato la sua vita, la sua profonda e diramata cultura e la sua viva intelligenza”. Poco prima, la professoressa Tomasi aveva sottolineato che Edda Bresciani è stata sempre «apprezzata per la statura scientifica, ma anche amata per le doti umane e morali e per la carica di simpatia, che hanno fatto sì che divenisse maestra di svariate generazioni di studenti e amica generosa di molti colleghi. In Egitto ha costantemente rappresentato un punto di riferimento, ottenendo sempre, se pure in complicati contesti politici e culturali, l’appoggio delle autorità e la stima degli archeologi che si sono spesso aggregati alle sue missioni”. La consegna del “Campano” è stata preceduta dalla relazione del vicesindaco e presidente dell’Alap, Paolo Ghezzi, che ha segnalato nella forte determinazione un aspetto peculiare del percorso compiuto da Edda Bresciani; una caratteristica che è emersa anche in occasione della cerimonia, a cui la professoressa ha partecipato pur avendo subito un recente infortunio. Subito dopo, Paolo Ghezzi ha letto le Motivazioni del conferimento e consegnato alla premiata la medaglia d’oro che raffigura la Torre del Campano, la cui campana ha scandito l’inizio e la fine delle lezioni universitarie dal Medioevo fino ad alcuni anni fa.

Letteratura e poesia nell'Antico Egitto di Edda Bresciani, edito da Einaudi

Letteratura e poesia dell’Antico Egitto di Edda Bresciani, edito da Einaudi

La professoressa Edda Bresciani, nata a Lucca nel 1930, si è laureata in Egittologia all’Università di Pisa nel 1955, sede in cui ha insegnato come ordinario di Egittologia dal 1968. Nel corso della carriera ha ricevuto l’Ordine del “Cherubino” ed è stata nominata professore emerito dell’Ateneo pisano. Socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, nel 1996 è stata insignita della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per la scienza e la cultura. Dal 1966 la professoressa Edda Bresciani ha diretto diverse campagne di scavo in Egitto in siti prestigiosi per la storia e la cultura antica, ad Assuan, Tebe, Saqqara e nel Fayyum, con scoperte di grande rilievo scientifico. Ha anche coordinato alcuni progetti di cooperazione italo-egiziana. La produzione scientifica di Edda Bresciani, tra articoli e libri, comprende varie centinaia di titoli, che riguardano i settori principali delle sue ricerche: la storia dell’antico Egitto, l’archeologia e la filologia. Per Einaudi ha pubblicato “Letteratura e poesia dell’antico Egitto” (1999 e 2007) e “La porta dei sogni” (2005). La professoressa Bresciani ha fondato nel 1978 e dirige la rivista scientifica “Egitto e Vicino Oriente”, oltre ad alcune collane editoriali egittologiche.

Edda Bresciani nel deserto egiziano

Edda Bresciani nel deserto egiziano

“Il racconto di una carriera non usuale, per una donna che negli anni Cinquanta si è laureata in Lettere”, ha chiosato la professoressa Edda Bresciani nell’introdurre il ricordo del suo percorso scientifico, preludio all’Omaggio musicale preparato dal Coro dell’Università di Pisa, diretto dal maestro Stefano Barandoni, che nell’occasione ha eseguito musiche di Verdi, Rossini e Orff. Al piano Chiara Mariani e come mezzosoprano solista Sarà Bacchelli.