“La villa dei Mosaici di Negrar (Vr): vecchi ritrovamenti e nuove scoperte”: è il poster presentato da Tinè, De Zuccato, Rinaldi e Basso al XXIX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM) al parco archeologico di Ostia antica
Tre giorni per confrontarsi sulle problematiche del mosaico antico, tra nuove scoperte, conservazione dell’esistente, e valorizzazione dei siti. Si è tenuto a ostia antica, dal 15 al 18 marzo 2023, il XXIX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM), con il patrocinio del Ministero della cultura e la partecipazione del parco archeologico di Ostia antica. I lavori, al Salone Riario nel complesso della Cattedrale di Santa Aurea, si sono articolati in tre giornate (15-17 marzo 2023), con nove sessioni (Ostia, Roma, Lazio e Italia centrale, Italia settentrionale, Italia meridionale, temi iconografici e tipologie decorative parte I e parte II, metodologia restauro e innovazioni tecnologiche parte I e parte II) e con una sessione poster in modalità online. Proprio in quest’ultima sessione è stato presentato il poster “La villa dei Mosaici di Negrar (Vr): vecchi ritrovamenti e nuove scoperte” a cura di Vincenzo Tinè, soprintendenza ABAP Ve Met; Gianni De Zuccato, soprintendenza ABAP Vr; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; Patrizia Basso, università di Verona. Ecco il poster.

La foto originale del 1922 rappresentante il mosaico della Sala A della villa romana di Negrar (foto archivio sabap-vr)
La villa dei mosaici vecchi ritrovamenti e nuove scoperte. Il contesto territoriale e lo scavo. Nel Comune di Negrar di Valpolicella in provincia di Verona, scavi condotti dalla soprintendenza Archeologia Beni culturali e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza stanno riportando in luce i resti di una villa tardoantica, che era già stata parzialmente individuata a fine Ottocento e negli anni ’20 del Novecento, ma poi interrata sotto i rigogliosi vigneti di questo territorio. Sin dai primi rinvenimenti erano emersi straordinari pavimenti musivi che per la complessità dei disegni e la presenza di soggetti figurati poco diffusi nel territorio avevano suscitato grande interesse sia tra il pubblico, sia tra gli studiosi. La ripresa dello scavo si inserisce in un ampio e virtuoso progetto di ricerca e valorizzazione che ha previsto un accordo di programma con il Dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, l’Accademia di Belle Arti di Verona, che ha già realizzato i primi importanti interventi conservativi, il Politecnico di Milano e il Comune di Negrar; l’intervento è stato realizzato grazie agli accordi di partenariato pubblico-privato con i proprietari dei terreni, l’Azienda Agricola “La Villa” dei fratelli Matteo e Simone Benedetti e la “Società Agricola Franchini” di Giuliano Franchini e grazie al supporto operativo e logistico sul campo della Società Archeologica (SAP).

Veduta aerea dell’area occupata dalla Villa dei Mosaici di Negrar tra i vigneti della Valpolicella (foto sabap-vr)
La villa si estende su una superficie di almeno 3000 mq ed è disposta scenograficamente su più terrazzamenti, collegati fra loro da scale, secondo il declivio naturale del terreno (figg. 1-2). Il settore residenziale era organizzato attorno a un ampio giardino centrale dotato di fontana, delimitato da un portico, di cui si conservano in situ alcune basi di colonne. Tale portico era pavimentato su tre lati in mosaico e su un quarto in lastre di pietra locale. Anche il vasto vano absidato che costituiva la sala di rappresentanza sull’asse principale dell’edificio, affacciata su uno dei lati del porticato, presentava un ricco pavimento musivo. Sempre in mosaico era infine decorato l’ambiente centrale del settore termale della villa, dove si sono riconosciuti un calidarium e tepidarium alimentati da un praefurnium, un frigidarium dotato di una vasca rivestita in lastre di pietra locale, oltre a una latrina e a un possibile apodyterium. Di grande rilevanza è anche il vasto settore produttivo lastricato che faceva parte integrante del complesso: vi si sono riconosciuti vani dedicati alla lavorazione del vino (come confermano le prime analisi chimiche condotte) e probabilmente anche alla sua conservazione, per cui sembra si debba pensare – in continuità con la tradizione preromana – a botti lignee, data la totale assenza di dolia defossa. I vinaccioli rinvenuti nella canaletta in uscita dalla latrina, i macroresti di legno di vite raccolti nel prefurnio e i pollini di vite recuperati in più livelli pertinenti alla fase di vita del complesso contribuiscono ad attestare che l’economia della villa si basava sulla produzione vinicola, con una straordinaria continuità fino al presente.

