Roma-Ostia Antica: “Urbs in transitum. Innovazione e tradizione tra Roma e Ostia nel III secolo”: dal 4 al 7 ottobre 2023 quattro giorni di convegno internazionale attorno al secolo che funge da cerniera tra l’epoca di massimo sviluppo dell’Impero romano ed i successivi esiti di epoca tardo antica
“Urbs in transitum. Innovazione e tradizione tra Roma e Ostia nel III secolo”: dal 4 al 7 ottobre 2023 quattro giorni di convegno internazionale tra Roma e Ostia antica con sessioni all’Istituto Storico Austriaco, all’Academia Belgica e al Parco archeologico di Ostia antica. “Urbs in transitum” vuole essere l’avvio di un percorso volto a costituire un’ampia e inclusiva comunità di studiosi del mondo antico attorno al secolo che funge da cerniera tra l’epoca di massimo sviluppo dell’Impero romano ed i successivi esiti di epoca tardo antica. L’epoca della dinastia dei Severi segnò la fine delle famiglie dinastiche regnanti a Roma e fu marcata da numerosi disordini, anticipando già cambiamenti fondamentali e drastiche trasformazioni. Il III secolo, sintetizzato – in formule – quale il secolo della crisi, degli imperatori soldati, dell’anarchia militare, l’età dell’angoscia è caratterizzato da profondi mutamenti e trasformazioni di carattere economico, sociale, spirituale e culturale. Secolo che vede nei suoi primi decenni, sotto l’impero dell’ultima dinastia stabile prima dell’avvento dei Costantinidi, l’allargamento della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero e il progressivo emergere del protagonismo delle province, con spinte centrifughe che porteranno nella seconda metà del III secolo alla perdita di intere macro aree quali le Gallie, la Britannia e le provincie orientali (Siria, Palestina, Egitto, Mesopotamia) nonché al progressivo indebolimento della centralità di Roma e dell’Italia, sancita dalla riforma amministrativa dioclezianea. Altro fattore caratterizzante il III secolo è l’allargamento dello sforzo bellico di fronte all’emergere di nuove minacce esterne, da una parte la pressione delle popolazioni barbariche lungo il limes danubiano e renano e a Oriente l’affermarsi della dinastia Sassanide capace di riunire in una nuova compagine di carattere nazionale l’eredità dell’Impero Achemenide. In questo quadro assumeranno un peso determinante per la difesa dell’esistenza stessa dell’Impero romano proprio quelle province di frontiera come l’Illirico che si verranno a trovare in prima linea.
In questo secolo di profondi cambiamenti, di violenti scontri e di persecuzioni religiose, Roma è ancora un grande laboratorio dove si incontrano e si scontrano nuove comunità religiose e nuove tendenze filosofiche, nel confronto permanente con la grande tradizione greco-romana tramandata dall’Impero romano. Questo contesto politico, sociale e culturale ha avuto importanti influenze anche sul modo di concepire gli spazi architettonici e decorativi, dove non si riscontrano crisi o impoverimenti bensì trasformazioni e innovazioni di carattere sia tecnico che stilistico e formale. Ciò è particolarmente vero per quel che riguarda l’architettura al servizio dell’autorappresentazione della figura imperiale, la cui monumentalità cresce in modo inversamente proporzionale alla solidità del potere, così come il gusto degli arredi decorativi parietali e pavimentali, dove gli artigiani devono adattarsi alle esigenze di una società sempre più varia ma sempre più desiderosa di emulare al meglio i ceti più alti della società, ingegnandosi a trovare forme alternative di lusso in un mondo dove le materie prime e talvolta le conoscenze tecniche iniziano a scarseggiare. Lo stesso vale per la decorazione scultorea di piazze ed edifici pubblici e di lussuosi edifici residenziali nel III secolo d.C. Nella ricerca sulla scultura, è ben noto il fenomeno della longevità delle sculture, che per un lungo periodo di tempo sono state lasciate nel loro ambiente originale o spostate da un luogo di installazione e riutilizzate in altri contesti.
Le riparazioni e i restauri di sculture antiche suggeriscono che la decorazione scultorea era trattata con cura e con l’obiettivo di preservarla. Tracciare la diversità del materiale scultoreo sotto i vari aspetti per un lungo periodo di tempo, ad esempio, dall’acquisizione, alla tradizione della proprietà familiare, così come del mercato dell’arte, o dello smaltimento in fornaci da calce, o del reimpiego, richiede intensi studi contestuali del materiale scultoreo. La città di Ostia con il suo complesso portuale a nord del Tevere – appendice costiera e proiezione sul mare della città di Roma – costituisce un osservatorio privilegiato d’eccezionale ricchezza e complessità per studiare e capire questo periodo di grandi trasformazioni.
