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Paestum. “Diari di Archeologia”: nel terzo episodio l’assistente Manuel Crisci ci porta a scoprire le lastre tombali lucane, dalla Tomba degli Atleti alla Tomba del Magistrato nella sezione “Oltre il Museo” dei depositi dell’Archeologico nazionale

Dopo aver seguito lo scavo del Tempietto dorico di Paestum con Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, e aver partecipato con Teresa Marino, funzionario archeologo del parco, al sopralluogo effettuato con l’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza (vedi Paestum. “Diari di Archeologia”: nel secondo episodio l’archeologa Teresa Marini ci fa seguire il sopralluogo dell’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza nel deposito “Oltre il Museo” dell’Archeologico nazionale | archeologiavocidalpassato), nel terzo episodio della rubrica “Diari di Archeologia”, Manuel Crisci, assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza, ci accompagna nei depositi del museo Archeologico nazionale di Paestum, precisamente nella sezione “Oltre il museo”, in una visita unica nel cuore del Museo di Paestum, dove sono conservate le lastre dipinte delle tombe di età lucana.

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Lastre tombali lucane nella sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo Archeologico nazionale di Paestum (foto pa-paeve)

Manuel Crisci dà il benvenuto nei depositi del museo di Paestum. “In quest’area è possibile vedere principalmente le lastre tombali che andavano a costituire i loculi di quella che era l’élite della società lucana”, spiega Crisci. “Uno degli esemplari meglio conservati nell’area dei depositi raffigura il rito funebre, i giochi funebri che susseguivano appunto la dipartita del defunto. Più della scena di per sé quello che colpisce è lo stato di conservazione, sicuramente, e la capacità di realizzazione dell’artista. Occorre notare appunto i dettagli, le mani, le dita, anche il tocco di fantasia. Un’altra area dei depositi è dedicata alla tomba a camera, una tipologia di tumulazione successiva a quella tomba a cassa. L’opera di restauro che viene qui effettuata è molto semplice. Viene giusto rimossa la fanghiglia con dell’acqua distillata, dei piccoli attrezzi come trapani, bisturi.

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La Tomba degli Atleti nella sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo Archeologico nazionale di Paestum (foto pa-paeve)

“C’è la Tomba detta degli Atleti – continua Crisci – perché al di là della tumulazione doppia in questo caso presenta quell’affare appeso al muro che si chiama strigile. Lo strigile era uno strumento usato dagli atleti successivamente l’attività fisica con il quale si detergeva la pelle e si rimuovevano le impurità.

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Dettaglio dell’anello del magistrato nella Tomba del Magistrato conservata nella sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo Archeologico nazionale di Paestum (foto pa-paeve)

“Come nella Tomba degli Atleti anche nella Tomba del Magistrato possiamo notare un cambiamento notevole nella società romana, ossia si passa dal rappresentare la scena del guerriero, della lotta, della forza fisica che aveva una preminenza nella società lucana, al mostrare invece quello che era il benessere terreno, – conclude Crisci – quindi la servitù, le borse piene di beni, il vestiario molto più appariscente e, in questo caso, la tomba culmina nel dettaglio dell’anello del magistrato”.