Sibari (Cs). Al via al museo Archeologico nazionale della Sibaritide la mostra “Reversio – recuperi da saccheggi e dispersioni del santuario Timpone della Motta”, che racconta le storie collegate ai saccheggi ed ai recuperi del santuario di Francavilla Marittima
Al via sabato 18 gennaio 2025 al museo Archeologico nazionale della Sibaritide dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, alle 18, la mostra “Reversio – recuperi da saccheggi e dispersioni del santuario Timpone della Motta”, che racconta le storie collegate ai saccheggi ed ai recuperi del santuario di Francavilla Marittima (Cs). A partire verosimilmente dagli anni ’60 del Novecento una serie di sciagurati interventi clandestini portarono a un vero e proprio saccheggio dell’importante sito di Timpone della Motta a Francavilla Marittima. I tombaroli rivendettero in Svizzera il materiale trafugato che fu acquistato da diversi musei europei ed americani. L’eccellente lavoro dell’Arma dei Carabinieri portò a dimostrare il collegamento tra i reperti che “viaggiavano” sul mercato e quelli sicuramente provenienti dagli scavi regolari che si andavano svolgendo nel sito a cura di diverse équipes internazionali. Così, a partire dagli anni ’90 e poi a più riprese tra il 2001 ed il 2018, i reperti che rientrarono a Sibari furono sempre più numerosi, grazie al lavoro del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri coadiuvati da un gruppo di archeologi in particolare afferenti all’Istituto Danese a Roma, che continua gli scavi nelle zone depredate nel secolo passato. Raccontare le storie collegate ai saccheggi ed ai recuperi del santuario di Timpone della Motta di Francavilla Marittima è la mission di “Reversio”, la nuova esposizione archeologica del museo Archeologico nazionale della Sibaritide che sarà visitabile fino al 18 aprile 2025. L’esposizione invita a riflettere sulla responsabilità collettiva nella tutela del patrimonio culturale e sulla necessità di preservare la memoria delle nostre radici. Vi invitiamo a immergervi in questo viaggio emozionante, dove la storia, l’arte e la legalità si intrecciano in un racconto che appartiene a tutti noi. All’inaugurazione ingresso gratuito.

Un reperto trafugato e recuperato e ora esposto nella mostra “Reversio” al museo Archeologico nazionale della Sibaritide (foto drm-calabria)

Un reperto trafugato e recuperato e ora esposto nella mostra “Reversio” al museo Archeologico nazionale della Sibaritide (foto drm-calabria)
La mostra presenta reperti ricomposti da frammenti illecitamente trafugati e da frammenti rinvenuti negli scavi, unendo storie di saccheggio e recupero. I frammenti di arte e cultura rientrati in Italia da prestigiose istituzioni museali (l’Institut für Klassische Archäologie di Berna, il J. P. Getty Museum di Malibù e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen) ritrovano il loro contesto e vengono accostati a quelli rinvenuti durante gli scavi regolari per ricomporre in una splendida unità oggetti unici, antichissime testimonianze dei primi contatti tra gli Enotri che abitavano la Regione nella prima età del Ferro ed i coloni Greci. L’arte, l’artigianato, la religione, il commercio, ma anche la moda dell’alta età arcaica, sono tutte materie che risultano illuminate dalle nuove conoscenze che questi rientri apportano.

Un reperto trafugato e recuperato e ora esposto nella mostra “Reversio” al museo Archeologico nazionale della Sibaritide (foto drm-calabria)

Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Sibari e Crotone (foto drm-calabria)
“Uno dei danni più gravi prodotti dagli scavi clandestini è la distruzione dei contesti di provenienza, che rende definitivamente irrecuperabili le informazioni storiche di cui gli oggetti sono portatori”, dichiara Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari e curatore della mostra. “Il caso che si presenta a Sibari è importante anche perché costituisce un recupero di conoscenze, reso possibile dall’infaticabile lavoro dei Carabinieri e di colleghi come Jan K. Jacobsen ed il suo gruppo. È importante anche sottolineare che il tema dell’indagine e dei conseguenti rientri, e tutte le storie di arte, commercio, religione, moda, che possiamo raccontare attraverso i reperti si avvalgono di un allestimento che sfrutta molto la comunicazione visuale: ricostruzioni virtuali ed animazioni contenute in brevi e curatissime animazioni video collegate a ciascuna vetrina spiegano al visitatore le principali tematiche, rendendo il percorso stimolante ed anche divertente”.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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