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Firenze. Per GEA 2024 al museo Archeologico nazionale apertura straordinaria del Giardino monumentale che tra fiori e piante “conserva” alcuni significativi esempi di architettura funeraria etrusca

firenze_archeologico_gea-2024_passeggiando-nel-giardino-del-maf_locandinaApertura straordinaria del Giardino monumentale del museo Archeologico nazionale di Firenze per le Giornate Europee dell’Archeologia 2024: sabato 15 giugno 2024, tre visite guidate in programma alle 10, alle 11 e alle 12 comprese nel biglietto d’ingresso, prenotazione obbligatoria. L’inaspettato angolo di verde tra piazza Santissima Annunziata e via della Pergola è un giardino storico, che ancora oggi attira l’attenzione dei passanti per la presenza di moltissime specie di fiori, piante, erbe aromatiche, antichi agrumi, papiri e con la straordinaria fioritura delle sue magnolie, delle azalee, degli iris e delle rose. Il grande e pluricentenario albero di tasso domina questa festa di colori dalla sua posizione centrale. La denominazione di “Giardino ameno” risale al Seicento quando il Palazzo della Crocetta era la residenza di Maria Maddalena de’ Medici ed era praticamente invisibile dall’esterno, circondato da alte mura e coltivato a vite e agrumi secondo una consolidata tradizione familiare. Con la creazione del museo Archeologico, il giardino fu destinato ad accogliere parte delle collezioni, musealizzate all’aria aperta. Lungo i vialetti e sotto le arcate del Corridoio Mediceo furono sistemate le sculture in marmo provenienti dalla Galleria degli Uffizi e quelle recuperate da numerose collezioni private fiorentine, oggi rimosse per motivi di conservazione. Contestualmente alla nascita del museo Topografico dell’Etruria, inaugurato nel 1897, nel giardino furono ricostruiti, in parte con materiale originale, alcuni significativi esempi di architettura funeraria etrusca, con lo scopo di contestualizzare i materiali esposti nelle sale. Le visite in programma illustreranno la selezione di monumenti rappresentativa delle più diffuse tipologie di sepolture etrusche: dalle tombe a pozzetto villanoviane di Tarquinia ai grandi tumuli orientalizzanti di Veio, Casale Marittimo e Vetulonia, fino alle tombe a camera della Necropoli del Crocefisso del Tufo di Orvieto (del VI-V secolo a.C.) e alla straordinaria riproduzione della Tomba Inghirami di Volterra, scoperta nel 1861, che ancora conserva  le  urne nella posizione originale, documentando i costumi funerari di una famiglia etrusca di Volterra per più generazioni, dalla fine del IV al II secolo a.C..

Napoli. All’università L’Orientale il prof. Valentino Nizzo presenta il libro “Recuperati dagli abissi: Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto” di Barbara Davidde. In presenza e on-line

napoli_l-orientale_libro-recuperati-dagli-abissi-il-relitto-alto-arcaico-del-canale-d-otranto_presentazione_locandinaGiovedì 23 maggio 2024, alle 14.30, all’università di Napoli L’Orientale, nella sala conferenze di Palazzo Corigliano, Valentino Nizzo presenta il libro “Recuperati dagli abissi: Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto”. Ne discuteranno con la curatrice, Barbara Davidde, anche Angelo Raguso, Teresa Cinquantaquattro, Luca Cerchiai e Matteo D’Acunto. È possibile seguire anche da remoto su Teams, scrivendo all’email f.iannone3@unior.it. Studenti, colleghi e tutti gli interessati sono invitati a partecipare. Il volume presenta una delle scoperte più importanti effettuate negli ultimi decenni in relazione ai commerci che univano le sponde opposte del Mediterraneo al tempo della prima colonizzazione, in particolare gettando luce sui commerci che hanno avuto come protagonista una della città più potenti e attive a livello marittimo in età arcaica, Corinto.

