Arona (No). Per “I Giovedì in Biblioteca” presentazione del libro “ArcheologA. Storie di Preistoria: un’autobiografia” di Monica Piancastelli che dialogherà con Anna Bernardoni, conservatrice archeologa all’Archemuseo Khaled al-Asaad
Giovedì 14 novembre 2024, alle 18, alla biblioteca civica di Arona (No), per il ciclo di incontri “I Giovedì in Biblioteca” presentazione del libro “ArcheologA. Storie di Preistoria: un’autobiografia” di Monica Piancastelli che dialogherà con Anna Bernardoni, conservatrice archeologa all’Archemuseo Khaled al-Asaad di Arona: Un punto di vista femminile su un mondo per lungo tempo maschile e un viaggio nei decenni che hanno cambiato il modo di fare archeologia ma anche la stessa società italiana.

Copertina del libro “ArcheologA. Storie di Preistoria: un’autobiografia” di Monica Piancastelli
Monica Piancastelli è geoarcheologa specializzata in Preistoria. Ha lavorato per venti anni nei cantieri archeologici di numerose regioni italiane. Ha tenuto corsi di formazione per tecnici di scavo e lezioni specialistiche in Master universitario, come docente a contratto. È autrice di articoli scientifici, di una guida narrata su Malta preistorica e di due libri per bambini. Negli ultimi anni ha condotto laboratori ludodidattici nelle scuole, curato eventi espositivi e costruito giocattoli della tradizione popolare. I balocchi della tradizione popolare in legno e altri materiali non hanno un’origine sempre nota, talvolta occorre andare indietro di millenni, come nel caso della trottola. Le mie mani di archeologa che un tempo scavavano la terra, ad un certo punto della mia storia, hanno prediletto la realizzazione di questi giocattoli. Tra i tanti costruiti, ne sono nati una decina che, per forma o per motivi decorativi, si sono ispirati ad opere e sintassi dell’arte mobiliare e parietale preistorica, divenendo preziosi dispositivi per accostare bambine e bambini all’origine dell’Arte, le cui tracce risalgono a oltre 40.000 anni fa. Passi autobiografici raccontano le fatiche fisiche e psicologiche della professione negli scavi archeologici e le peculiarità di un mestiere poco conosciuto al grande pubblico. Un omaggio anche ai tanti giovani il cui lavoro sul campo è stato ed è ancora sottovalutato.
Commenti recenti