Archivio tag | mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia”

Taormina. Nel Teatro Antico apre la mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia” nel centenario della nascita dell’artista siciliano: le opere dialogano en plein air con le memorie del monumento e il paesaggio circostante

Il Teatro Antico di Taormina ospita la mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia” (17 maggio – 30 ottobre 2021) (foto Fabrizio Villa – Consagra Siae 2021)

Apre al pubblico lunedì 17 maggio 2021 al Teatro Antico di Taormina, in occasione del centenario della nascita di Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 – Milano, 2005), la mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia”. A cura di Gabriella Di Milia e Paolo Falcone, l’esposizione è promossa dalla Regione Siciliana, assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana, dal parco archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con l’organizzazione di Electa, in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra; il progetto di allestimento è curato dall’architetto Ruggero Moncada di Paternò. Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale. “Oggi la poetica di Consagra”, sottolinea Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico Naxos Taormina, “approda qui, nel Teatro Antico di Taormina, spazio scenico che da millenni accoglie e consacra – in un unicum fra natura, architettura e paesaggio – il verbo dell’arte, declinato in infinite pluralità di linguaggio. Lo accogliamo con gioia certi che il dialogo ravvicinato fra archeologia e arte contemporanea sarà per i visitatori una nuova e vibrante esperienza di viaggio e di conoscenza in Sicilia”. La mostra, che sarà aperta fino al 30 ottobre 2021, è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.

“Giardino bianco”, ferro dipinto di Pietro Consagra (Collezione privata, Pordenone) (foto Fabrizio Villa – Consagra Siae 2021)

La scultura da cui muove il percorso espositivo è “Piano sospeso bianco” del 1964, una rottura semantica netta realizzata dall’artista siciliano nella sua carriera, dirompente rispetto alle opere precedenti; l’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. Attraverso la poetica della frontalità, Consagra ha infatti instaurato le condizioni di un dialogo immediato, con un osservatore libero e a sua volta reattivo, creando le premesse dell’arte “partecipata”. Quest’opera appartiene allo stesso momento di svolta dei “Giardini” e dei “Ferri trasparenti” del 1964-66, opere tutte monocrome, bianche, rosa, violette, blu, carminio, lilla, nere, che si incurvano, si frammentano e si gonfiano come sul punto di levitare, ponendosi agli occhi dello spettatore come oggetti sensitivi mobili dalla doppia frontalità, in un allentamento liberatorio della tensione morale. Come sarà possibile vedere in mostra anche con il “Giardino bianco” del 1966 il colore assume, a partire da questa momento, una tale intensità e uniformità da cancellare il materiale da cui è invisibilmente supportato, esprimendo la nuova apertura di Consagra a una felicità individuale. Nuove dinamiche dello sguardo e del corpo saranno attivate anche dal “Matacubo” esposto, scultura dalle forme tondeggianti e sensuali che attirerà il visitatore a sedersi sopra. La voce, in dialetto siciliano, definisce oggetti molto compatti e spesso ingombranti, ma viene utilizzata dall’artista come termine “paradossale” per indicare opere ludiche, realizzate in marmo e in ferro dipinto, proposte in alternativa alle panchine, costituite comunemente da rigide sbarre di ferro e legno, considerate dall’artista “repressive”.

“Ferro rosso”, ferro dipinto di Pietro Consagra (Collezione privata, Milano) (foto di Fabrizio Villa – Consagra, Siae 2021)

Il confronto diretto, faccia a faccia, con le opere di Consagra, strategicamente disposte negli spazi del Teatro sarà un’esperienza emozionante: l’artista stesso non escludeva che si potesse alleviare la sofferenza umana con il piacere della bellezza, con la forza di un artificio intelligente, nella consapevolezza che ci può essere una essenzialità, un rigore, un pensiero anche nell’aspetto leggiadro di una scultura. E l’opera di Consagra continua ad essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente “la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi”.