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Copertina del libro “Recuperati dagli Abissi. Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto”

Recuperati dagli abissi: Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto. Il volume, pubblicato in occasione della mostra “Recuperati dagli abissi. Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto” aperta al pubblico il 20 giugno 2023 a Taranto, nella sede della soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo, ex Convento di Sant’Antonio, inaugura l’edizione scientifica degli studi relativi a questo importante ritrovamento. Il sito archeologico subacqueo consiste nei resti del naufragio di un’antica imbarcazione datata ai primi decenni del VII sec. a.C., naufragata con il suo carico nel Canale d’Otranto a 22 miglia dalla costa, a 780 metri di profondità. Esso è stato individuato nel corso delle attività di archeologia preventiva messe in campo negli anni 2018-2019 dall’allora soprintendenza ABAP per le province di Brindisi Lecce e Taranto, preliminari alla posa in opera della condotta sottomarina del gasdotto TAP e ha visto l’utilizzo di tecnologie innovative utilizzate in ambito industriale (vedi Relitto del Canale di Otranto a 780 metri di profondità: i primi reperti studiati confermano che è un ritrovamento unico, che racconta le fasi più antiche del commercio mediterraneo agli albori della Magna Grecia. Franceschini: più fondi all’archeologia subacquea e si recuperi tutto il carico naufragato | archeologiavocidalpassato). Il libro, curato dalla soprintendente Barbara Davidde Petriaggi, accoglie saggi dedicati alla storia e all’archeologia della Magna Grecia, con particolare riferimento alle rotte e ai commerci transmarini in età alto-arcaica. Vi sono ospitati, inoltre, i risultati delle analisi scientifiche condotte sul vasellame di manifattura corinzia e sul loro contenuto (vino e olive, attestate dai noccioli rinvenuti all’interno delle anfore) e i dati relativi al restauro e allo studio dei reperti archeologici recuperati, costituiti da contenitori da trasporto, quali pithoi, anfore, brocche e ceramica fine da mensa (skyphoi). Una parte del volume è dedicata all’analisi dei metodi e degli strumenti utilizzati per l’esplorazione dei siti archeologici sommersi, al recupero dei manufatti archeologici in alto fondale e all’uso delle nuove tecnologie per lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo. Questo ritrovamento colma un vuoto nella documentazione dei relitti greci di età alto-arcaica attestati fino ad oggi nel Mediterraneo e getta nuova luce sui contatti che si irradiavano dalla Grecia, Corinto in particolare, verso le coste della Puglia.

Marzabotto. Visite guidate con la necropoli Nord nell’area archeologica della città etrusca di Kainua con gli archeologi dell’università di Bologna

marzabotto_area-archeologica_visita-guidata-19-maggio_locandinaIl museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto organizza per domenica 19 maggio 2024 una passeggiata archeologica per le strade della città etrusca di Kainua. Per l’occasione sarà visitabile anche la Necropoli Nord, una parte dell’area solitamente non accessibile. La visita, del costo di 10 euro + 3 euro del biglietto di ingresso all’area, ha la durata di circa 2 ore e mezzo (dalle 15 alle 17.30 circa). La visita è organizzata in gruppi chiusi quindi è necessario prenotare scrivendo a drm-ero.prenotazionikainua@cultura.gov.it oppure chiamando 353.4412879. Le visite a raccolta sono mensili sono affidate dal MNEMa agli archeologi del dipartimento Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna.

Napoli. A Palazzo Corigliano (università L’Orientale) giornata di studi “Nuove prospettive sulla colonizzazione euboica e la ripresa delle ricerche a Pithekoussai”, in presenza e on line, in occasione della presentazione dei due volumi “Euboika II” a cura di Teresa Cinquantaquattro, Matteo D’Acunto e Federica Iannone

napoli_l-orientale_libro-euboica-II_presentazione_locandina-bis“Nuove prospettive sulla colonizzazione euboica e la ripresa delle ricerche a Pithekoussai” è il titolo della giornata di studi promossa dall’università “L’Orientale” di Napoli che prevede, oltre all’illustrazione a cura della Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli dello scavo recentemente condotto nel quartiere artigianale in località Mazzola a Ischia, alcuni interventi su Pithekoussai, sulla metallurgia e sui metalli nel mondo greco in età geometrica e arcaica. La giornata di studi è organizzata giovedì 16 maggio 2024, nella sala conferenze di Palazzo Corigliano in piazza San Domenico Maggiore a Napoli, in occasione della presentazione dei due volumi di “Euboica II”, che raccolgono gli atti del Convegno tenutosi a Lacco Ameno (Ischia) dal 14 al 17 maggio del 2018. Sarà anche possibile collegarsi da remoto tramite il link, che può essere richiesto inviando una mail a c.improta6@unior.it o c.merluzzo@unior.it.

