Bimillenario di Augusto. A Caorle “Mare nostrum”: percorso multimediale per rivivere la grandezza di Roma anche attraverso i più famosi film kolossal da “Cleopatra” a “Rome”
Spettacolare. Ma rigorosa nell’esposizione. È la singolare mostra “Mare nostrum. Augusto e la potenza di Roma” in corso a Caorle nel Veneziano (fino il 30 settembre, museo del Mare; tutti i giorni, 18-24; info 0422.583654), un viaggio virtuale e immersivo attraverso il tempo e lo spazio alla scoperta degli antichi romani. Un viaggio attraverso il “nostro mare” – il Mediterraneo – dal punto di vista dei grandi commerci ma anche della potenza navale di Roma durante uno dei periodi più gloriosi, l’età di Augusto. Così anche Caorle partecipa a suo modo alle manifestazioni per il Bimillenario della morte di Augusto (14-2014), presentando un viaggio che lega proprio la città di mare, porto commerciale oggi come duemila anni fa, all’antica Roma che sul mare fu potenza commerciale e militare.

Il monumentale busto di Augusto (dal set della serie televisiva “Rome”) accoglie i visitatori all’ingresso della mostra
Questo suggestivo percorso multimediale, con la ricostruzione di relitti trovati in fondo al mare ma anche delle grandi battaglie navali di Roma, ci porta poi a rivivere la grandezza di Roma attraverso i più famosi film kolossal, da “Cleopatra” (1960) con Elizabeth Taylor e Richard Burton, al “Gladiatore” (2000) con Russel Crowe , alla serie televisiva “Rome” (2005-2007), dalla quale proviene il monumentale busto di Augusto che accoglie i visitatori all’ingresso della mostra. Imponente, monumentale: Augusto accoglie i visitatori dall’alto della sua grandiosa figura, degna immagine del primo imperatore di Roma. Così, fin dall’ingresso, si capisce subito che la mostra “Mare nostrum. Augusto e la potenza di Roma”, aperta al museo del Mare di Caorle fino al 30 settembre, non è la “solita” mostra di archeologia. Spettacolare e rigorosa nella sua ricostruzione scientifica, “Mare nostrum” è un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo alla scoperta degli antichi romani che proprio sul mare costruirono la potenza commerciale e militare di Roma, durante la sua “età dell’oro” (preannunciata da Virgilio nella IV Ecloga), cioè l’età di Augusto. Così in qualche modo anche Caorle partecipa alle celebrazioni che in tutta Europa si tengono per celebrare il bi millenario della morte di Augusto (14-2014). Non a caso all’ingresso della mostra – come detto – c’è il grande busto dell’imperatore Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Proviene direttamente dal set di “Rome”, la serie televisiva prodotta da Hbo, Bbc e Rai Fiction (2005-2007) in onda in questo periodo sui canali Rai. Ma con una chicca per i visitatori della mostra: sul busto colossale è proiettata la lorica di Augusto, con tutte le raffigurazioni che caratterizzavano la sua corazza in pelle con inserti di metallo.
Sulla lorica sono raffigurati: in alto una personificazione del Caelum. Sotto di esso vola la quadriga del Sol. Procedendo verso destra troviamo la Luna quasi completamente coperta da l’Aurora. Al centro vi è la scena del re dei Parti Fraate IV che restituisce le insegne catturate ai Romani dopo la sconfitta di Crasso; è presumibile che il generale romano raffigurato con ai piedi un cane (o più probabilmente un lupo, simbolo per eccellenza di Roma), sia Tiberio, visto che proprio lui partecipò alla campagna partica. Ma non è da escludere che si tratti dello stesso Augusto o di un semplice legionario romano o infine dello stesso dio della guerra Marte. Ai due lati si trovano rispettivamente due donne che piangono. Quella a destra tiene in mano uno stendardo sui cui è raffigurato un cinghiale e la tipica tromba celtica a forma di drago: il carnyx. Quella a sinistra, colta in atteggiamento di sottomissione, porge un fodero senza gladio. È possibile che la prima rappresenti le tribù celtiche del Nord-Ovest della Spagna, Astures et Cantabri, che erano state conquistate da Augusto, oppure la Gallia stessa che sempre dall’imperatore era stata riorganizzata e pacificata tra il 12 e l’8 a.C.; la seconda invece, non essendo completamente disarmata, potrebbe raffigurare le tribù germaniche situate tra il Reno e l’Elba che comunque sarebbero presto state oggetto di conquista oppure i regni dell’Oriente ellenistico, clienti di Roma. In basso, semisdraiata, si trovano la dea Tellus, simbolo di fertilità, tenente un corno colmo di frutta e due neonati che si afferrano alla veste della dea.
Ma non c’è solo il busto di Augusto. Grazie alla collaborazione con Special Effects Creatures Studios srl, sono esposte in mostra grandi installazioni che portano il visitatore direttamente sul set cinematografico di Cinecttà e negli studios degli intramontabili kolossal hollywoodiani: da “Cleopatra” (1960) con Elizabeth Taylor e Richard Burton, al “Gladiatore” (2000) con Russel Crowe. Dalla storia al cinema – come si vede – il passo è breve; ma è un passo che, se nell’immaginario collettivo ha contribuito a portare l’attenzione e l’interesse del grande pubblico su Roma antica con i suoi vizi e le sue virtù, ha anche diffuso non pochi errori storici e svarioni didascalici . Così in questo viaggio virtuale e immersivo (che vedremo meglio in un prossimo post) la mostra “aggiusta il tiro” offrendo ricostruzioni a tutto tondo – scientificamente precise – di alcuni personaggi chiave della romanità: si va dal legionario al gladiatore, dal tribuno al soldato barbaro, presentati con vestimenti e corredi corretti, accompagnati da pannelli informativi completi.
Il percorso della mostra chiude con un video-quiz, pensato per i ragazzi ma che piace molto agli adulti. Su uno schermo scorrono spezzoni di famosi film in costume: “Totò e Cleopatra” (1963), “Spartacus” (1960), “Quo vadis” (1951), “L’ultima legione” (2007), “Il gladiatore” (2000), “Cleopatra” (1960), “Troy” (2004), “Ben Hur” (1959), “Asterix e Obelix contro Cesare” (1999). Davanti allo schermo ci sono a disposizione dei visitatori altrettanti grandi pulsanti rossi, molto simili a quelli usati nei quiz televisivi preserali, ognuno dei quali riporta il titolo di uno dei film proiettati. Se si schiaccia il pulsante col titolo giusto, sullo schermo compare l’immagine di una statuetta dell’Oscar: è il “premio” per il visitatore che così lascia la mostra tradendo un sorriso di soddisfazione.
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