Salviamo i tesori archeologici della Libia: appello del ministro
Nel 2011 è sparito il tesoro di Bengasi, più di 7000 pezzi frutto di decenni di scavi in Cirenaica, risalente ai periodi greco romano, bizantino e islamico, rubato nel trasporto dalla banca dove era conservato a un’altra. Gli oggetti di maggior valore erano stati trovati nel 1917 nel Tempio di Artemide a Cirene, il principale sito greco in Africa, a est di Bengasi. Risalenti al V-VI secolo a.C., i reperti comprendono orecchini, volti lavorati a sbalzo e una lapide raffigurante una battaglia. Altro materiale proviene dall’ellenistico Palazzo delle colonne a Tolemaide (tra Cirene e Bengasi), oggetto di scavi a partire dal 1937. Un terzo elemento è la collezione Meliu di 2mila monete. In totale il Tesoro di Bengasi comprende 364 monete d’oro, 2.433 d’argento, 4.848 di bronzo, 306 gioielli e 43 altri reperti antichi tra cui figurano anche statue. E ora il Tesoro è sul mercato clandestino.
Ma l’allarme è scattato nei mesi scorsi alla scoperta di scavi clandestini nella necropoli di Cirene e razzie di inestimabili beni culturali in altri siti. E ora l’appello lanciato ai libici dal Ministro della cultura Al Habibi Al Amin in un incontro a Tripoli: “Cooperare con lo stato per la protezione e conservazione dei siti archeologici. Formeremo centinaia di persone nel campo dei beni culturali e per la tutela dei siti archeologici”. Intanto il ministero ha già iniziato con l’Unesco la formazione di polizia turistica, polizia di confine e dogana, iniziativa avviata nel sito di Sabrata nel mese di settembre scorso. È stata inoltre ribadita la necessità di sostenere gli artisti e le attività culturali, a lungo trascurate da Gheddafi. “La Libia ha avuto abbastanza guerra e terrore, ora bisogna concentrarsi sullo sviluppo del Paese”, ha spiegato Al Amin. Il ministero ha già annunciato la futura realizzazione di 18 progetti culturali tra cui 4 nuovi teatri, 11 nuovi centri culturali e tre biblioteche in varie regioni del Paese.
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