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Copertina dei volumi “Euboika II” che raccolgono gli atti del Convegno tenutosi a Lacco Ameno (Ischia) dal 14 al 17 maggio del 2018

I due volumi, curati da Teresa Cinquantaquattro, Matteo D’Acunto e Federica Iannone, contengono 39 contributi di studiosi italiani e stranieri, tutti in inglese, in modo tale da assicurarne la massima circolazione a livello internazionale. L’intento del convegno e dei due volumi di “Euboica II” è stato quello di presentare un quadro aggiornato dell’Eubea nella fase “pre-coloniale” e coloniale, di discutere il fenomeno euboico in una prospettiva mediterranea, di analizzare i temi della colonizzazione e di come le realtà coloniali si siano radicate nelle diverse aree del Mediterraneo, dei tratti specifici della colonizzazione euboica e delle forme di contatto e relazione tra l’elemento greco, quello fenicio e le comunità locali. I due volumi propongono un dialogo tra storici e archeologi, con un’enfasi sui nuovi importanti contributi apportati negli ultimi vent’anni dall’archeologia sul campo in Eubea e nei contesti “pre-coloniali”, coloniali e mediterranei.

Programma della giornata di studi. Alle 10.30, saluti istituzionali: Augusto Guarino, prorettore dell’università di Napoli L’Orientale; Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio – MiC; Roberta Giunta, direttrice del dipartimento DAAM, università di Napoli L’Orientale; Carla Tufano, assessore alla Cultura del Comune di Lacco Ameno (Ischia); 11, introducono e coordinano Teresa E. Cinquantaquattro, Matteo D’Acunto, Federica Iannone, curatori dei volumi “Euboica II”; quindi presentazione dei volumi “Euboica II”, AION Annali di Archeologia e Storia Antica, università di Napoli L’Orientale: Nota Kourou, professore emerito, University of Athens; Michel Gras, Accademia nazionale dei Lincei; Stefano De Caro, già direttore generale ICCROM; 12.30, “Nuove ricerche a Pithekoussai”: introduce e coordina Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli – MiC; “Nuove indagini archeologiche della Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli (2023-2024) nel quartiere artigianale di Mazzola a Pithekoussai (Lacco Ameno, Ischia). Prospettive di ricerca”: Teresa E. Cinquantaquattro, segretariato regionale del MiC per la Campania; Maria Luisa Tardugno, soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli; Francesco Nitti, università di Napoli L’Orientale, università di Salerno; 13.15, pausa pranzo; 14.30, “Pithekoussai e la metallurgia nella Grecia geometrica e arcaica”, coordina Matteo D’Acunto, università di Napoli L’Orientale; Bruno d’Agostino, università di Napoli L’Orientale, “Pithekoussai, alcuni spunti di riflessione”; Alexandros Mazarakis Ainian, University of Thessaly, “Volos Metalworking in Early Iron Age Oropos: an overview”; Anna Maria D’Onofrio, università di Napoli L’Orientale, “Tombe con armi e/o strumenti da lavoro ad Atene tra Tardo Bronzo e Primo Ferro: un riesame in corso dell’evidenza”; conclusioni: Luca Cerchiai, università di Salerno.

Oggi esce il libro “Pompei. La città incantata” di Gabriel Zuchtriegel. Il direttore del Parco archeologico conduce i lettori in un viaggio attraverso i secoli in una città incantata, dove magicamente si mescolano passato e presente. Presentazioni a Napoli, Pompei e Milano

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Il 14 novembre 2023 esce “Pompei La città incantata” di Gabriel Zuchtriegel (Feltrinelli). Queste le date di presentazione. La prima il 14 novembre 2023, alle 18, alla Feltrinelli Librerie in via Santa Caterina a Chiaia a Napoli: Gabriel Zuchtriegel in dialogo con Maria Pirro. Poi il 15 novembre 2023, alle 19, al Teatro di Costanzo Mattiello di Pompe: con l’autore interviene Germano Carillo. Modera Maria Francesca Asilo. Intermezzo musicale col complesso bandistico “Bartolo Longo” Città di Pompei. Infine il 18 novembre 2023, alle 18, in sala Bertarelli al Castello Sforzesco a Milano. Il direttore del parco archeologico di Pompei dialoga con Vera Slepoj.

