Un libro al giorno. “The Late Roman Settlement of Umm al-Dabadib: A Remote Investigation (L’insediamento tardo romano di Umm al-Dabadib: un’indagine a distanza)” di Corinna Rossi, egittologa del Politecnico di Milano: studiati da lontano, l’insediamento fortificato tardo romano e il suo sistema agricolo contemporaneo – nel Deserto Orientale egiziano – hanno fornito una messe di informazioni

Copertina del libro “The Late Roman Settlement of Umm al-Dabadib: A Remote Investigation (L’insediamento tardo romano di Umm al-Dabadib: un’indagine a distanza)” di Corinna Rossi

Il rilievo 3D del forte romano di Umm al-Dabadib realizzato dal 3D Survey Group del Politecnico di Milano

È uscito per i tipi di Sidestone Press- Innovative Academic Publishing il libro “The Late Roman Settlement of Umm al-Dabadib: A Remote Investigation (L’insediamento tardo romano di Umm al-Dabadib: un’indagine a distanza)” di Corinna Rossi, egittologa del Politecnico di Milano: possibile consultare il pdf libero Rossi_Remote_investigation_2025_compresso.pdf. Come indagare un sito archeologico divenuto inaccessibile? Quando il Deserto Occidentale egiziano fu chiuso per motivi di sicurezza nel 2016, poco prima dell’inizio del primo scavo archeologico a Umm al-Dabadib, nell’oasi di Kharga, questa domanda divenne il punto di partenza per un viaggio inaspettato alla ricerca di una metodologia alternativa. Il nostro team multidisciplinare, composto da egittologi, archeologi, architetti, storici, ingegneri, matematici, esperti informatici, botanici e idrologi, ha intrapreso una “indagine a distanza” basata su una combinazione di nuovi strumenti e metodi, utilizzati per recuperare informazioni aggiornate da vecchi dati e fonti alternative. Studiati da lontano, l’insediamento fortificato tardo romano e il suo sistema agricolo contemporaneo hanno fornito una ricchezza di informazioni non solo su un periodo specifico della vita di Umm al-Dabadib, ma anche sul suo contesto geografico, storico e strategico. Un’indagine a distanza non sostituisce uno scavo archeologico, ma in un luogo remoto come Umm al-Dabadib, immerso in un ambiente naturale intatto e ricco di biodiversità, può aiutare a indirizzare e concentrare gli scavi futuri e a ridurne sia i costi che l’impatto sul sito.

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