Fotorilievo della Villa dei Mosaici di Negrar (Vr) con indicazione della funzione dei diversi settori (foto sabap-vr)
I pavimenti musivi. L’ampliamento dello scavo della villa, come descritto, ha rappresentato un’occasione unica per arricchire la conoscenza del panorama musivo di questo contesto, già di per sé straordinario. Al nucleo di pavimentazioni musive, geometriche e figurate rinvenute durante le prime campagne di indagini, si sono aggiunte nuove superfici musive che assieme ai dati di scavo, in fase di studio, permettono di perfezionare il periodo di utilizzo della villa al primo quarto del IV secolo d.C. inserendo di diritto il territorio di Negrar nel più ampio contesto storico-culturale-economico della X Regio. Grazie allo scavo estensivo è stato definito il perimetro del settore di rappresentanza, un nucleo compatto di ambienti gravitanti sulla sala principale A con composizione ortogonale di meandri risparmianti riquadri (Décor, 192d) con soggetti legati al mondo del mito e dei ludi, in asse con il carré de triclinium del braccio di portico meridionale (vano ES); ai lati si dispongono, a Est, due vani “di servizio” decorati da seriali composizioni di croci e ottagoni formanti quadrati (Décor, 179a) o di cerchi tangenti formanti quadrati concavi (Décor, 231h) (vani B e C), a Ovest due ambienti inediti, il vano D con composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti con quattro lati concavi (formanti cerchi) (Décor, 168c), perimetrato da un bordo ad ogive, e il vano F con ottagoni irregolari (Décor, 172). Stile, cromia e riempitivi si ripetono in tutti i vani prediligendo le tonalità del rosso, rosa e grigio, nodi di Salomone, stuoie e fioroni.

La dama ingioiellata, uno dei due tondi con figura umana del mosaico pavimentale del peristilio ovest della Villa dei Mosaici di Negrar (foto graziano tavan)
Sia il settore di rappresentanza che il quartiere termale (vani T ed S) affacciano sui portici del giardino: le terme, di cui si conservano solo lembi della originaria pavimentazione con cerchi secanti con effetto di quadrifogli (Décor, 237) e ottagoni irregolari allungati (Décor, 172) gravitano sul braccio EE la cui pavimentazione presenta un disegno geometrico con composizione di ottagoni e rettangoli, più corsiva e meno vivace delle altre, caratterizzata anche da una minore attenzione al disegno preparatorio. Dalla parte opposta verso l’area lastricata si allunga il braccio EO che si distingue per l’originalità della composizione che non ha confronti in area italica: si tratta di una composizione ortogonale di quadrilobi eccedenti intorno ad un quadrato sulla diagonale con gli spazi di risulta caricati da un cerchio iscritto (Décor, 225b); nei cerchi compaiono due busti, uno femminile con ricco abbigliamento e uno maschile con folta barba, inseriti in un tappeto di soggetti di genere quali cantharoi, caproni, uccelli, cesti con grappoli d’uva, tutti orientati verso il giardino della villa. La lettura integrata dei mosaici della villa di Negrar consente di riconoscere quel nuovo corso stilistico, caratterizzato dalla complessità degli schemi, dall’ampliamento delle figure geometriche di base e dalla ridondanza decorativa, in cui convivono repertorio vegetale e animale. Tale nuovo corso ben si allinea alle mode presenti nei contesti tardo antichi dell’Italia settentrionale (Desenzano e Aquileia, ad esempio) oltre che del Mediterraneo, evocanti un contesto di benessere e ricchezza, conseguito anche tramite il richiamo al mondo della cultura e dei ludi.

Panoramica del sito archeologico della Villa dei Mosaici a Negrar (foto graziano tavan)

Il gruppo di lavoro per il parco archeologico in sopralluogo alla villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella: da sinistra, il sindaco Roberto Grison, il soprintendente Vincenzo Tinè, l’architetto Luca Dolmetta, l’archeologo Gianni De Zuccato, l’archeologo Alberto Manicardi, l’architetto Giovanna Battista, e i rappresentanti delle aziende agricole Benedetti e Franchini (foto sabap-vr)
Le prospettive di valorizzazione. L’importanza del sito ha favorito lo stanziamento di un primo, consistente, contributo di 1,5 milioni di Euro da parte del ministero della Cultura con il quale si è dato avvio al progetto di valorizzazione, finalizzato alla piena fruizione pubblica dell’area archeologica della Villa dei Mosaici. Un primo step, in corso di realizzazione con previsione di apertura al pubblico a metà aprile 2023, prevede il completamento delle coperture provvisorie atte a mettere in sicurezza i mosaici e consentire il loro restauro, nonché l’allestimento di un percorso provvisorio di visita con pannellistica informativa. Le coperture sono già state acquistate e poste in opera grazie alla generosa disponibilità delle cantine proprietarie dei fondi e partners dell’iniziativa, Soc. Agr. Benedetti e Soc. Agricola Franchini (quest’ultima attraverso lo strumento fiscale dell’Art Bonus), mentre il percorso pedonale di visita con ausili didattici è in corso di realizzazione in queste settimane. Seguirà il complessivo resetting idrogeomorfologico dell’area, il restauro sistematico dei resti murari e musivi e il concorso di progettazione internazionale per la realizzazione del sistema definitivo di copertura e musealizzazione del sito sulla base di un articolato documento preliminare di progettazione, che ne orienti le modalità esecutive.
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