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Copertina del libro “Pompei. La città incantata” di Gabriel Zuchtriegel (Feltrinelli)

Pompei. La città incantata (Feltrinelli). Ogni giorno Gabriel Zuchtriegel passeggia per i vicoli dell’antica città di Pompei, distrutta e sepolta viva in meno di due giorni nel 79 d.C. Sopralluoghi, scavi, progetti di restauro e di accessibilità lo portano a contatto con la fragilità di un sito unico al mondo, con la bellezza dell’arte antica e con la caducità della vita umana. Di fronte ai calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, ma anche alla scultura di un bambino pescatore dormiente che gli ricorda suo figlio, si pone la domanda: “Cosa c’entra con noi Pompei? Che ha da dirci l’antico oggi?”. Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico, conduce i lettori in un viaggio attraverso i secoli in una città incantata, dove magicamente si mescolano passato e presente. Un viaggio fatto di scoperte, dai primi scavi settecenteschi fino ai ritrovamenti più recenti, che gettano nuova luce sulla vita degli schiavi e dei poveri nella città e nel suo territorio. L’autore ripercorre la storia dell’archeologia moderna, intrinsecamente legata a quella di Pompei, che in principio si interessa quasi esclusivamente delle opere d’arte estratte dal suolo, per poi scoprire man mano che il vero tesoro tramandatoci dalle ceneri del Vesuvio comprende molto di più: antichi rituali, culti misterici, trasgressioni ed erotismo, la storia sociale e culturale di una civiltà, le sue ossessioni e speranze. Temi che sono strettamente intrecciati con il nostro presente e con la biografia di ciascuno di noi, come Zuchtriegel dimostra parlando anche delle sue esperienze personali e professionali, senza omettere dubbi e difficoltà incontrate durante un percorso che lo ha portato da un piccolo paese nella Germania del Sud al sito archeologico più famoso del mondo.

Sassari. Parte dal museo nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” con la mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica” il primo evento del Sistema museale nazionale: 400 oggetti raccontano le produzioni ornamentali dell’Italia peninsulare e della Sardegna, dalla Preistoria all’Alto Medioevo

sassari_archeologico_mostra-forma-dell-oro_locandinaÈ un viaggio alla scoperta degli ornamenti preziosi ricercati e realizzati dall’uomo nel corso dei millenni, siano essi semplici conchiglie, corna di animali, amuleti in faience, oppure gioielli in oro o pietre preziose, quello che propone la mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica”, un grande evento espositivo, visitabile dal 28 giugno al 1° dicembre 2023, museo nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, dedicato agli ornamenti dalla preistoria all’Alto Medioevo e curato dal Direttore generale Musei Massimo Osanna e Luana Toniolo. Ma è anche un viaggio alla scoperta del ricco patrimonio culturale conservato nei musei italiani.

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Gioielli dell’Italia antica esposti nella mostra “La forma dell’Oro” a Sassari (foro drm-sardegna)

Il progetto – come spiega Elisabetta Grassi, archeologa della direzione regionale Musei Sardegna e direttrice del museo nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari -, è il primo grande evento del Sistema nazionale museale, frutto della collaborazione scientifica tra la direzione regionale Musei Sardegna e le direzioni regionali Campania, Calabria, Molise, Marche, Puglia, Basilicata e il parco archeologico di Pompei, che realizzano così una vera e propria mostra del Sistema museale nazionale, permettendo di mettere in luce le ricchezze e i tesori di molti musei. Per questo la mostra non si fermerà a Sassari ma, nello spirito del Sistema museale nazionale, si sposterà nei musei di altre Direzioni regionali, dando luogo così ad un vero e proprio viaggio nella ricchezza culturale del nostro paese.

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L’allestimento della mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica” al museo nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari (drm-sardegna)

L’esposizione racconta con circa quattrocento oggetti le produzioni ornamentali dell’Italia peninsulare e della Sardegna, dalla Preistoria all’Alto Medioevo, in un percorso archeologico tematico di grande rilevanza che si sviluppa in cinque sezioni. La prima è dedicata all’epoca preistorica: “Agli albori dell’idea di gioiello: dalla materia all’idea”; quindi il visitatore viene accompagnato alla scoperta della “Fenomenologia preziosa”, per passare poi alla sezione “Bello da vedere. Il gioiello come esibizione”, proseguire per “La magia del gioiello, la magia e il gioiello”, e terminare la visita con “Ornarsi per gli dei e per l’aldilà”. Un percorso completo nella storia dei gioielli, visti in ogni loro sfaccettatura: religiosa, economica, sociale.

