Nocera (Sa). Archeologia preventiva: nel cantiere del metanodotto Snam scoperte evidenze dell’antica Nuceria prima e dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Nocera (Sa): area di scavo archeologico nel cantiere del metanodotto (foto sabap-sa-av)
Nuove scoperte nel territorio dell’antica Nuceria che fanno luce sulle attività agricole e artigianali nell’area prima e dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Durante le indagini archeologiche preventive connesse ai lavori in corso per il potenziamento del metanodotto Diramazione Nocera-Cava dei Tirreni da parte di Snam, tra i comuni di Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio sono venute alla luce importanti evidenze archeologiche che offrono nuovi elementi di conoscenza del territorio della città antica di Nuceria Alfaterna. Nel contempo la ricerca, impostata secondo una corretta metodologia scientifica, consente anche la prosecuzione dei lavori di posa del metanodotto a riprova del fatto che lavorando in sinergia possono coesistere le esigenze della tutela del patrimonio e quelle dell’efficientamento energetico.

Attività antropiche antiche scoperte a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap sa-av)
“La ricerca sul campo procede alacremente grazie a una squadra di specialisti della Sogearch coordinati dall’archeologa Simona Di Gregorio della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio delle province di Salerno e Avellino”, dichiara il soprintendente Raffaella Bonaudo, “e al gruppo di lavoro proprio in questi giorni si è aggiunta anche un’antropologa per effettuare analisi più approfondite sui resti ossei rinvenuti. I rinvenimenti sono il frutto di una ricerca scrupolosa sul territorio, attraverso la quale risulta evidente come l’archeologia sia finalizzata non al mero recupero ma alla ricostruzione di tutti gli aspetti sociali, economici e antropologici che hanno caratterizzato nel tempo l’interrelazione tra uomo e il suo territorio”.

Solchi di coltivazione scoperti a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap sa-av)
In più aree sono stati individuati solchi di coltivazione che testimoniano un intenso e diffuso sfruttamento agricolo in età romana ma anche nelle epoche successive.

Dettaglio dello scavo archeologico a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap sa-av)
Le aree erano utilizzate anche a scopi artigianali come documentano gli scarti litici e le tracce di piani di cottura e lavorazione messe in luce in più settori di indagine.

Tracce di battuto stradale a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap sa-av)
La fitta frequentazione è confermata anche dal rinvenimento di diversi battuti stradali e di strade realizzate con ciottoli e ghiaia riferibili a più epoche storiche.

Resti di una capanna tardo-antica di dimensioni strette e lunghe ricostruita sulla base delle buche di palo scoperta a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap sa-av)
Al periodo precedente l’eruzione del 79 d.C. risalgono i resti di muri intonacati pertinenti agli ambienti probabilmente di una villa rustica. Invece all’età tardo-antica dovrebbero datarsi i resti di una capanna, sul modello della cosiddetta long house, di dimensioni strette e lunghe ricostruita sulla base delle buche di palo.

Gruppo di sepolture a cassa litica scoperte a Nocera (Sa) nel cantiere del metanodotto (foto sabap-sa-av)
Non da ultimo si segnala anche la presenza di un gruppo di sepolture a cassa litica di cui non è ancora possibile definire la precisa cronologia.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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