Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per aprile il focus è sulla dea Turan, la dea dell’amore

roma_villa-giulia_un-anno-con-gli-dei-etruschi_locandinaUn anno con gli dei etruschi: uno da scoprire per ogni mese dell’anno. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia ha deciso di ritmare il 2023 con il racconto degli dei etruschi. Sul sito del museo è stato inserito un approfondimento dedicato alle divinità venerate dagli Etruschi, una per ciascun mese dell’anno: dodici narrazioni curate dall’archeologa Vittoria Lecce che a gennaio sono partite con Culsans, il guardiano delle porte e dei cicli temporali; seguite a febbraio con Fufluns, il Dioniso greco; e a marzo con Laran, il dio guerriero (vedi Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per marzo il focus è sul dio Laran, il dio guerriero | archeologiavocidalpassato). Per aprile il focus è sulla dea Turan, la dea dell’amore.

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Specchio in bronzo con Turan/Afrodite, Elena (ELINA), Paride (ELAXANTRE), Ermione (ERMANIA), da Praeneste (Palestrina), scavi 1859, V secolo a.C,, conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

APRILE E LA DEA TURAN. Il primo aprile a Roma era dedicato a Venere Verticordia (che volge i cuori): in suo onore le donne offrivano rose e fiori alla dea e si purificavano bagnandosi all’ombra di un mirto, come ricorda il poeta Ovidio (Fasti, IV, 133-139). Gli Etruschi identificarono la greca Afrodite e la romana Venere con la loro dea Turan, una figura divina evidentemente connessa con l’amore, la fecondità e la bellezza. Il nome è molto simile al greco tyrannos (signore), tanto che le due parole potrebbero derivare da una stessa antichissima base, ma si può accostare anche al verbo etrusco turuke (dare in proprietà). Turan potrebbe quindi essere tradotto come “la Signora” oppure come “Colei che dà/concede”, ma nessuna ipotesi è stata finora confermata. Non stupisce che la maggior parte delle immagini di questa dea a noi pervenute si trovino sugli specchi, degli accessori strettamente legati alla bellezza e al mondo femminile. Le raffigurazioni riguardano quasi esclusivamente scene tratte dalla mitologia greca e mostrano la facilità con cui Turan poteva incarnare Afrodite, ma sicuramente la dea aveva anche delle caratteristiche proprie, che oggi sono spesso difficili da cogliere. Ad esempio, uno specchio custodito nel museo nazionale Etrusco di Villa Giulia mostra Turan/Afrodite insieme con Paride, Elena e una figlioletta: la scena illustra una interpretazione del mito molto particolare, incentrata non tanto sull’infedeltà di due amanti, ma sulla vita familiare di una coppia. Da questa e da altre immagini di Turan si deduce per la dea etrusca una funzione di protettrice della famiglia.

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Fondo di coppa attica a vernice nera con iscrizione di dedica graffita sotto il piede: turns turce ramtha venatres (Ramtha Venathres ha donato a Turan), dal santuario di Gravisca (Tarquinia), Edificio Gamma, 440-430 a.C. conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Per quanto riguarda il culto non abbiamo indicazioni precise sui rituali, ma le iscrizioni votive testimoniano che la dea era venerata in diversi santuari e che le sue funzioni potevano estendersi alla protezione dell’infanzia e (perfino) alla sfera funebre. Da ricordare è il santuario del porto di Gravisca, collegato con un emporio commerciale, che ospitava il culto della dea, venerata dagli Etruschi come Turan e dai mercanti greci come Afrodite. Nel luogo sacro erano praticati anche riti in onore di Adone, il giovane amato da Afrodite, morto prematuramente e destinato a risorgere ogni anno in occasione della primavera.

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2 risposte a “Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per aprile il focus è sulla dea Turan, la dea dell’amore”

  1. Italina Bacciga dice :

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