Il direttore del museo Archeologico nazionale della Siritide di Policoro, Carmelo Colelli: “Gli oggetti preziosi sono molto importanti anche come mezzo di scambio e questo lo possiamo vedere in numerosi contesti dell’Italia meridionale. Nella fattispecie, tra il materiale esposto alla mostra di Sassari proveniente dalla Basilicata, troviamo oggetti provenienti da tutto il Mediterraneo e non solo, ma anche provenienti dal Nord Europa come le ambre”.

La funzionaria restauratrice della direzione regionale Musei Marche, Manuela Faieta, presenta uno dei bellissimi reperti esposti nella mostra “La forma dell’Oro”: “La corona d’oro è un reperto proveniente dalla necropoli ellenistica di Ancona che rappresenta l’interesse per il gusto dell’oreficeria greca nelle Marche che arriva appunto ad Ancona con la fondazione della città da parte dei Dori e che va a contrapporsi con il gusto, con gli ornamenti piceni delle popolazioni autoctone delle Marche”.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione del libro “Il fuoco nella fossa”di Massimo Andrei (Colonnese editore)

napoli_scaffale-del-mann_libro-il-fuoco-nella-fossa_andrei_locandinaNuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di Napoli della rassegna “Lo scaffale del Mann”: mercoledì 21 giugno 2023, alle 16.30, nel Giardino delle Fontane, presentazione del libro “Il fuoco nella fossa” di Massimo Andrei (Colonnese editore). Dopo i saluti di Paolo Giulierini, direttore museo Archeologico nazionale di Napoli, intervengono Giuseppe Pesce, giornalista; Daniela Pergreffi, illustratrice del libro; Luciano Stella, produttore cinematografico; Nino Daniele, direttore parco letterario Virgiliano. Letture di alcuni “cunti” con l’autore Massimo Andrei. Interventi musicali: Claudio Romano.

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Copertina del libro “Il fuoco nella fossa” di Massimo Andrei (Colonnese editore)

Il fuoco nella fossa. La cornice di questo libro è classica e attuale allo stesso tempo: sette personaggi molto diversi tra loro, per età ed estrazione sociale, che si ritrovano in un casale fuori città, per aspettare che passi una terribile epidemia. E così, per farsi coraggio e per ingannare il tempo, cominciano a raccontare e reinventare storie. Da bravo “uomo di scena” – volto e autore di cinema, televisione e soprattutto teatro – Massimo Andrei riesce a fissare nella sua scrittura tutta la vivacità dello “scambio” – di battute, aneddoti, impressioni, sentimenti – capace di arricchire chi ascolta e chi racconta. I suoi racconti, ambientati in luoghi e tempi insoliti, e puntualmente animati da bizzarri personaggi, hanno la capacità di coinvolgere il lettore in un vortice fantastico, in cui si ride e si piange, si vince e si perde, e spesso tra le righe ci si ferma anche a pensare a come si sta (o si dovrebbe stare) al mondo. Perché dietro l’apparente leggerezza di queste storie c’è un’abile reinvenzione di una grande tradizione di “cunti” popolari, che ha un punto di riferimento imprescindibile nell’opera di Giambattista Basile, che dalla Napoli del ‘600 ha influenzato la letteratura di mezzo mondo.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale non si ferma il trend positivo di visitatori. Ecco tutte le opportunità offerte dal MArRC per il ponte del 2 giugno

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I Bronzi di Riace esposti nel museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

