Ercolano. Il parco archeologico tra i siti più visitati d’Italia. Il direttore Sirano: “Siamo tenuti a rispettare una sostenibilità nella frequenza del Parco, con una gestione resiliente tra boom di visitatori e turismo sostenibile”. Casa del Bicentenario aperta a fasce orarie

La Casa del Bicentenario sorge nel cuore dell’antica Herculaneum (foto Paerco)

Il Parco Archeologico di Ercolano sta registrando un vero boom di visitatori tanto da piazzarsi tra i primi in Italia scelti dai turisti. Per la sicurezza delle condizioni di visita e la tutela delle superfici decorate delle domus, nei giorni di maggiore affluenza, come le giornate ad accesso gratuito, si potrebbero verificare brevi chiusure o contingentamenti degli ingressi contemporanei per l’accesso a singole abitazioni i cui pavimenti sono in corso di monitoraggio e di studio per individuare i motivi di particolare fragilità e programmare tempestivi interventi come per la Casa del Bicentenario. E quello che si apre venerdì 2 giugno 2023 è un altro week-end di grandi affluenze con due giornate a ingresso gratuito: : il 2 giugno Festa della Repubblica Italiana e domenica 4 giugno con la riproposta dell’iniziativa ministeriale #domenicalmuseo come 1° domenica del mese. E in queste occasioni l’accesso alla Casa del Bicentenario sarà consentito dalle 8.30 alle 10 e dalle 15 a chiusura sito. “Siamo tenuti a rispettare una sostenibilità nella frequenza del Parco”, dichiara il direttore Sirano, “che in quanto sito all’aria aperta necessita di una particolare attenzione nella salvaguardia e la pressione antropica si aggiunge al complesso di variabili esterne che gravano sulla conservazione di questo delicato e unico sito UNESCO patrimonio dell’Umanità. Il nostro impegno quotidiano mira a trovare un equilibrio tra fruizione e conservazione attraverso una sempre maggiore e diffusa consapevolezza da parte di una sempre più affezionata e crescente platea di visitatori potendo contare sulla loro sensibilità e partecipazione ai processi di conservazione che gravitano intorno ad un parco archeologico. In tale processo possiamo fare affidamento anche su una appassionata community già esistente e in continua crescita che ci supporta nella nostra incessante attività per preservare il patrimonio culturale alle generazioni future”. La sostenibilità della visita è un concetto legato al tema della cura, la stessa che tutti noi abbiamo per le nostre case e per i nostri ricordi più preziosi. Il Parco in tal senso interpella tutti coloro che lo frequentano affinché contribuiscano a questo processo che richiede non solo tante professionalità specialistiche ma anche attenzione e quasi affezione verso luoghi della nostra comune memoria, basi per pensare ad un futuro ricco di valori culturali e di sapienza non solo scientifica ma anche artigianale e artistica.
A Feltre viaggio alle origini della città: il 2 giugno aperta eccezionalmente l’area archeologica sotto il Duomo. Aperto anche il Teatro de la Sena: la “Piccola Fenice”
A Feltre basta scendere solo di pochi metri sotto la piazza del Duomo per avventurarsi in un viaggio indietro nel tempo di duemila anni. E il 2 Giugno, anche se è lunedì, giorno di solito di chiusura settimanale, per la Festa della Repubblica, sarà possibile regalarsi questo viaggio del tutto gratuito alle origini di Feltre grazie all’apertura straordinaria dell’area archeologica di Feltre, in via A. Vecellio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Su una superficie di circa mille metri quadri, sotto la piazza del Duomo, si apre infatti al visitatore un’area archeologica di eccezionale interesse, che conserva le testimonianze delle fasi più antiche della città, dall’epoca preromana al primo medioevo. La maggior parte delle strutture a vista risalgono ad epoca romana e appartengono ad un quartiere urbano che si sviluppava sulle pendici meridionali del colle, all’incrocio di due strade lastricate. Oltre a resti di edifici privati con vani adibiti a botteghe (a nord), si conservano parzialmente un edificio con sistema di riscaldamento ad ipocausto (a est) e una grande costruzione con pavimenti in marmo e in mosaico, identificabile con la sede (schola) di alcune importanti associazioni professionali (a ovest).
Successivamente al collasso della città romana, nell’area si sviluppò un grande edificio di forma stretta ed allungata, con orientamento obliquo rispetto all’impianto precedente; datato all’VIII-IX sec. d.C., esso va probabilmente connesso con la più antica sede episcopale della città come suggeriscono tipologia, dimensione e qualità della costruzione e la vicinanza alla cattedrale. Più tarda (fine XI – XII secolo) è la costruzione di un battistero a pianta circolare, di cui si conservano poco più che le fondazioni, con sette pilastri sull’anello interno e abside a ferro di cavallo. In epoca successiva, tutta l’area fu destinata ad un utilizzo funerario.
Il teatro de la Sena. L’apertura straordinaria dell’area archeologica non è l’unica opportunità che il 2 Giugno, Festa della Repubblica, offre la città di Feltre. Apre infatti eccezionalmente di lunedì (orario: 10.30-12.30 e 16-19; ingresso 1 euro) anche il Teatro de la Sena, ovvero “della scena”, che è ospitato al primo piano del Palazzo della Ragione, edificio riedificato dopo la distruzione del 1510 da parte delle truppe di Massimiliano d’Asburgo e caratterizzato dal loggiato palladiano del 1558. Si presenta con un imponente loggiato palladiano e al centro del porticato, una scalinata conduce al grande salone centrale utilizzato per le riunioni dei 70 Nobili del “Maggior Consiglio”. Ma poiché vi era solamente un caminetto insufficiente per riscaldare uno stanzone così grande e anche la luce non era soddisfacente, si decise quindi di spostare le riunioni nell’attuale Sala del Consiglio.
Il salone fu destinato a pubblico teatro nel 1684 con la costituzione di un Teatro Sociale a due ordini di palchetti di proprietà privata, appartenenti a famiglie nobili e cittadine. Già dal 1621 vi si teneva “…una Sena (scena) per recitar commedie in Carnevale”. Nel XVIII secolo l’attività fu intensa. Nel 1729 Carlo Goldoni vi rappresentò “Il buon padre” e “La cantatrice”. Nel 1741 fu aggiunto un terzo ordine di palchetti. Nel 1802 l’architetto veneziano Gianantonio Selva, già vincitore del concorso per la progettazione della Fenice di Venezia, fu incaricato della radicale ristrutturazione dell’ambiente. Le decorazioni pittoriche, tra le quali spiccano il sipario e il soffitto a velario, furono eseguite invece nel 1843 da Tranquillo Orsi, autore nel 1837 delle decorazioni neoclassiche della Fenice. L’appellativo di “Piccola Fenice” attribuito al teatro di Feltre era in uso ancor prima dell’incendio del famoso teatro veneziano. Tale denominazione venne adottata perché sia il progettista che il decoratore sopraccitati erano gli stessi che realizzarono La Fenice di Venezia. Il teatro fu chiuso nel 1929 perché non rispondente alle moderne normative di sicurezza pubblica. Nel 1971, dopo una campagna di sensibilizzazione della locale sezione di Italia nostra, furono avviati i primi interventi di restauro che si protrassero con alterne vicende fino agli anni ‘90. Oggi il Teatro della Sena offre al visitatore l’opportunità unica di entrare nella perduta Fenice.






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