Archeologia in lutto. È morto Emilio Rodriguez Almeida, l’archeologo spagnolo che svelò i segreti della Forma Urbis, la pianta marmorea di Roma di epoca severiana
Archeologia in lutto. Il 21 febbraio a Valladolid è morto l’archeologo e storico spagnolo Emilio Rodriguez Almeida, studioso della Roma classica, celebre per il suo lavoro sulla pianta marmorea dell’Urbe di cui ha svelato i segreti, stroncato da un ictus a 85 anni. L’annuncio della scomparsa è stato riportato dalla stampa spagnola. Nato il 10 dicembre 1930 a Madrigal de las Altas Torres, giunto a Roma dalla Spagna come studente alla fine degli anni ’50, Almeida cominciò i suoi studi approfonditi su vari campi dell’archeologia romana: topografia, filologia, anforologia, epigrafia latina. Nel decennio successivo intraprese lo studio dei frammenti della “Forma Urbis”, la pianta dell’antica città di Roma incisa su lastre di marmo, risalente all’epoca di Settimio Severo, realizzata tra il 203 e il 211, che era collocata in una delle aule del Tempio della Pace: Rodriguez Almeida completò la ricostruzione e la collocazione di una importante parte dei frammenti superstiti che non erano stati ancora identificati dal precedente studio da parte di un’équipe di eminenti archeologi.
La “Forma Urbis Severiana” misurava in origine circa 13 metri in altezza per 18 di larghezza e si componeva di circa 150 lastre rettangolari di marmo, non tutte di uguali dimensioni, disposte su undici file. Le lastre fungevano da rivestimento parietale di una delle sale disposte all’angolo meridionale del Tempio della Pace. Il fatto che l’ambiente immediatamente adiacente sia stato riutilizzato (intorno all’anno 530) per la basilica dei santi Cosma e Damiano ha permesso la conservazione della parete su cui erano applicate, pur con rimaneggiamenti legati alla storia edilizia della chiesa. Sulla parete della Forma sono tuttora visibili i fori utilizzati per le grappe di fissaggio della pianta. Attualmente si conservano 1186 frammenti delle lastre, che coprono circa il 10-15% del totale della superficie. Furono rinvenuti a più riprese, a partire dal primo ritrovamento del 1562, talvolta anche in luoghi non corrispondenti all’originaria collocazione. Emilio Rodriguez Almeida è uno degli studiosi che negli anni si sono dedicati all’identificazione degli edifici raffigurati sui frammenti ed hanno proposto nuove localizzazioni e interpretazioni. Nel 2002 la Stanford University (San Francisco, California) ha curato un progetto basato sulla creazione di un data-base on-line dei frammenti esistenti per la ricostruzione della pianta con l’ausilio di tecnologie informatiche, il cui risultato è stato il posizionamento di quattro ulteriori frammenti.
Rodriguez Almeida ha collocato ed identificato diversi monumenti della Roma imperiale di cui si erano perse le tracce, tra i quali il Lacus Orfei. Gli studi archeologici di Rodriguez Almeida sono continuati poi sul Monte Testaccio. Tra le sue pubblicazioni “Forma Urbis Marmorea”, “Il Monte Testaccio. Ambiente, Storia, Materiali” e “Marziale e Roma. Un poeta e la sua città”. Numerosi sono gli articoli e i saggi apparsi su bollettini archeologici, riviste di settore ed accademiche.
(2 – continua)
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