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Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

reggio-calabria_archeologico_2-giugno-gratuitoNon conosce rallentamenti il trend positivo di visitatori al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Solo nella giornata del 31 maggio 2023 sono stati staccati ben 1464 biglietti, che confermano il trend di crescita del Museo in attesa della stagione estiva. Il lungo ponte del 2 giugno regala un doppio ingresso gratuito al MArRC. Per la Festa della Repubblica, infatti, su iniziativa del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è possibile accedere liberamente in tutti i musei e le aree archeologiche statali. Un’opportunità che sarà riproposta il 4 giugno 2023 con il tradizionale appuntamento della “Domenica al Museo”. I visitatori possono ammirare il ricco percorso del MArRC, sviluppato sui quattro livelli in ordine cronologico e tematico, che si conclude con la sala dei magnifici Bronzi di Riace e di Porticello. Circa 200 vetrine con migliaia di reperti esposti, dalla preistoria alla tarda età imperiale. Tutti i visitatori potranno interagire con i canali social del Museo attraverso gli hashtag #MArRC, #museitaliani, #2giugnoalmuseo e #domenicalmuseo. “Il MArRC attente con trepidazione i visitatori per il weekend”, commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. “I numeri di questi ultimi mesi, con un aumento a tre cifre in percentuale rispetto allo scorso anno, confermano la “voglia di cultura” già espressa dal ministro, ma anche il pieno inserimento del nostro territorio nei flussi turistici.  I Bronzi di Riace e di Porticello restano una grande opportunità per far scoprire lo straordinario patrimonio culturale della Calabria e dell’area dello Stretto”. In attesa dell’inaugurazione della nuova grande mostra “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”, in Piazza Paolo Orsi si potrà ancora visitare l’esposizione “Sullo scaffale dello speziale. Vasi da farmacia nella Calabria del Settecento”, curata dal direttore Malacrino insieme alle archeologhe Mariangela Preta e Maria Domenica Lo Faro. Ad essa di aggiungono la mostra “I Bronzi di Riace. Un percorso per immagini”, anch’essa curata dal direttore del MArRC con splendide fotografie di Luigi Spina, e la piccola sezione “Depositi in Mostra”, curata dal direttore Malacrino e dal funzionario archeologo Daniela Costanzo.

Torino. Al museo Egizio l’egittologo Luigi Prada (università di Uppsala) parlerà di “Quando l’antico torna di moda: geroglifici per papi, re, e principi nell’Ottocento europeo”. Conferenza, in presenza e on line, in collaborazione con Acme

torino_egizio_conferenza-Quando-l-antico-torna-di-moda_geroglifici-per-papi-re-e-principi-nell-Ottocento-europeo_luigi-prada_locandinaPoco più di due secoli fa, nel 1822, la decifrazione dei geroglifici ad opera di J.-F. Champollion segnò una simbolica data di nascita per l’egittologia in quanto disciplina accademica. Ma la neo-ritrovata conoscenza dell’egiziano antico e dei geroglifici non fu solo impiegata in circoli accademici. Martedì 30 maggio 2023, alle 18, in sala conferenze del museo Egizio di Torino, nuovo appuntamento con le conferenze organizzate con l’associazione ACME – Amici e Collaboratori del Museo Egizio, per l’incontro a cura di Luigi Prada su “Quando l’antico torna di moda: geroglifici per papi, re, e principi nell’Ottocento europeo”. Ingresso libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino.

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L’ottocentesco allestimento egittizzante della Sala III del museo Egizio di Firenze (foto maf)

La neo-ritrovata conoscenza dell’egiziano antico e dei geroglifici non fu però solo impiegata in circoli accademici. Sin dagli anni venti dell’Ottocento, monumenti coperti in iscrizioni neo-geroglifiche vennero eretti in onore di re, principi, e persino papi. Così, ad esempio, i nomi del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia furono immortalati nella decorazione del museo Egizio di Firenze, mentre quello del papa Gregorio XVI appare nei fregi che adornano le sale della collezione egizia ai Musei Vaticani. Questa conferenza esplorerà simili e altre iscrizioni neo-geroglifiche, ben poco conosciute anche fra gli “addetti ai lavori” dell’egittologia, e discuterà le ragioni di questa stravagante moda dell’Ottocento europeo.

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L’egittologo Luigi Prada dell’università di Uppsala

Luigi Prada è egittologo specializzato nello studio della lingua, religione, e letteratura antico-egizia, con focus particolare sul Periodo Tardo e Greco-Romano. Formatosi all’estero, è stato membro dei dipartimenti di Egittologia alle università di Oxford, Heidelberg, e Copenhagen, ed è ora Assistant Professor in egittologia all’università di Uppsala e Research Associate in quella di Oxford. Vice-direttore della missione egittologica di Oxford e Uppsala ad Elkab, nell’Alto Egitto, partecipa anche a spedizioni nel Deserto Sudanese. Come presidente di ACME, collabora da anni con il museo Egizio di Torino.

