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A Parma si presentano gli atti del simposio internazionale “Fondare e ri-fondare: origine e sviluppo della città di Parma. Costruzione di un’identità policentrica lungo la via Emilia tra Parma, Reggio e Modena”

Una ricostruzione della via Emilia, la strada romana fondata dal console Marco Emilio Lepido

Sono passati solo quindici mesi dal simposio internazionale “Fondare e ri-fondare: origine e sviluppo della città di Parma. Costruzione di un’identità policentrica lungo la via Emilia tra Parma, Reggio e Modena”, a cura di C. Quintelli e A. Morigi, che il Comune di Parma e l’università di Parma avevano promosso nel dicembre 2017 all’auditorium di Palazzo del Governatore per le celebrazioni di Parma 2200 nell’ambito del Programma MMCC – 2200 anni lungo la via Emilia. E sono già pronti gli Atti pubblicati nella collana Il Progetto dell’Archè 2 (Padova, Il Poligrafo, 2018). Mercoledì 10 aprile 2019, alle 17.30, nella sala convegni dell’Unione Parmense Industriali a Palazzo Soragna di Parma, sarà presentato il volume “Fondare e ri-fondare. Parma, Reggio e Modena lungo la via Emilia romana”. Dopo l’introduzione di Michele Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Parma, e di Roberto Catelli, vice presidente dell’Unione Parmense Industriali, è previsto l’intervento di Paolo Carafa, professore ordinario di Archeologia classica dell’università di Roma “La Sapienza”, che terrà una conferenza dal titolo “Le origini e i paesaggi di Roma visti dal Palatino”.

Il volume degli atti del simposio internazionale “Fondare e ri-fondare: origine e sviluppo della città di Parma. Costruzione di un’identità policentrica lungo la via Emilia tra Parma, Reggio e Modena”

“Qual è il senso oggi di un interrogarsi sull’origine della città, intesa quale luogo comunitario in cui si vive e a cui si appartiene, soprattutto al cui futuro ciascuno presta un personale contributo?”, si sono chiesti i partecipanti al simposio. “La fondazione di una città, non importa se attraverso un unico atto o una combinazione di fattori tra loro più o meno contemporanei, sicuramente ci parla dei termini di necessità dell’epifania urbana, stabilendo così le forme prime dell’essere di una città. Allo stesso tempo però l’atto fondativo non può dirsi concluso e anzi continuamente rivive rigenerandosi in quel processo di trasformazione che interpreta i successivi stati di necessità della città attraverso i secoli. Da qui il tema di un’origine che si fa strumento di caratterizzazione del divenire della città, dove al dato fondativo segue la (dis)continuità storica di quello ri-fondativo. Per cogliere ma soprattutto misurare il senso perdurante dell’origine bisognerà allora avvalersi di una fenomenologia storica di ri-fondazione della città, anche attraverso saperi eterogenei ma accomunati dal proprio interesse nella costruzione dell’identità urbana”.