Alla luce di una costante crescita di interesse per il III secolo e di un ampliamento delle conoscenze archeologiche per questo periodo nelle città di Roma, Ostia e Porto, ecco il convegno internazionale tra Roma e Ostia nei giorni 4, 5, 6 e 7 ottobre 2023 articolato in cinque sezioni tematiche. Mercoledì 4 ottobre 2023, all’istituto storico austriaco, la prima è dedicata al tema dell’interconnessione tra la città e i porti (sezione 1, ore 12). Altre tre sezioni saranno dirette all’approfondimento di tematiche specifiche di carattere topografico-urbanistico (sezione 2, Academia Belgica, 5 ottobre 2023, ore 9.45), architettonico (sezione 3, Academia Belgica, 5 ottobre 2023, ore 15) e decorativo (sezione 4, Istituto Storico Austriaco, ore 9.30), mentre l’ultima (sezione 5, Istituto Storico Austriaco, ore 14.30) sarà dedicata alle produzioni e ai commerci. La sezione 2 è riservata allo studio degli aspetti topografici e trasformazioni degli spazi urbani con particolare riferimento all’emergere di nuovi quartieri e di nuovi poli nelle aree suburbane della città. La sezione 3, intitolata “costruire, riciclare e trasformare”, appare strettamente connessa con la precedente tematica ed è finalizzata alla contestualizzazione di un fenomeno caratteristico delle società antiche, quale il reimpiego ed il ricorso a spolia che assume caratteri cogenti e congiunturali nel corso del III secolo d.C. La quarta sarà dedicata all’approfondimento di aspetti artistici e decorativi di carattere scultoreo e pittorico, sia da un punto di vista tecnico che estetico. La quinta sezione sarà infine focalizzata sulla cultura materiale, intesa principalmente come documento sulle dinamiche di produzione e circolazione di diverse classi di manufatti. Chiude il convegno una tavola rotonda sabato 7 ottobre 2023, alle 11.30, al parco archeologico di Ostia antica, cui segue una visita agli scavi di Ostia antica.
Roma. All’Academia Belgica la giornata di studi “Ostia in guerra. Tracce del secondo conflitto mondiale alla foce del Tevere”: le vicende della guerra, a lungo dimenticate, verranno evocate grazie ai documenti d’archivio e alle tracce fisiche ancora visibili sul territorio
Al debutto degli anni ’40 del Novecento gli Scavi di Ostia stavano vivendo un’intensa stagione di scavi finanziati in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942. Lavori febbrili, che stavano portando in luce un’ampia fetta della città antica, sotto la direzione di Guido Calza. Ma nel 1940 l’Italia entra in guerra: da quel momento niente fu più lo stesso e gli Scavi di Ostia furono coinvolti nel conflitto militare. Gli scavi vennero evacuati di tutto il personale, occupati da contingenti militari e parzialmente devastati da furti e atti di vandalismo, mentre il direttore e gli ispettori si adoperavano per la salvezza dei reperti archeologici e della documentazione d’archivio. Tracce materiali della Guerra sono rimaste a Ostia nelle carte d’archivio, nelle fotografie, nei reperti bellici rinvenuti in corso di scavo. Materiale eterogeneo che messo insieme consente di ricostruire la storia di Ostia antica durante il conflitto. Le vicende della guerra, a lungo dimenticate, verranno evocate grazie ai documenti d’archivio e alle tracce fisiche ancora visibili sul territorio nel corso della Giornata di studi “Ostia in guerra. Tracce del secondo conflitto mondiale alla foce del Tevere”, che si terrà a Roma, all’Academia Belgica, in via Omero 8 a Roma, il 19 settembre 2023, a cura di Dario Daffara, Marina Lo Blundo, Martina Marano. Il convegno “Ostia in Guerra” vuole pertanto mettere in fila le informazioni e i dati eterogenei che possediamo per il periodo della II Guerra Mondiale: un periodo molto vicino cronologicamente a noi, ma poco affrontato negli studi dal punto di vista della gestione di un sito archeologico.
IL PROGRAMMA. Si inizia alle 9.15 con i saluti istituzionali di Sabine van Sprang (direttrice dell’Academia Belgica), cui seguono gli interventi. Alle 9.30, Alessandro D’Alessio (direttore del parco archeologico di Ostia antica) e Giulio Sinan (università Roma Tre) su “La guerra a Ostia: documenti e testimonianze del secondo conflitto mondiale”; 10, Dario Daffara (parco archeologico di Ostia antica) su “Prima della catastrofe: la difesa e l’evacuazione degli scavi”; 10.30, Grégory Mainet (université de Liège) su “I danni di guerra a Ostia antica”; 11, pausa caffè. Alle 11.30, Lorenzo Grassi (giornalista) e Andrea Grazzini (geologo) su “Vestigia belliche nel territorio e negli scavi”; 12, Marina Lo Blundo (parco archeologico di Ostia antica) su “La difesa delle opere d’arte nelle fotografie dell’archivio fotografico”; 12.30, Francesca Galanti (Sapienza università di Roma), Martina Marano (université catholique de Louvain) e Paolo Tomassini (université de Namur) su “Bello ardet… Ostia. Materiale bellico dalla parcella IV, VI, 1”; 13, pausa pranzo. Alle 14, Elizabeth Jane Shepherd (già direttore dell’Aerofototeca nazionale) su “Il territorio ostiense visto dai ricognitori Alleati”; 14.30, Simone Bucri (Ecomuseo del Territorio) su “La guerra nei ricordi degli ostiensi”. Alle 15, discussione finale e chiusura dei lavori: modera Alessandro D’Alessio.
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