Torino. Anche il museo Egizio partecipa al Salone internazionale del Libro con tre incontri: giovedì con Mariarosaria Barbera, venerdì con Christian Greco, sabato con Gianrico e Giorgia Carofiglio. Si inizia con “Donne al potere in Oriente e Occidente tra Tardoantico e Medioevo”

torino_salone-del-libro_locandina“Attraverso lo specchio” è il titolo della nuova edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino in programma dal 18 al 22 maggio 2023. Un omaggio all’universo meraviglioso di Lewis Carroll che invita i lettori e le lettrici a saltare dentro nuovi mondi, sempre attenti al presente, ma con la testa tra le pagine. Oltre 1400 eventi, incontri, dibattiti, nuovi punti di vista sul mondo. L’intento comune è solo uno: scoprire il reale attraverso la nostra fantasia, come fa Alice attraverso lo specchio. Anche il museo Egizio di Torino prende parte agli eventi del Salone del libro con tre appuntamenti. Giovedì 18 maggio 2023, alle 18, Christian Greco dialoga con Mariarosaria Barbera, autrice di “Donne al potere in Oriente e Occidente tra Tardoantico e Medioevo”. Ingresso gratuito nella sala Conferenze del museo fino a esaurimento posti e in diretta Facebook e YouTube. Venerdì 19 maggio 2023, alle 16, Christian Greco, direttore del museo Egizio, racconta la storia della scoperta che nel 1922 rivoluzionò gli studi sull’antico Egitto: la tomba del faraone Tutankhamon, oggetto del suo ultimo libro “Alla ricerca di Tutankhamun”. In dialogo con Massimo Sideri, editorialista Corriere della Sera. Al Salone del libro di Torino, Sala Blu (padiglione 2). Informazioni e prenotazioni: https://www.salonelibro.it/programma?item=6425. Sabato 20 maggio 2023, alle 18.30, nella sala Conferenza del museo Egizio, Gianrico e Giorgia Carofiglio dialogano con Massimo Giannini, direttore de La Stampa, del loro ultimo libro “L’ora del caffè”.

torino_egizio_salone-del-libro_libro-donne-al-potere_di-mariarosa-barbera_presentazione_locandinaPer presentare il nuovo volume edito da Officina Libraria, “Donne al potere in Oriente e Occidente tra Tardoantico e Medioevo”, giovedì 18 maggio 2023 alle 18, nella sala Conferenze del museo, l’autrice Mariarosaria Barbera dialoga con Christian Greco, direttore del museo Egizio. L’evento è parte del Programma del Salone del Libro OFF. Ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.

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Copertina del libro “Donne al potere in Oriente e Occidente tra Tardoantico e Medioevo” di Mariarosaria Barbera

In Oriente e in Occidente, fino a tempi recenti, il potere si è trasmesso di norma per via maschile. Fa eccezione un limitato numero di figure femminili che, poste sul trono in carenza di eredi maschi, rispondevano allo scopo di proseguire la linea di sangue utile a legittimare il potere del marito o del figlio. In un mondo di donne prive di diritti politici, la posizione di regine e imperatrici era spesso precaria. Sfila nel libro una galleria di quattordici donne vissute fra il V e il VII secolo d.C., quando l’Impero Romano d’Occidente si disarticolava, lasciando il posto a ciò che si avviava a diventare il glorioso Impero bizantino. Alcune delle donne descritte hanno solo sfiorato il trono, come Anicia Giuliana, ma altre hanno regnato esercitando il potere nella modalità consentite da tempi e cultura politica: in Oriente Pulcheria e Ariadne, in Italia Galla Placidia, Amalasunta e Teodolinda. Con l’affermarsi dei regni cosiddetti romano-barbarici, emergono in Occidente donne forti come Gosvinta e la figlia Brunilde, affiancata in eterno dalla storia alla rivale Fredegonda. Si definisce così nel tempo un modello di trasmissione del potere, che proprio in questo periodo affonda le radici.